«Fare solecchio»

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Ferdinand Bardamu
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«Fare solecchio»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

La locuzione fare solecchio significa ‹riparare gli occhi dal sole portando la mano tesa all’altezza delle sopracciglia›, da un uso figurato di solecchio, che, dice il Vocabolario della Crusca (IV ed.), originariamente vale «Strumento da parare il sole, detto ancora Parasole, e Ombrello».

La sua concisione la renderebbe preferibile alla pesante perifrasi che definisce il gesto; eppure, come accade spesso, la storia ne ha decretato l’insuccesso, confinandola a un registro letterario. Mi chiedo però se sia tuttora in uso in qualche varietà dialettale e fino a che secolo sia stata impiegata…
Ultima modifica di Ferdinand Bardamu in data sab, 22 set 2012 13:40, modificato 1 volta in totale.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

La BIZ[a] attesta l’espressione da Dante a D’Annunzio:

E i raggi ne ferien per mezzo ’l naso,
perché per noi girato era sì ’l monte,
che già dritti andavamo inver’ l’occaso,
quand’io senti’ a me gravar la fronte
a lo splendore assai più che di prima,
e stupor m’eran le cose non conte;
ond’io levai le mani inver’ la cima
de le mie ciglia, e fecimi ’l solecchio,
che del soverchio visibile lima.
(Purgatorio, XV, 7-15)

Queste due sul pianerottolo della scaletta dell’orto, in fondo, guardano giù nella vallata, la Nàccheri con un binòculo, la figlia Giuditta facendosi solecchio d’una mano, se da lontano lontano, sulla via che sale al colle, si scorgano le vetture di ritorno dalla stazione ferroviaria. (Pirandello, Come prima, meglio di prima)

Le tre notatrici dell’‘Oleandro’ si piacevano di raccogliere manate di pésca recente in un brandel di rete d’oro, o nel velo azzurro usato per solecchio, o nella banda di mussolo che avea salvato i capelli dagli sprazzi; e s’indugiavano al frangente, lasciando che l’onda lambisse o coprisse o discoprisse l’invoglio. (D’Annunzio, Pagine del libro segreto)

È tuttora adoperata, come testimonia Google Libri:

Copplestone si fece solecchio con la mano e guardò verso il mare. (La torre di Scarhaven [traduzione], di Joseph S. Fletcher, 2012)

Nonostante i dizionari la marchino letteraria o rara, la locuzione farsi solecchio mi pare abbastanza comune nella lingua scritta (io la conoscevo); non credo però che s’incontri molto nella lingua parlata.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Grazie, Marco. :)

È una locuzione che amo particolarmente, anche nel parlato.
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