«Scrivere in penna/matita»
Moderatore: Cruscanti
«Scrivere in penna/matita»
Mi chiedevo – dato il numero di occorrenze che danno Google e Google Libri – se questa costruzione fosse legittima nell'italiano normale come variante di scrivere a/con la penna/matita.
Ultima modifica di Luca86 in data lun, 07 mag 2012 22:17, modificato 1 volta in totale.
Se ne trovano pochissime attestazioni e non ve n’è traccia nel Battaglia. Bisogna quindi ritenerlo un costrutto accettabile ma estraneo all’italiano normale di oggi, in cui vige scrivere a/con la matita/penna.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
La ringrazio, Marco. 
Per cui, va considerato un costrutto arcaico?
Di séguito alcuni esempi tratti dalla BibIt:
Scrivendoli in penna vi aggiunse una morale più generale un po' noiosa e retorica. (Svevo, Novella del buon vecchio e della bella fanciulla, IX)
Ricordo come questa sera dopo l'una ora, adì 25 di gennaio, io riportai e rendei a ser Piero, nostro vicino qui drimpetto, il Giustino in carta caveretto scritto in penna m'avea prestato più settimane fa. (Bernardo Machiavelli, Libro di ricordi, 1480)
Io so bene che tutti i testi stampati, e la maggior parte di quei che sono scritti in penna, hanno arnie, e non arme; e so bene che tutti gli espositori le pigliano per le casse delle pecchie, e dicono che il Poeta intende di quel mormorio che si sente dentro di loro. (Giovan Battista Gelli, Commento edito e inedito sopra la Divina Commedia, Lettura settima sull'Inferno, Canto XVI, Lezione prima)

Per cui, va considerato un costrutto arcaico?
Di séguito alcuni esempi tratti dalla BibIt:
Scrivendoli in penna vi aggiunse una morale più generale un po' noiosa e retorica. (Svevo, Novella del buon vecchio e della bella fanciulla, IX)
Ricordo come questa sera dopo l'una ora, adì 25 di gennaio, io riportai e rendei a ser Piero, nostro vicino qui drimpetto, il Giustino in carta caveretto scritto in penna m'avea prestato più settimane fa. (Bernardo Machiavelli, Libro di ricordi, 1480)
Io so bene che tutti i testi stampati, e la maggior parte di quei che sono scritti in penna, hanno arnie, e non arme; e so bene che tutti gli espositori le pigliano per le casse delle pecchie, e dicono che il Poeta intende di quel mormorio che si sente dentro di loro. (Giovan Battista Gelli, Commento edito e inedito sopra la Divina Commedia, Lettura settima sull'Inferno, Canto XVI, Lezione prima)
Ultima modifica di Luca86 in data lun, 07 mag 2012 22:55, modificato 1 volta in totale.
Direi di sí. Come ero in scuola oggi sonerebbe decisamente arcaizzante rispetto al normale ero a scuola.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Chi c’è in linea
Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 4 ospiti