«Wikipèdia» o «Wikipedía»?
Moderatore: Cruscanti
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Anch'io, purtroppo. Al massimo /wiki'pedia/, ch'è un po' un misto... Ma non ho mai sentito /wikipe'dia/.
Tempo fa mentre mi raccontavano d'una dottoressa, venne fuori che pronunciò /wiki'pidia/, io "corressi", e la risposta fu: «è una dottoressa, lo saprà»... I medici, per le questioni linguistiche, lasciamoli perdere.
Tempo fa mentre mi raccontavano d'una dottoressa, venne fuori che pronunciò /wiki'pidia/, io "corressi", e la risposta fu: «è una dottoressa, lo saprà»... I medici, per le questioni linguistiche, lasciamoli perdere.
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Non sono convinta del considerarlo un nome comune.
Spesso, le imitazioni dedicate a specifici argomenti, in rete, utilizzano lo schema xx-pedia, adattandolo all'argomento (es.: celtic-pedia) e quindi rimarcando il concetto di "enciclopedia", mentre perdono quello di wiki = veloce.
D'altra parte non è detto che esse siano veloci; il loro comune denominatore è quello di essere in rete, ma questo non traspare in nessuno dei termini che stiamo esaminando (nemmeno l'originale specifica che si tratta di un prodotto telematico). Spesso, non si definiscono comunque delle "wikipedie", inteso come oggetto specifico, bensì delle "enciclopedie".
Questo si usa in genere perché wikipedia viene considerao un marchio, e si evita di incorrere in eventuali sanzioni connesse al suo uso improprio (anche se magari non sono previste, la percezione comune è che ci possano essere); e perché si preferisce non sembrare un'imitazione dell'originale, ma piuttosto un prodotto nuovo, a sé stante, e caratterizzato dall'essere "enciclopedico" e non "wikipedico".
Insomma, si tratta del nome proprio di uno specifico portale.
Il punto è un altro. Esistono tante wikipedie.
Ogni paese, ogni lingua ha la sua, e non sempre i testi sono una semplice traduzione dal portale-madre.
Ogni wikipedia vive la propria vita, ed è compilata nella propria lingua, secondo le esigenze sentite da quella comunità di parlanti.
Quindi, secondo me, ha senso la pronuncia locale, riferendosi allo specifico oggetto connotato da una specifica lingua.
Ovvero, la wikipedia italiana, filiazione nostrana e scritta in italiano, è vikipedìa.
Mi viene invece spontaneo differenziare, quando cito una notizia da quella inglese, chiamandola all'inglese, forse anche perché, immersa nella lettura di un testo inglese - che ovviamente non traduco - e magari anche mentre sto scrivendo in inglese, il mononeurone è posto in modalita "lingua inglese" e non riesce a ragionare altrimenti...
Spesso, le imitazioni dedicate a specifici argomenti, in rete, utilizzano lo schema xx-pedia, adattandolo all'argomento (es.: celtic-pedia) e quindi rimarcando il concetto di "enciclopedia", mentre perdono quello di wiki = veloce.
D'altra parte non è detto che esse siano veloci; il loro comune denominatore è quello di essere in rete, ma questo non traspare in nessuno dei termini che stiamo esaminando (nemmeno l'originale specifica che si tratta di un prodotto telematico). Spesso, non si definiscono comunque delle "wikipedie", inteso come oggetto specifico, bensì delle "enciclopedie".
Questo si usa in genere perché wikipedia viene considerao un marchio, e si evita di incorrere in eventuali sanzioni connesse al suo uso improprio (anche se magari non sono previste, la percezione comune è che ci possano essere); e perché si preferisce non sembrare un'imitazione dell'originale, ma piuttosto un prodotto nuovo, a sé stante, e caratterizzato dall'essere "enciclopedico" e non "wikipedico".
Insomma, si tratta del nome proprio di uno specifico portale.
Il punto è un altro. Esistono tante wikipedie.
Ogni paese, ogni lingua ha la sua, e non sempre i testi sono una semplice traduzione dal portale-madre.
Ogni wikipedia vive la propria vita, ed è compilata nella propria lingua, secondo le esigenze sentite da quella comunità di parlanti.
Quindi, secondo me, ha senso la pronuncia locale, riferendosi allo specifico oggetto connotato da una specifica lingua.
Ovvero, la wikipedia italiana, filiazione nostrana e scritta in italiano, è vikipedìa.
Mi viene invece spontaneo differenziare, quando cito una notizia da quella inglese, chiamandola all'inglese, forse anche perché, immersa nella lettura di un testo inglese - che ovviamente non traduco - e magari anche mentre sto scrivendo in inglese, il mononeurone è posto in modalita "lingua inglese" e non riesce a ragionare altrimenti...
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A proposito. Per il DiPI, Coca-Cola si legge: kokaˈkɔla. kɔ- Tuttavia, secondo me, non si tratta di una differenza tra pronuncia tradizionale e moderna: dipende se il termine è letto come una sola parola o no. In un audiolibro che ho io la doppiatrice pronuncia [kokaˈkɔla] e mi sembra la pronuncia migliore. Quali delle due pronunce è da preferire? Volendo usare la terminologia del Canepàri, è appropriato parlare nel secondo caso di pronuncia tradizionale?Adriano ha scritto:Coke" da noi non è diventato "Coca Cola" perché qualcuno si è interrogato sulla pronuncia, ma per puro, perdonatemi, marketing.
A me viene spontaneo /kɔkaˈkɔla/ (in canIPA [ˌkσ-]); da me pronunciato «ovviamente» [ˌkɔhaˈhɔ:la].fiorentino90 ha scritto:A proposito. Per il DiPI, Coca-Cola si legge: kokaˈkɔla. kɔ- Tuttavia, secondo me, non si tratta di una differenza tra pronuncia tradizionale e moderna: dipende se il termine è letto come una sola parola o no. In un audiolibro che ho io la doppiatrice pronuncia [kokaˈkɔla] e mi sembra la pronuncia migliore. Quali delle due pronunce è da preferire? Volendo usare la terminologia del Canepàri, è appropriato parlare nel secondo caso di pronuncia tradizionale?
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[ˌkɔhaˈhɔ:la] mi piace! Nel mio italiano regionale (calabrese) lo pronuncerei con lo scevàCarnby ha scritto: A me viene spontaneo /kɔkaˈkɔla/ (in canIPA [ˌkσ-]); da me pronunciato «ovviamente» [ˌkɔhaˈhɔ:la].

