«Scrivere in penna/matita»

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Luca86
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«Scrivere in penna/matita»

Intervento di Luca86 »

Mi chiedevo – dato il numero di occorrenze che danno Google e Google Libri – se questa costruzione fosse legittima nell'italiano normale come variante di scrivere a/con la penna/matita.
Ultima modifica di Luca86 in data lun, 07 mag 2012 22:17, modificato 1 volta in totale.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Se ne trovano pochissime attestazioni e non ve n’è traccia nel Battaglia. Bisogna quindi ritenerlo un costrutto accettabile ma estraneo all’italiano normale di oggi, in cui vige scrivere a/con la matita/penna.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Luca86
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Intervento di Luca86 »

La ringrazio, Marco. :)

Per cui, va considerato un costrutto arcaico?

Di séguito alcuni esempi tratti dalla BibIt:

Scrivendoli in penna vi aggiunse una morale più generale un po' noiosa e retorica. (Svevo, Novella del buon vecchio e della bella fanciulla, IX)

Ricordo come questa sera dopo l'una ora, adì 25 di gennaio, io riportai e rendei a ser Piero, nostro vicino qui drimpetto, il Giustino in carta caveretto scritto in penna m'avea prestato più settimane fa. (Bernardo Machiavelli, Libro di ricordi, 1480)

Io so bene che tutti i testi stampati, e la maggior parte di quei che sono scritti in penna, hanno arnie, e non arme; e so bene che tutti gli espositori le pigliano per le casse delle pecchie, e dicono che il Poeta intende di quel mormorio che si sente dentro di loro. (Giovan Battista Gelli, Commento edito e inedito sopra la Divina Commedia, Lettura settima sull'Inferno, Canto XVI, Lezione prima)
Ultima modifica di Luca86 in data lun, 07 mag 2012 22:55, modificato 1 volta in totale.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Direi di sí. Come ero in scuola oggi sonerebbe decisamente arcaizzante rispetto al normale ero a scuola.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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