«Tax expenditures»
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«Tax expenditures»
Era un po' di tempo – una settimana – che non sentivo nuovi anglicismi inutili. Ma ecco che un giornalone nazionale, prontamente, mi serve questo tax expenditures fresco fresco:
Tax expenditures: detrazioni ed esenzioni portano a una diminuzione del gettito per lo Stato, tutte da rivedere
Lasciando stare la sconnessione sintattica di questo sottotitolo, mi chiedo che informazioni aggiunga l'anglicismo. Se fossi un dietrologo, potrei quasi pensare che tax expenditures sia stato scelto per il richiamo alla spesa (spesa? tagliamo subito, zacchete!). Ma, giacché dietrologo non sono, credo si tratti dell'ennesima manifestazione del solito banalissimo provincialismo.
Tax expenditures: detrazioni ed esenzioni portano a una diminuzione del gettito per lo Stato, tutte da rivedere
Lasciando stare la sconnessione sintattica di questo sottotitolo, mi chiedo che informazioni aggiunga l'anglicismo. Se fossi un dietrologo, potrei quasi pensare che tax expenditures sia stato scelto per il richiamo alla spesa (spesa? tagliamo subito, zacchete!). Ma, giacché dietrologo non sono, credo si tratti dell'ennesima manifestazione del solito banalissimo provincialismo.
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- Ferdinand Bardamu
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Qui si dice che le tax expenditures altro non sono che «agevolazioni e le esenzioni fiscali». Nell'articolo a cui mi riferisco nel primo intervento, l'anglicismo è usato in sostituzione di deduzioni e detrazioni (grassetto mio):
Su incarico del precedente ministro dell'Economia (Giulio Tremonti), è stata fatta la «mappa» di quelle che il mondo anglosassone definisce tax expenditures, cioè le deduzioni, detrazioni ed esenzioni che riducono il carico fiscale per i cittadini e le imprese e che indirettamente portano a una diminuzione del gettito per lo Stato e dunque al conseguente aumento della spesa pubblica.
Ma, ammesso che l'anglicismo faccia capire di piú su cosa siano le esenzioni, deduzioni e detrazioni (a un ipotetico lettore che l'ignora), mi chiedo anche se sia lecito tracciare questo parallelo. Insomma: le tax expenditures sono in tutto e per tutto le esenzioni, detrazioni e deduzioni?
Su incarico del precedente ministro dell'Economia (Giulio Tremonti), è stata fatta la «mappa» di quelle che il mondo anglosassone definisce tax expenditures, cioè le deduzioni, detrazioni ed esenzioni che riducono il carico fiscale per i cittadini e le imprese e che indirettamente portano a una diminuzione del gettito per lo Stato e dunque al conseguente aumento della spesa pubblica.
Ma, ammesso che l'anglicismo faccia capire di piú su cosa siano le esenzioni, deduzioni e detrazioni (a un ipotetico lettore che l'ignora), mi chiedo anche se sia lecito tracciare questo parallelo. Insomma: le tax expenditures sono in tutto e per tutto le esenzioni, detrazioni e deduzioni?
Dalla definizione di expenditure dell'ODO, mi pare di capire che il significato possa semplicemente ridursi a «spesa» e che quindi, con l'aggiunta del modificatore tax, l'espressione assuma il significato di «spesa delle tasse», cioè dei soldi pagati dai contribuenti, cioè:
È una mera ipotesi, nient'altro. Giudicate voi.ODO ha scritto:the expenditure of taxpayers' money.
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Coincidono con esse, ma mentre «esenzioni, detrazioni e deduzioni» sono viste dal lato del contribuente, come minori tasse, le tax expenditures sono viste dal lato dell'Erario, come minori incassi. A mio avviso si potrebbe tradurre maccheronicamente con «[maggior] "spesa" da detassazione», se non fosse un ossimoro: la spesa è una uscita, mentre la detassazione incide sulle entrate.Ferdinand Bardamu ha scritto:Insomma: le tax expenditures sono in tutto e per tutto le esenzioni, detrazioni e deduzioni?
I concetti da focalizzare sono la "differenza", in termini di minor incasso - anche se nella tax expenditures viene visto come maggior spesa -, fra quanto incassato e quanto si sarebbe potuto incassare, e il fatto che ciò avviene agendo sulla tassazione; per la seconda parte direi che ci siamo («detassazione»), per la prima avete qualche idea?