Allora, sia l'enciclopedía De Agostini che il dizionario italiano-inglese English24 riportano solo Còca-Còla. La pronuncia corretta dovrebbe essere allora /kɔkaˈkɔla/. Come sempre, il Canepàri consiglia la pronuncia piú sbagliata

- Souchou-sama
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Il punto cruciale è se viene sentita come due parole o come una composta.
Si vede che secondo le rilevazioni di Canepari viene sentita più spesso come composta.
La mia pronuncia spontanea corrisponde alla versione senza gorgia riportata da Carnby. Riguardo alla sottigliezza [ˌkσ-] non saprei: la mia sensazione è di usare un'aperta ma potrebbe essere anche un limite del mio orecchio: faccio fatica a identificarla in mezzo alle altre due.
Io sono portato a vederla come due parole, probabilmente per il fatto che nelle scritte c'è un simboletto in mezzo e viene ripetuta la maiuscola.
Per quanto riguarda wikipedia a me piacciono sia wikipeˈdia che wiki'pɛdja. "-'pidia" e "viki-" no.
Si vede che secondo le rilevazioni di Canepari viene sentita più spesso come composta.
La mia pronuncia spontanea corrisponde alla versione senza gorgia riportata da Carnby. Riguardo alla sottigliezza [ˌkσ-] non saprei: la mia sensazione è di usare un'aperta ma potrebbe essere anche un limite del mio orecchio: faccio fatica a identificarla in mezzo alle altre due.
Io sono portato a vederla come due parole, probabilmente per il fatto che nelle scritte c'è un simboletto in mezzo e viene ripetuta la maiuscola.
Per quanto riguarda wikipedia a me piacciono sia wikipeˈdia che wiki'pɛdja. "-'pidia" e "viki-" no.
- Souchou-sama
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Esattamente.valerio_vanni ha scritto:Il punto cruciale è se viene sentita come due parole o come una composta.

