Il filone delle regole fantasma mi ha fatto ricordare che, al liceo, l'insegnante di lettere sosteneva che "tanto" in certi casi è di uso colloquiale, e non va usato, in un linguaggio sorvegliato, in espressioni come «ho tanta paura», «sono tanto triste» oppure «mi dispiace tanto», dove il "molto" (negli esempi, sia aggettivo che avverbio) è sempre da preferirsi.
Anche una frase come «la paura è stata tanta che…» non sta bene: si deve dire, invece, «la paura è stata tanto grande che…». Condivisibile?
"Tanto" al posto di "molto": da evitare?
Moderatore: Cruscanti
"Tanto" al posto di "molto": da evitare?
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
Assolutamente no. Basterebbe citare Dante:
Allor fu la paura un poco queta,
che nel lago del cor m’era durata
la notte ch’i’ passai con tanta pieta. (Inf., I, 19-21)
Il problema è spesso che i docenti non riescono a insegnare le sottigliezze della lingua e dei suoi registri, e questo perché non ne sono loro stessi abbastanza consapevoli.
Certamente, in certi casi l’uso di tanto risulta di tono colloquiale; e purtuttavia, anche in un registro sostenuto, un tanto al posto di un molto può voler dire assai di piú...
Allor fu la paura un poco queta,
che nel lago del cor m’era durata
la notte ch’i’ passai con tanta pieta. (Inf., I, 19-21)
Il problema è spesso che i docenti non riescono a insegnare le sottigliezze della lingua e dei suoi registri, e questo perché non ne sono loro stessi abbastanza consapevoli.
Certamente, in certi casi l’uso di tanto risulta di tono colloquiale; e purtuttavia, anche in un registro sostenuto, un tanto al posto di un molto può voler dire assai di piú...
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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