Arena
Moderatore: Cruscanti
- caixine
- Interventi: 139
- Iscritto in data: sab, 24 dic 2005 8:31
- Località: Montecio Bregansin (VI)
- Info contatto:
Arena
Secondo voi la voce arena 'circo, anfiteatro' come quella di Verona ha a che fare esclusivamente o meno con l'arena 'sabbia' o forse potrebbero esserci anche altre derivazioni da, e interferenze di altre voci come ara/area ... e hara, ae porcile, recinto per le vacche e magari più in generale per tutte le bestie ?
Ke bela ke la xe la me lengoa veneta, na lengoa parlà co' piaser anca dal bon Dio!
Alberto Pento
Alberto Pento
Re: Arena
Non saprei.
Ma poiché in latino arcaico il lemma era hasena, non posso fare a meno di notare la vicinanza sia nel suono che nel significato con l'etrusco fasena che indicava il contenitore della farina.
Ma poiché in latino arcaico il lemma era hasena, non posso fare a meno di notare la vicinanza sia nel suono che nel significato con l'etrusco fasena che indicava il contenitore della farina.
- Ferdinand Bardamu
- Moderatore
- Interventi: 5195
- Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
- Località: Legnago (Verona)
Il dizionario latino-inglese Lewis-Short riporta nella nota etimologica della voce «harena»:
Sabin. fas-ena; from Sanscr. root bhas-, to shine, gleam […].
La radice sanscrita è interpretata diversamente dal Pianigiani («arena»):
Altri posti in sospetto dall’aspirata iniziale e da una forma sabina GASÈNA = lat. arcaico HASENA propone la radice sscr. BHAS (= HAS) triturare onde BHASMA cenere, polve.
Non si possono escludere con matematica, incontrovertibile certezza «interferenze» con altre parole; tuttavia mi sembra piú probabile che l’etimo sia uno dei due proposti sopra. Anche perché il primo significato di harena è proprio ‹sabbia›, e non ‹spazio di un anfiteatro, circo e sim. destinato alla messa in scena di giochi e spettacoli›, che è, come si sa, un’estensione metonimica.
Sabin. fas-ena; from Sanscr. root bhas-, to shine, gleam […].
La radice sanscrita è interpretata diversamente dal Pianigiani («arena»):
Altri posti in sospetto dall’aspirata iniziale e da una forma sabina GASÈNA = lat. arcaico HASENA propone la radice sscr. BHAS (= HAS) triturare onde BHASMA cenere, polve.
Non si possono escludere con matematica, incontrovertibile certezza «interferenze» con altre parole; tuttavia mi sembra piú probabile che l’etimo sia uno dei due proposti sopra. Anche perché il primo significato di harena è proprio ‹sabbia›, e non ‹spazio di un anfiteatro, circo e sim. destinato alla messa in scena di giochi e spettacoli›, che è, come si sa, un’estensione metonimica.
- u merlu rucà
- Moderatore «Dialetti»
- Interventi: 1340
- Iscritto in data: mar, 26 apr 2005 8:41
- caixine
- Interventi: 139
- Iscritto in data: sab, 24 dic 2005 8:31
- Località: Montecio Bregansin (VI)
- Info contatto:
Più che triturare è pestare come il pistore col pestello.
I cereali venivano pestati, macinati, machinati, maxenà con una pietra da macina o mola.
Ridurre in polvere come la farina.
Triturare mi pare un voce più legata ai coltelli, alle lame da taglio.
Certo è che la voce latina hara, ae porcile, recinto per le vacche e magari più in generale per tutte le bestie, pare evidentemente corrispondere a voci come garage e gare di area franco-germanica.
L’ara, ae altare, era ed è il luogo sacro alla divinità, dove un tempo si immolavano agli dei le vittime sacrificali e si bruciavano-cuocevano sul fuoco/focolare assieme alle offerte di cibo vegetale cotto o crudo.
Antico latino asa, osco aasas “arae”, umbro asam-ar “ad aram”, ittita hassas (focolare).
Da G. S.:
etrusco heram = sacrario (a Tarquinia si trova hermu, statua ?);
semitico haram = oggetto e o luogo sacro come il luogo dove sorge la Moschea di Omar a Gerusalemme;
semitico hrm = luogo appartato e inviolabile come l'arabo harim e l'harem; nel babilonese la donna chiusa nell'harem è l'arimtu.
http://it.wikipedia.org/wiki/Vocabolari ... ua_etrusca (come scritto da PaDaSu)
fase = polta, polenta (rituale).
fasena = vaso per la polta, "askos".