Ma non è una questione di gusti…valerio_vanni ha scritto:Per quanto riguarda wikipedia a me piacciono sia wikipeˈdia che wiki'pɛdja. "-'pidia" e "viki-" no.

Caneparizzando un po' trascriverei [ˌkσˑhʌˈhɔːlʌ] e [lʌˌkσˑhʌˈhɔːlʌ] (i vocoidi posteriori-centrali labiati compaiono solo in pronuncia un po' marcata); inoltre [h] sarebbe più correttamente l'approssimante velare che in IPA ufficiale non c'è (potremmo ricorrere al pesante [x̞] o a [ɰ̻]).fiorentino90 ha scritto:[ˌkɔhaˈhɔ:la] mi piace! Nel mio italiano regionale (calabrese) lo pronuncerei con lo scevà.
Allora, sia l'enciclopedía De Agostini che il dizionario italiano-inglese English24 riportano solo Còca-Còla. La pronuncia corretta dovrebbe essere allora /kɔkaˈkɔla/.
Suvvia siamo onesti, non sempre!fiorentino90 ha scritto:Come sempre, il Canepàri consiglia la pronuncia piú sbagliata.

In questo caso corrisponde alla mia pronuncia nativa dato che da me si dice /'senʦa/ e non /'sɛnʦa/.Souchou-sama ha scritto:(Cfr. per es. anche senz’altro /senˈʦaltro. sɛnˈʦaltro/.)

- Souchou-sama
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Il Canepàri propone appunto «[ɰ̻]» (anche se dobbiamo ricordarci che uffIPA [ɰ] non corrisponde perfettamente a canIPA [ɰ], giacché il primo è velare, il secondo provelare — ma son minuzie).Carnby ha scritto:[h] sarebbe più correttamente l'approssimante velare che in IPA ufficiale non c'è (potremmo ricorrere al pesante [x̞] o a [ɰ̻]).
L’astio di fiorentino90 nei confronti di LuCa mi pare indubbiamente eccessivo.Carnby ha scritto:Suvvia siamo onesti, non sempre!

Sí, lo immaginavo!Carnby ha scritto:In questo caso corrisponde alla mia pronuncia nativa dato che da me si dice /'senʦa/ e non /'sɛnʦa/.

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Luciano Canepàri è sicuramente un grande fonetista, ma trovo assurda questa divisione tra pronuncia moderna e tradizionale: l'italiano standard è uno ed uno solo. Tutti i dizionari (o quasi) fanno presente che la pronuncia corretta di rogo, per esempio, è con la o aperta, anche se comunemente è realizzato con la o chiusa. Gran parte dei dizionari -anche piuttosto vecchiotti- riportano due pronunce pure per altri termini (lettera, spegnere, scorza, ecc.) senza però alzare questa barriera tra pronuncia tradizionale e moderna. La lingua si evolve, si sa, ma la pronuncia cambia dopo secoli, non dopo anni. Ci sono errori d'ortografia molto comuni, ma non per questo siamo autorizzati a ufficializzare l'ortografia moderna! E' esemplare che il Dipi riporti sempre la pronuncia corretta (da lui definita "tradizionale") accanto a quella "moderna": quest'ultima non ha il prestigio linguistico che possiede la prima e in molti casi le pronunce "moderne" sono errori gravi nella pronuncia "tradizionale". Infine, perché introdurre in un dizionario pronunce "accettabili" e "tollerate" che sono comunque sbagliate? Perché un professionista della voce dovrebbe evitarle, mentre è meno importante per un non professionista? Un dizionario si rivolge a tutti gli italiani ed agli stranieri che parlano italiano e tutti gli italofoni devono imparare le pronunce migliori. Comunque, concludo riportando la pronuncia di collega secondo il DiPI:Souchou-sama ha scritto:L’astio di fiorentino90 nei confronti di LuCa mi pare indubbiamente eccessivo.
(un[a]) kolˈlɛɡa; -e- [T ɛ, UMLR ɛ/e]
◆ (-o) kolˈleɡa, -ɛ- [T e/ɛ, UMLR ɛ/e]
e, sempre dal DiPI, quella di ribrezzo:
riˈbreʦʦo. -ʣʣ-; -ɛ- [T eʣ/ʦ, U eʦ/ʣ, ɛʦ, MLR eʦ]
Cioè quasi tutte le pronunce sono possibili!

