«Storytelling»
Moderatore: Cruscanti
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«Storytelling»
Ecco un altro bel forestierismo (un anglismo, per cambiare), del quale io ero completamente ignaro. Riporto la definizione del Devoto-Oli 2012 (la parola non è [ancora] registrata nel Treccani in linea), che ne dà come prima attestazione il 1990:
«L'arte del raccontare storie impiegata come strategia di comunicazione persuasiva, spec. in ambito politico, economico ed aziendale».
Inserisce pure un bellissimo esempio (non ce n'erano proprio altri, eh?):
alcune aziende hanno sviluppato la forma dello s. per comunicare con i propri stakeholder.
Qui la pagina di Wikipedia:
http://it.wikipedia.org/wiki/Storytelling_(narrativa)
Qualcuno sa se è già stato proposto (e quindi se è in uso) un traducente? Altrimenti, quale potremmo proporre? So che forse è troppo generico ma forse persuasione (cosí, da solo) potrebbe anche andare; alla fine si tratta di quello.
«L'arte del raccontare storie impiegata come strategia di comunicazione persuasiva, spec. in ambito politico, economico ed aziendale».
Inserisce pure un bellissimo esempio (non ce n'erano proprio altri, eh?):
alcune aziende hanno sviluppato la forma dello s. per comunicare con i propri stakeholder.
Qui la pagina di Wikipedia:
http://it.wikipedia.org/wiki/Storytelling_(narrativa)
Qualcuno sa se è già stato proposto (e quindi se è in uso) un traducente? Altrimenti, quale potremmo proporre? So che forse è troppo generico ma forse persuasione (cosí, da solo) potrebbe anche andare; alla fine si tratta di quello.
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Salute a tutti voi, o cruscanti sopraffini!
Con il presente intervento, che è il mio primo in fòro, voglio cogliere l'occasione di porgere i miei più sentiti ringraziamenti a voi, ferventissimi cultori dell'idioma gentil, per animare e aver animato queste stanze e intere mie giornate.
Chiusa questa parentesi, entro nel merito della questione: a mio personalissimo sentire, di cui non ho trovato riscontro in fonti autorevoli, nell'accezione del termine importata in italiano, cioè quella usata negli ambiti riportati dalla definizione del Devoto-Oli (politico, economico, aziendale[, mercatistico]), io avverto una velata volontà di condizionamento da parte del cantastorie, nei confronti del pubblico.
Unica mia rassicurazione in tal senso, pur essendo assai poco, è la definizione riportata nella pagina di wikipedia sopra collegata (sottolineatura mia):
In ogni caso, la decisione che mi ha portato a intervenire è stata seguita nella consapevolezza che la ben più ampia conoscenza linguistica degli altri utenti possa colmare questa mia lacuna, proponendo un traducente che prenda in considerazione (o no) le considerazioni esposte sopra.
Eppoi, come in altre occasioni è stato fatto notare, 'un bisogna peritarsi!
In fin dei conti, se quanto ho detto verrà considerato un inutile sproloquio da qualche degnissimo membro di Cruscate, sarò ben felice di aver espresso il mio umile punto di vista.
Mi scuso in anticipo per gli eventuali errori e ,anzi, prego, che mi vengano evidenziati senza timore alcuno di offendermi. Ancora un grazie profondo.
FT
Perdonate la domanda sciocca, ma come si fa a inserire le virgolette angolari doppie (sergenti) nel titolo di un filone? Non me ne raccapezzo!
FT
Con il presente intervento, che è il mio primo in fòro, voglio cogliere l'occasione di porgere i miei più sentiti ringraziamenti a voi, ferventissimi cultori dell'idioma gentil, per animare e aver animato queste stanze e intere mie giornate.
Chiusa questa parentesi, entro nel merito della questione: a mio personalissimo sentire, di cui non ho trovato riscontro in fonti autorevoli, nell'accezione del termine importata in italiano, cioè quella usata negli ambiti riportati dalla definizione del Devoto-Oli (politico, economico, aziendale[, mercatistico]), io avverto una velata volontà di condizionamento da parte del cantastorie, nei confronti del pubblico.
Unica mia rassicurazione in tal senso, pur essendo assai poco, è la definizione riportata nella pagina di wikipedia sopra collegata (sottolineatura mia):
L'aggettivo strategico, invece, mi pare troppo positivo. Eppure, di tale termine, trovo calzantissima l'accezione 2a nel Treccani in linea:Storytelling è una metodologia e disciplina che usando i principi della retorica e della narratologia crea racconti influenzanti in cui vari pubblici possono riconoscersi.
Detto questo, ammetto di non riuscire a pensare a nessun aggettivo che comprenda i due significati, e cioè: che, con velato condizionamento, è diretto al raggiungimento di un determinato scopo [utilitario].Che è accortamente diretto al raggiungimento di un determinato scopo[.]