I cereali venivano pestati, macinati, machinati, maxenà con una pietra da macina o mola.
Ridurre in polvere come la farina.
Triturare mi pare un voce più legata ai coltelli, alle lame da taglio.
Certo è che la voce latina hara, ae porcile, recinto per le vacche e magari più in generale per tutte le bestie, pare evidentemente corrispondere a voci come garage e gare di area franco-germanica.
L’ara, ae altare, era ed è il luogo sacro alla divinità, dove un tempo si immolavano agli dei le vittime sacrificali e si bruciavano-cuocevano sul fuoco/focolare assieme alle offerte di cibo vegetale cotto o crudo.
Antico latino asa, osco aasas “arae”, umbro asam-ar “ad aram”, ittita hassas (focolare).
Da G. S.:
etrusco heram = sacrario (a Tarquinia si trova hermu, statua ?);
semitico haram = oggetto e o luogo sacro come il luogo dove sorge la Moschea di Omar a Gerusalemme;
semitico hrm = luogo appartato e inviolabile come l'arabo harim e l'harem; nel babilonese la donna chiusa nell'harem è l'arimtu.
http://it.wikipedia.org/wiki/Vocabolari ... ua_etrusca (come scritto da PaDaSu)
fase = polta, polenta (rituale).
fasena = vaso per la polta, "askos".
Ke bela ke la xe la me lengoa veneta, na lengoa parlà co' piaser anca dal bon Dio!
Alberto Pento
Alberto Pento
- caixine
- Interventi: 139
- Iscritto in data: sab, 24 dic 2005 8:31
- Località: Montecio Bregansin (VI)
- Info contatto:
Queste sono le voci arena e ara trattate etimologicamente dal filologo G. Semerano..
Poi è innegabile che:
la voce harena, per taluni aspetti fonosemantici, si associ, richiami, si leghi al termine di area germanica arengo (ring, anello, cerchio) che rimanda al senso di luogo chiuso, delimitato, recintato dove avvengono incontri, dispute, tornei, confronti, discussioni, consigli, riunioni socio-politiche ... proprio come accadeva e accade in parte nell’arena;
e per altri aspetti fonosemantici rievochi, voci toponomastiche come Mara, Mare, Maria, Mareno, Marano, Marino, Marola, Maragnole, Maragnane, Marignane, Maranera, Mareliano, Marigliano, Ariano, Ario, ... legati al senso o significato di palude, di luogo acquitrinoso, fangoso, paltanoso, sabbioso che richiamano la poltiglia, la palta de la polta/polenta.
Questi due differenti significati mi fanno pensare che in un tempo antico, vi potessero essere due parole di origine diversa che poi sono finite per sovrapporsi e fondersi o che sono state fraintese per cui oggi abbiamo il resto di una soltanto con entrambi i significati.
Può anche darsi che questa mia impressione sia dovuta agli effetti prismatici del tempo-età che in prospettiva modificano e alterano l’ordine nei depositi sedimentatisi nell’archivio ben ordinato della memoria atemporale che tende all'infinito e all'eterno (scherzi delle sinapsi neuronali ?).
Poi è innegabile che:
la voce harena, per taluni aspetti fonosemantici, si associ, richiami, si leghi al termine di area germanica arengo (ring, anello, cerchio) che rimanda al senso di luogo chiuso, delimitato, recintato dove avvengono incontri, dispute, tornei, confronti, discussioni, consigli, riunioni socio-politiche ... proprio come accadeva e accade in parte nell’arena;
e per altri aspetti fonosemantici rievochi, voci toponomastiche come Mara, Mare, Maria, Mareno, Marano, Marino, Marola, Maragnole, Maragnane, Marignane, Maranera, Mareliano, Marigliano, Ariano, Ario, ... legati al senso o significato di palude, di luogo acquitrinoso, fangoso, paltanoso, sabbioso che richiamano la poltiglia, la palta de la polta/polenta.
Questi due differenti significati mi fanno pensare che in un tempo antico, vi potessero essere due parole di origine diversa che poi sono finite per sovrapporsi e fondersi o che sono state fraintese per cui oggi abbiamo il resto di una soltanto con entrambi i significati.
