La FLC Cgil e la tutela della Lingua nazionale
Moderatore: Cruscanti
Ma, caro Merlo – lei lo sa bene –, questo vale per tutte le lingue. Io mi riferivo al sistema ortografico dello spagnolo, non alle sue miriadi di possibili realizzazioni secondo la provenienza del parlante. Uno straniero che apprenda lo spagnolo ha meno difficoltà ad assumere una pronuncia corretta (o comunque accettabile) basandosi sulla grafia che non uno che apprenda l’italiano. Io ho conosciuto docenti d’italiano stranieri che dicevano *mandórlo e altre amenità.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Non scherzi, caro Marco, il suo dizionario verrà accolto con entusiasmo (e un lungo sospiro di sollievo) da migliaia di persone. Sarà forse grazie alla mia ignoranza, ma non credo che questa crisi della lingua italiana sia un fenomeno irreversibile.Marco1971 ha scritto:Per questo mi domando se valga veramente la pena proseguire nel DiNo...
E se anche lo fosse, beh, lasciatemelo dire, chi se ne frega! Dedicarsi a un progetto in cui si crede, anche se destinato all'insuccesso, varrà sempre di piú che abbandonarsi ai tempi che corrono per evitare brutte sorprese.
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