In ogni caso, la decisione che mi ha portato a intervenire è stata seguita nella consapevolezza che la ben più ampia conoscenza linguistica degli altri utenti possa colmare questa mia lacuna, proponendo un traducente che prenda in considerazione (o no) le considerazioni esposte sopra.
Eppoi, come in altre occasioni è stato fatto notare, 'un bisogna peritarsi!

In fin dei conti, se quanto ho detto verrà considerato un inutile sproloquio da qualche degnissimo membro di Cruscate, sarò ben felice di aver espresso il mio umile punto di vista.
Mi scuso in anticipo per gli eventuali errori e ,anzi, prego, che mi vengano evidenziati senza timore alcuno di offendermi. Ancora un grazie profondo.
FT
Perdonate la domanda sciocca, ma come si fa a inserire le virgolette angolari doppie (sergenti) nel titolo di un filone? Non me ne raccapezzo!

FT
Salve, Ozioso, e benvenutissimo fra noi!
Infatti, la vedevo spesso in linea e mi domandavo quando sarebbe intervenuto.
Secondo me, cantastorie e cantastorismo rendono bene l’idea.
Per l’aggettivo, non so se surrettizio potrebbe apparire idoneo.

Secondo me, cantastorie e cantastorismo rendono bene l’idea.
Per l’aggettivo, non so se surrettizio potrebbe apparire idoneo.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Il fatto è che prima di intervenire, non potevo arrischiarmi a contaminare le acque di una così intatta fonte di limpidezza linguistica, cosicché ho dovuto abbeverarmene in quantità sufficiente a consentirmi di apportarvi un pur minimo rivoletto di sapere.Marco1971 ha scritto:Salve, Ozioso, e benvenutissimo fra noi!Infatti, la vedevo spesso in linea e mi domandavo quando sarebbe intervenuto.
Sono d'accordo: ha pienamente ragione. A posteriori, vedo bene che mi son lasciato prendere la mano dal tecnicismo dell'ambito. E comunque, nel caso in cui il contesto richiedesse di specificare, surrettizio si avvicinerebbe molto alla mia personalissima definizione, e quindi mi sta bene.Marco1971 ha scritto:Secondo me, cantastorie e cantastorismo rendono bene l’idea.
Marco, devo confessarle che l'onore che provo a discorrere di fatti di lingua con un esperto come lei è impareggiato.
Io sono felice quando vedo che esiste gente come lei! 
I vocabolari, invece, credono di fare un bel lavoro con ‘story()telling’ e ‘stakeholder’. Spero che ne diano anche la corretta pronuncia, che nessuno 1) consulterà e 2) saprebbe interpretare. E cosí cade nel vuoto l’argomento della signora del Devoto-Oli con la quale ebbi uno scambio qualche mese fa, che mi diceva in sostanza che il dizionario fornisce già un servizio dando la grafia e la pronuncia dei forestierismi. Si vede bene l’utilità del “servizio”.

I vocabolari, invece, credono di fare un bel lavoro con ‘story()telling’ e ‘stakeholder’. Spero che ne diano anche la corretta pronuncia, che nessuno 1) consulterà e 2) saprebbe interpretare. E cosí cade nel vuoto l’argomento della signora del Devoto-Oli con la quale ebbi uno scambio qualche mese fa, che mi diceva in sostanza che il dizionario fornisce già un servizio dando la grafia e la pronuncia dei forestierismi. Si vede bene l’utilità del “servizio”.

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Benvenuto anche da parte mia, Ozioso!
Per quanto riguarda surretizio, mi garba poco: primo perché è un termine giuridico e quindi poco noto ai piú; secondo perché si riferisce a un «atto in cui si tace intenzionalmente un fatto», venendo a mancare la parte di significato piú importante (secondo me), cioè la persuasione e il condizionamento del destinatario.
A questo punto io lascerei strategico, giacché, l'accezione del Treccani riportata da Ozioso ben spiega, accostata a racconto, lo storytelling.
P.S.: per le virgolette a sergente nel titolo del filone si fanno come quando s'inseriscono all'interno di qualunque intervento.
Nella mia tastiera uso le combinazioni ALT+1 per aprirle e ALT+1+Maiusc per chiuderle (ma io possiedo un iMac quindi se lei ha Windows le combinazioni saranno diverse; nella biblioteca dell'università non funzionano, per esempio).

