«Elaborare»

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Ferdinand Bardamu
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«Elaborare»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Ieri sera, in un servizio del TG5 sul viaggio di Monti negli Stati Uniti, la giornalista ha detto che, su un certo argomento (che non ricordo), il presidente «non ha voluto elaborare». In questo contesto, è un chiaro calco dell’inglese to elaborate, nell’accezione di ‹add more detail concerning what has already been said› [aggiungere ulteriori particolari a ciò che si è già detto] (Oxford Dictionary).

Non capisco però il motivo di questa scelta: anche calato nel contesto, elaborare non è pienamente trasparente (elaborare che cosa? un piano?). Sospetto quindi che si tratti di qualche frettolosa traduzione di un lancio d’agenzia (e spero che l’inutile calco non prenda piede).
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Souchou-sama
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Intervento di Souchou-sama »

Ovviamente in [un buon] italiano basterebbe dire approfondire o entrar nei dettagli.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Nell’edizione italiana Einaudi (2000) del saggio Mimesis – Il realismo nella letteratura occidentale di Erich Auerbach, leggo (p. 32):

[il convitato che, alla cena di Trimalcione, descrive la vita del padrone di casa, della moglie e degli altri presenti al banchetto] fa come Omero, che getta una luce vivida e uguale sugli uomini e le cose di cui parla, e come Omero ha agio per elaborare; ciò che dice è univoco, e niente rimane inespresso, celato nello sfondo.

Nella traduzione inglese, il testo suona cosí:

like Homer, he has leisure enough to make his presentation explicit[.]

Sembra che l’elaborare italiano possa significare ‹entrare nel dettaglio, esporre ampiamente (senza zone d’ombra)›; tuttavia, bisognerebbe vedere che cosa scrisse Auerbach nell’originale tedesco…
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Animo Grato
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Re: «Elaborare»

Intervento di Animo Grato »

Ferdinand Bardamu ha scritto:(e spero che l’inutile calco non prenda piede).
Io temo che lo abbia già preso - con tutto il polpaccio! - perché non è la prima volta che lo sento. Personalmente, poi, non so se sia un forestierismo oppure no, ma detesto l'espressione elaborare il lutto, che dà un tocco asettico a situazioni in cui bisogna disperarsi e basta.
domna charola
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Intervento di domna charola »

Elaborare e disperarsi sono quasi l'uno opposto all'altro. Che poi giustamente possa lasciar perplessi, in quelle circostanze, la prima azione, rientra secondo me nei giudizi personali e nelle scelte private.
Resta il fatto che, anche culturalmente, questo processo esiste ed è attivo. A seconda delle culture analizzate, si notano strategie diverse - fase liminale, segregazione, doppia sepoltura, rituali di manipolazione delle ossa etc. etc. etc. - tutte comunque volte a superare la brusca cesura indotta nel tessuto sociale dalla dipartita di un suo membro.
Quindi antropologicamente il termine è corretto, nel senso che si riferisce ad un fenomeno preciso, attivo e ben noto. Al massimo si può discutere, a questo livello, sul termine da scegliere, ed analizzare - ammetto, non l'ho mai fatto - se sia una mera scopiazzatura dall'inglese o se abbia un senso anche in italiano.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Non vorrei dire una castronería, ma il concetto di elaborazione del lutto fu introdotto da Freud: se si tratta di un calco, la lingua d’origine dovrebbe essere il tedesco, non l’inglese.
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Animo Grato
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Intervento di Animo Grato »

domna charola ha scritto:Elaborare e disperarsi sono quasi l'uno opposto all'altro.
Quella sull'opportunità della disperazione era una postilla. Che il momento di dolore vada superato è pacifico: è proprio l'espressione elaborare il lutto a rimanermi indigesta - è come il trend negativo di morettiana memoria.
Ferdinand Bardamu ha scritto:Non vorrei dire una castronería
Curiosità ortografica: l'esplicitazione dell'accento, in casi come questo, è un vezzo, un obbligo o una pedanteria? Consigliata, sconsigliata o vietata?
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Animo Grato ha scritto:
Ferdinand Bardamu ha scritto:Non vorrei dire una castronería
Curiosità ortografica: l'esplicitazione dell'accento, in casi come questo, è un vezzo, un obbligo o una pedanteria? Consigliata, sconsigliata o vietata?
La ringrazio della domanda, ché mi permette d’esprimermi in merito. Personalmente, ritengo che il sistema di scrittura dell’italiano abbia meno diacritici del necessario. Sarebbe opportuno, a mio modo di vedere, segnare l’accento il piú possibile, in modo da fugare definitivamente qualunque dubbio di pronuncia, ancorché minimo. In questo caso, il pericolo di confusione è effettivamente ridotto all’osso (altre parole con terminazione uguale, ma diverso accento sono matèria, artèria, sèria e non so quali altre); cionnonostante, è sempre meglio abbondare – e esser chiari anche a costo di diventare didascalici – che deficere.
PersOnLine
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Re: «Elaborare»

Intervento di PersOnLine »

Animo Grato ha scritto:Personalmente, poi, non so se sia un forestierismo oppure no, ma detesto l'espressione elaborare il lutto, che dà un tocco asettico a situazioni in cui bisogna disperarsi e basta.
L'espressione elaborare il lutto deriva da "elaborazione del lutto", e, a mio avviso, sarebbe comunque improprio l'uso di un altro verbo, come, ad esempio, superare, che indica, invece, l'azione compiuta.
domna charola
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Intervento di domna charola »

Concordo. Il verbo riguarda un processo che si svolge lungo un certo arco di tempo, entro il quale il cervello / la mente "lavora" sui dati nuovi, ricavandone un adattamento altrettanto nuovo. Questo lavorio può anche essere definito "elaborazione", in analogia all'attività dell'elaboratore elettronico, che poi a sua volta veniva indicato, agli inizi, come cervello elettronico (ma anche oggi si tende a costruire un'intelligenza artificiale)... siamo sembre in quell'ambito. "Elaborare" è attività "cerebrale", naturale o sintetico che sia il cervello impegnato...
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