Riporto da 'Teoria dell'imposta' di P. Bosi e M.C. Guerra, cap. 3 di Scienza delle finanze, a cura di P. Bosi, Il Mulino 2010 (blu tra parentesi quadre, sottolineature e grassettature mie):
La traduzione letterale di tax expenditures proposta nella citazione sopra mi sembra perfetta. Essendo spese pubbliche effettuate non 'aprendo i cordoni della borsa' ma 'stringendo quelli del gettito' si tratta di spese finanziate attraverso minori entrate per l'erario dal sistema fiscale: spese fiscali, appunto.
Molte volte molti professori (come gli autori del testo) si cimentano anche in traduzioni di espressioni inglesi, ma poi a mio parere non si preoccupano abbastanza della questione linguistica (o pensano non si possa intervenire? Non gliel'ho mai chiesto), limitandosi a usarle come glossa o traduzione, vedi l'esempio sopra riportato.Teoria dell'imposta (pp. 157-158) ha scritto: Le diminuzioni di gettito [fiscale] imputabili a previsioni legislative che permettono non solo deduzioni dal reddito imponibile e detrazioni di imposta, ma anche esclusioni, esenzioni, aliquote preferenziali o differimento dell'imposizione sono denominate tax expenditures (spese fiscali). Date le loro caratteristiche, e i fini per i quali sono disegnate, a esse viene quindi attribuita la natura di spese pubbliche, effettuate però tramite il sistema tributario. Sono la causa principale del fenomeno che abbiamo indicato come erosione della base imponibile.
La traduzione letterale di tax expenditures proposta nella citazione sopra mi sembra perfetta. Essendo spese pubbliche effettuate non 'aprendo i cordoni della borsa' ma 'stringendo quelli del gettito' si tratta di spese finanziate attraverso minori entrate per l'erario dal sistema fiscale: spese fiscali, appunto.
Ultima modifica di Modna in data mar, 10 lug 2012 11:19, modificato 2 volte in totale.
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L'introduzione di questo tecnicismo – parlo di quello italiano, naturalmente – è dunque necessaria per far capire i tagli dello Stato, per il quale i mancati introiti sono, di fatto, spese.
Resta comunque un mistero questa pigrizia accademica (e, di riflesso, giornalistica), soprattutto quando il traducente è cosí semplice e ovvio.
Resta comunque un mistero questa pigrizia accademica (e, di riflesso, giornalistica), soprattutto quando il traducente è cosí semplice e ovvio.
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In realtà usare perdite fiscali non sarebbe appropriato, perché le perdite non sono intenzionali e rappresentano un guadagno preventivato in teoria ma mancato nei fatti. Qui si parla invece di spese intenzionali, già dal livello "teorico", che non possono classificarsi come perdite in senso economico (benché possano esserlo in italiano generico, in senso lato): trovo che spese fiscali renda meglio l'idea.
Faccio presente inoltre che in questo caso non dovrebbe rilevare il criterio contabilistico, ma quello fiscale, che ha un punto di vista sensibilmente differente.
Ripeto, dal punto di vista economico-fiscale (che non è strettamente contabilistico) non si può parlare di perdite fiscali, al massimo di riduzione di gettito fiscale; in economia perdita e riduzione non sono sinonimi, designano concetti diversi.
Più interessante la proposta di uscite fiscali, tuttavia spese fiscali mi sembra chiaro, ed è usato in letteratura: terrei quello.
Faccio presente inoltre che in questo caso non dovrebbe rilevare il criterio contabilistico, ma quello fiscale, che ha un punto di vista sensibilmente differente.
Ripeto, dal punto di vista economico-fiscale (che non è strettamente contabilistico) non si può parlare di perdite fiscali, al massimo di riduzione di gettito fiscale; in economia perdita e riduzione non sono sinonimi, designano concetti diversi.
Più interessante la proposta di uscite fiscali, tuttavia spese fiscali mi sembra chiaro, ed è usato in letteratura: terrei quello.
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Le spese detrattive, che comunque si dicono detraibili, possono essere al massimo quelle che mi porto in detrazione nella dichiarazione dei redditi.
Ha ragione, almeno secondo il Treccani, il quale specifica che detrattivo si riferisce a cosa di cui la detrazione è scopo (o capacità) e non causa, come invece assume in spese detrattive, cioè spese [statali] causate da detrazioni fiscali.
Allora —azzardando un po'— vi pare accettabile spese detassative, che poi vorrebbe essere una soluzione equivalente a spese da detassazione ma piú snella, sebbene tassativo abbia assunto un altro significato.
Allora —azzardando un po'— vi pare accettabile spese detassative, che poi vorrebbe essere una soluzione equivalente a spese da detassazione ma piú snella, sebbene tassativo abbia assunto un altro significato.
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