Per quanto riguarda surretizio, mi garba poco: primo perché è un termine giuridico e quindi poco noto ai piú; secondo perché si riferisce a un «atto in cui si tace intenzionalmente un fatto», venendo a mancare la parte di significato piú importante (secondo me), cioè la persuasione e il condizionamento del destinatario.
A questo punto io lascerei strategico, giacché, l'accezione del Treccani riportata da Ozioso ben spiega, accostata a racconto, lo storytelling.
P.S.: per le virgolette a sergente nel titolo del filone si fanno come quando s'inseriscono all'interno di qualunque intervento.

- Ferdinand Bardamu
- Moderatore
- Interventi: 5195
- Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
- Località: Legnago (Verona)
Intanto ringrazio tutti per il caldo benvenuto auguratomi e per i consigli ricevuti riguardo all'inserimento dei sergenti («»), sebbene io non mi trovi a scrivere né in ambiente Mac né in ambiente Windows, bensì in uno Linux. 


Rileggendo con più attenzione la definizione di surrettizio, ammetto di convenire sul fatto che nel caso in questione non «si tace intenzionalmente un fatto» ma piuttosto un'intenzione, ch'è appunto quella di persuasione del pubblico. Tuttavia, in quanto termine giuridico, potrebbe forse obiettarsi che esso ha insito in sé tale significato. Mah, forse è un'interpretazione troppo ardita...Andrea Russo ha scritto:Per quanto riguarda surretizio, mi garba poco: primo perché è un termine giuridico e quindi poco noto ai piú; secondo perché si riferisce a un «atto in cui si tace intenzionalmente un fatto», venendo a mancare la parte di significato piú importante (secondo me), cioè la persuasione e il condizionamento del destinatario.

Eppure, per quanto espresso nel mio primo intervento, strategico non mi pare esaurisca tutti i significati di storytelling. Comunque, se dovesse essere accettato unanimemente, accetterò di buon grado la scelta.A questo punto io lascerei strategico, giacché, l'accezione del Treccani riportata da Ozioso ben spiega, accostata a racconto, lo storytelling.
Le combinazioni per Linux dovrebbero essere (dico dovrebbero perché io uso Ubuntu, che è una delle tante distribuzioni) Alt Gr+Z («) e Alt Gr+X (»).Ozioso ha scritto:Intanto ringrazio tutti per il caldo benvenuto auguratomi e per i consigli ricevuti riguardo all'inserimento dei sergenti («»), sebbene io non mi trovi a scrivere né in ambiente Mac né in ambiente Windows, bensì in uno Linux.
P.S. Benvenuto anche da parte mia.

- marcocurreli
- Interventi: 625
- Iscritto in data: ven, 25 set 2009 22:36
- Località: Cagliari
Non conoscevo questo "nuovo" tipo di comunicazione che, a quanto pare, risale al 1990 (in inglese). A me fa pensare a Carosello, che in fondo faceva la stessa cosa: creava racconti a scopo pubblicitario.
Secondo me come traduzione andrebbe bene "racconto pubblicitario".
Per quanto riguarda le virgolette basse su Linux, io uso AltGr+< e AltGgr+<
Cordialmente,
Marco
Secondo me come traduzione andrebbe bene "racconto pubblicitario".
Per quanto riguarda le virgolette basse su Linux, io uso AltGr+< e AltGgr+<
Cordialmente,
Marco
Ringrazio sia Luca86 sia marcocurreli per gli utili suggerimenti. Alla fine ho optato per «Alt+<e>» in virtù della semplicità di digitazione.

Sì... anche «racconto pubblicitario» sarebbe più che adottabile, solo che restringe l'uso a solo determinati ambiti.marcocurreli ha scritto:Non conoscevo questo "nuovo" tipo di comunicazione che, a quanto pare, risale al 1990 (in inglese). A me fa pensare a Carosello, che in fondo faceva la stessa cosa: creava racconti a scopo pubblicitario.
Secondo me come traduzione andrebbe bene "racconto pubblicitario".
Chi c’è in linea
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