- Souchou-sama
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Caro fiorentino90, è inutile rimaner basiti: il DiPI si fonda semplicemente su basi diverse. Non, cioè, sulle pronunce teoricamente indicate dai dizionari di pronuncia, bensí su quelle concretamente adoperate dai professionisti della voce. Il resto consegue —perlopiú— da ciò.

E sarebbe in grado di dimostrare una simile affermazione?fiorentino90 ha scritto:la pronuncia cambia dopo secoli, non dopo anni

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Se qualcuno scrivesse "abbiamo venuto", tutti riderebbero. Perché se commetto un errore di pronuncia, è irrilevante?! Non bisogna semplificare la lingua, ma insegnare e diffondere la corretta pronuncia.Souchou-sama ha scritto:Caro fiorentino90, è inutile rimaner basiti…
"Egli ha ufficializzato la pronuncia ‹neutra moderna› dell'italiano, in sostituzione di quella ‹tradizionale›, non più favorita dai professionisti della dizione»" è quello che si legge dappertutto. È falso. I professionisti della voce insegnano ancora cognàc, cucúlo, di/s/egno (nessuno dice di/z/egno!), /'tsio/, ecc. Si discostano soltanto per la s intervocalica (pur precisando che la regola vorrebbe la s sorda in determinati casi) e per i raddoppiamenti fonosintattici, il cui uso varia spesso da doppiatore a doppiatore. Alcuni, come Alberto Lori, raddoppiano ancora dopo DA e DOVE e insistono persino sulla corretta pronuncia di Caraíbi (che per il DOP è antiquata). Preciso che sono del 1990 ed ho studiato dizione in questi ultimi anni, non 20 anni fa!Souchou-sama ha scritto:il DiPI si fonda semplicemente su basi diverse. Non, cioè, sulle pronunce teoricamente indicate dai dizionari di pronuncia, bensí su quelle concretamente adoperate dai professionisti della voce. Il resto consegue —perlopiú— da ciò.
Il DiPI si avvicina piú all'italiano parlato dalla maggior parte degli italiani, ma non è sicuramente uno specchio dell'italiano usato dai professionisti della voce.
Certo! Preciso pure che me lo ha insegnato un professionista della voce. Gratuíto si diceva nel Medioevo, mentre la pronuncia corretta oggi è gratúito.Souchou-sama ha scritto:E sarebbe in grado di dimostrare una simile affermazione?fiorentino90 ha scritto:la pronuncia cambia dopo secoli, non dopo anni
Torniamo all'argomento del filone.
Sono d'accordo, ma in italiano il termine wikipedia è stato introdotto dall'inglese.Souchou-sama ha scritto:/v-/ corrisponde meglio all’hawaiano, che ha appunto /v/ [ʋ] e non qualcosa come «/w/ [ʋ]».
- Souchou-sama
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Caro fiorentino90, Lei avrebbe ragione, se soltanto non s’ostinasse a confondere i «professionisti della voce» coi doppiatori, che son soltanto un sottoinsieme di quelli. (E no, un singolo professionista della voce «tradizionalista» non basta a inficiare quant’ho detto.)

Ma, qualora (persino) i professionisti della voce parlassero cosí, nessuno lo deriderebbe.fiorentino90 ha scritto:Se qualcuno scrivesse "abbiamo venuto", tutti riderebbero.

Ovvía, la Sua logica mi delude: con ciò ha dimostrato soltanto che la pronuncia può cambiare anche nei secoli. Inoltre, non ha fornito dati sul tempo effettivamente impiegato da gratuito per cambiare pronuncia, sicché non ha veramente dimostrato neppure quello.fiorentino90 ha scritto:Gratuíto si diceva nel Medioevo, mentre la pronuncia corretta oggi è gratúito.
Per questo ho dato (e il DiPI dà) /w-/ come prima pronuncia. Ma ciò non toglie che /v-/ sia la pronuncia di «coloro che sanno».fiorentino90 ha scritto:Sono d'accordo, ma in italiano il termine wikipedia è stato introdotto dall'inglese.
Chi c’è in linea
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