Può anche darsi che questa mia impressione sia dovuta agli effetti prismatici del tempo-età che in prospettiva modificano e alterano l’ordine nei depositi sedimentatisi nell’archivio ben ordinato della memoria atemporale che tende all'infinito e all'eterno (scherzi delle sinapsi neuronali ?).
Ultima modifica di caixine in data dom, 09 dic 2012 9:47, modificato 14 volte in totale.
Ke bela ke la xe la me lengoa veneta, na lengoa parlà co' piaser anca dal bon Dio!
Alberto Pento
Alberto Pento
- u merlu rucà
- Moderatore «Dialetti»
- Interventi: 1340
- Iscritto in data: mar, 26 apr 2005 8:41
- caixine
- Interventi: 139
- Iscritto in data: sab, 24 dic 2005 8:31
- Località: Montecio Bregansin (VI)
- Info contatto:
Gentile u merlu rucà
abbiamo postato quasi in contemporanea, nel mio intervento antecendente il suo mi chiarisco in parte sulla sua successiva e giusta considerazione; aggiunte:
Mara, marangon, zappare, arare, macinare, triturare, polenta.
Sacerdoti o pope venetico ed etrusco e disco bronzeo venetico.
abbiamo postato quasi in contemporanea, nel mio intervento antecendente il suo mi chiarisco in parte sulla sua successiva e giusta considerazione; aggiunte:
Mara, marangon, zappare, arare, macinare, triturare, polenta.
Sacerdoti o pope venetico ed etrusco e disco bronzeo venetico.
Ke bela ke la xe la me lengoa veneta, na lengoa parlà co' piaser anca dal bon Dio!
Alberto Pento
Alberto Pento
- Ferdinand Bardamu
- Moderatore
- Interventi: 5195
- Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
- Località: Legnago (Verona)
Ma il primo significato di harena non è ‹luogo chiuso›, ma ‹sabbia›! L’ho scritto sopra: harena nel senso di ‹spazio dove si tengono giochi e spettacoli› è posteriore, perciò non può essere legato alle parole che dice lei, in nessun modo. Non vedo poi come gare e garage (der. di garer) possano entrarci con harena: garer proviene dall’antico norvegese *varask, ‹stare in guardia›, da collegarsi al germanico *warôn, ‹fare attenzione, proteggere› (cfr. CNRTL «garer»). Che entrambi i verbi siano imparentati col latino harena, mi sembra un’ipotesi un po’ cervellotica. Anche perché garer è «[m]ot du vocab. mar., qui semble n'avoir pénétré à l'intérieur des terres qu'au cours du XVes. en raison de son caractère techn.» [parola del lessico marinaresco, che sembra essere penetrata nell’entroterra solo nel corso del XV secolo per via del suo carattere tecnico] (ibidem).caixine ha scritto:Poi è innegabile che:
la voce harena, per taluni aspetti fonosemantici, si associ, richiami, si leghi al termine di area germanica arengo (ring, anello, cerchio) che rimanda al senso di luogo chiuso, delimitato, recintato dove avvengono incontri, dispute, tornei, confronti, discussioni, consigli, riunioni socio-politiche ... proprio come accadeva e accade in parte
Arengo non c’entra proprio nulla di nulla: è imparentato con l’inglese ring e deriva da un proto-germanico *khrengaz che vuol dire ‹qualcosa di curvato›, a sua volta da una radice indoeuropea *(s)ker- presente anche in parole come il lat. curvus (cfr. Online Etymology Dictionary s.v. «ring»).
Di questo passo, di congettura in congettura scambiate addirittura come cose certe (!) e innegabili (!), finirà per dire che tutte le parole del mondo sono imparentate tra loro.
Questo è un minestrone di cose diverse in cui è difficile raccapezzarsi. Com’è possibile foneticamente (visto che, addirittura, parla di «aspetti fonosemantici») che i toponimi da lei suggeriti siano legati al latino harena? E quali sono le ragioni semantiche, secondo lei? Non è possibile poggiare sulla sola suggestione o, peggio ancora, sulla somiglianza fonetica, perché allora potremmo dire che mattone è l’accrescitivo di matto.caixine ha scritto:e per altri aspetti fonosemantici rievochi, voci toponomastiche come Mara, Mare, Maria, Mareno, Marano, Marino, Marola, Maragnole, Maragnane, Marignane, Maranera, Mareliano, Marigliano, Ariano, Ario, ... legati al senso o significato di palude, di luogo acquitrinoso, fangoso, paltanoso, sabbioso che richiamano la poltiglia, la palta de la polta/polenta.
