«A una velocità in grado di...»

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Moderatore: Cruscanti

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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Piú che di metonimia o sineddoche, io parlerei di ipallage: qui abbiamo uno scambio di attribuzione, in cui a essere in grado di schivare le pallottole è la velocità e non «Matrix».

Comunque, lei intende dire che l'autore ha volutamente impiegato una figura retorica? La frase proposta mi sembra, piuttosto, carente di revisione, come se l'autore l'avesse incominciata in un modo e finita in un altro.
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Freelancer
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Intervento di Freelancer »

Ferdinand Bardamu ha scritto:Comunque, lei intende dire che l'autore ha volutamente impiegato una figura retorica?
No, volevo solo invitare a non applicare unicamente e rigorosamente la logica (grammaticale o fisico-matematica o che altro) nell'analizzare una frase o una locuzione, per evitare di incorrere in ostracismi che magari non hanno basi del tutto solide. Altro esempio, condannare la locuzione pugno chiuso in base alla pura e semplice logica.
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Souchou-sama
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Intervento di Souchou-sama »

Son d’accordo con Ferdinand: in un altro caso, potrebbe anche trattarsi di (simil)ipallage, ma questa è chiaramente una frase «carente di revisione» (il che, d’altronde, è statisticamente molto piú probabile, considerando come scrivono i giornalisti d’oggi). — E noi di questa frase stavamo parlando, non d’altro; di fronte a un testo ricco di figure retoriche, certo non s’applicherebbero con altrettanto rigore le léggi della logica. :)
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Zabob
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Iscritto in data: sab, 28 lug 2012 19:22

Intervento di Zabob »

Propongo questa frase:
Matrix si muove a una [tale] velocità che schiva persino le pallottole.

L'omissione di "tale", in una frase che così assume uno stile "basso" e un po' infantile, porta a mio avviso a una doppia ambiguità: 1) da un lato, il "che" può essere sentito sia come consecutivo che come relativo (dipende anche dall'intonazione data nel parlato, nel primo caso facendo una breve pausa dopo "velocità", nel secondo dopo "muove"); 2) di conseguenza, diviene ambiguo il soggetto di "schiva": la velocità, se il "che" è relativo; Matrix (ma non in maniera così netta), se il "che" è una cong. che introduce una consecutiva.


Prendiamo quest'altra frase:
L'aereo viaggiava a una velocità che superava il suono.

Chi supera il suono? l'aereo o la sua velocità? Ed è corretto dire che la velocità (o l'aereo) supera il suono? se mai supera quella del suono, ossia una grandezza fisica: la metonimia è evidente: come può un oggetto concreto superare qualcosa che non si vede e in quel momento non è nemmeno in movimento?
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
domna charola
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Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09

Intervento di domna charola »

La velocità è unrapporto numerico fra due grandezze fisiche. In quanto numero può essere maggiore o minore di un altro numero. Quindi una velocità può superare / essere maggiore di un'altra velocità, così come una lunghezza può essere maggiore di un'altra lunghezza.
Ma non può superare un oggetto concreto, per una questione anche di omogeneità fra termini di paragone.
Sono due situazioni diverse.
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