P.S. La invito, senza alcun intento polemico, a evitare di modificare di continuo i suoi interventi. Prima d’inviarli, li ricontrolli col tasto «Anteprima» e veda se non ha nient’altro da aggiungere. Questo spazio è di tutti, non solo suo, perciò dovrebbe fare in modo che gli altri possano risponderle agevolmente. Può usare la funzione «Modifica» per correggere refusi e errori – e sarebbe opportuno lo facesse –, ma non per aggiungere interi blocchi di testo, a meno che non evidenzi bene che si tratta d’un’aggiunta (e anche in questo caso, comunque, io userei parsimonia).
-
- Moderatore «Dialetti»
- Interventi: 726
- Iscritto in data: sab, 14 mag 2005 23:03
- Ferdinand Bardamu
- Moderatore
- Interventi: 5195
- Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
- Località: Legnago (Verona)
- u merlu rucà
- Moderatore «Dialetti»
- Interventi: 1340
- Iscritto in data: mar, 26 apr 2005 8:41
Areia è lo sviluppo regolare, in quanto -N- (intervocalica) latina cade in portoghese, arena è chiaramente di origine colta.Brazilian dude ha scritto:In portoghese si distinguono entrambi i significati. Per quello di sabbia si dice areia, per quello di luogo chiuso si dice arena.Ma il primo significato di harena non è ‹luogo chiuso›, ma ‹sabbia›!
Re: Arena
Virgilio nelle Georgiche (IV, 291):
"et viridem Aegyptum nigra fecundat harena"
dove harena (alcuni codici la riportano con la 'h') è il sedimento che il Nilo lasciava quando rientrava nel suo alveo originale.
Che possa esser tradotto con 'sabbia' è fuor di discussione.
Che Virgilio abbia avuto bisogno del termine arena in luogo del più specifico limus (già usato nell'Eneide) è certamente per necessità di prosodia dell'esametro.
Per quanto riguarda la derivazione sabina, Varrone riporta 'fasana', corretta dagli studiosi in fasena. In realtà dovrebbe essere *fasesna, parente del PIE *ghasesna, che con qualche volo pindarico potrebbe essere tradotto come limo o sabbia depositata da un fiume.
"et viridem Aegyptum nigra fecundat harena"
dove harena (alcuni codici la riportano con la 'h') è il sedimento che il Nilo lasciava quando rientrava nel suo alveo originale.
Che possa esser tradotto con 'sabbia' è fuor di discussione.
Che Virgilio abbia avuto bisogno del termine arena in luogo del più specifico limus (già usato nell'Eneide) è certamente per necessità di prosodia dell'esametro.
Per quanto riguarda la derivazione sabina, Varrone riporta 'fasana', corretta dagli studiosi in fasena. In realtà dovrebbe essere *fasesna, parente del PIE *ghasesna, che con qualche volo pindarico potrebbe essere tradotto come limo o sabbia depositata da un fiume.
- caixine
- Interventi: 139
- Iscritto in data: sab, 24 dic 2005 8:31
- Località: Montecio Bregansin (VI)
- Info contatto:
Secondo me la voce latina harena (ghiaia, sabbia) potrebbe appartenere, con buon diritto, a questa estesa famiglia italica ed europea:
jara, jaron, jareta, jarun, ... giara, giaron/giarona, giarun, giareta, *giarena, ... ghiaia, ghiaione, ghiaietta, ghiaiottolo, ghiarino, ... glarea, glaretum, *glarena (?), ...
Ghiaia-Treccani
Dalla ghiaia al ciottolo di MARIO ALINEI
Toponomastica: Are/Arre
Gallo celto: graua-Grau, Gravo, Grado
jara, jaron, jareta, jarun, ... giara, giaron/giarona, giarun, giareta, *giarena, ... ghiaia, ghiaione, ghiaietta, ghiaiottolo, ghiarino, ... glarea, glaretum, *glarena (?), ...
Ghiaia-Treccani
Dalla ghiaia al ciottolo di MARIO ALINEI
Toponomastica: Are/Arre
Gallo celto: graua-Grau, Gravo, Grado
Ke bela ke la xe la me lengoa veneta, na lengoa parlà co' piaser anca dal bon Dio!
Alberto Pento
Alberto Pento
-
- Moderatore «Dialetti»
- Interventi: 726
- Iscritto in data: sab, 14 mag 2005 23:03
Chi c’è in linea
Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 2 ospiti