«Fact checking»
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- Ferdinand Bardamu
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«Fact checking»
Nell’àmbito giornalistico anglosassone, si parla di fact checking per designare la verifica della correttezza delle informazioni contenute negli articoli di giornale. (La figura del revisore dei fatti va molto nei SUA; in Italia, non mi risulta.) La traduzione piú ovvia è verifica delle informazioni (correggetemi se sbaglio, ma in questo caso fatti mi suona come calco dall’inglese).
Re: «Fact checking»
Basterebbe e avanzerebbe. Mi aspetto già le risposte degli anglomani: «è troppo lungo», «nel resto del mondo non ci capirebbero» (verrebbe da rispondere: «e chi se ne frega?»)...Ferdinand Bardamu ha scritto:La traduzione piú ovvia è verifica delle informazioni
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Re: «Fact checking»
Perché non negli?Ferdinand Bardamu ha scritto:... nei SUA
Re: «Fact checking»
Se si legge la sigla com'è scritta, ci vuole nei, se si legge lettera per lettera (da evitare in casi come questi), ha ragione lei.Freelancer ha scritto:Perché non negli?
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Se la sigla segue la normale fonotassi italiana, la gente tenderà sempre a leggerla così come'è scritta.Freelancer ha scritto:Secondo me, quando una sigla è molto trasparente, come in questo caso (ossia, trasparente per chi conosce le preferenze degli utenti di questo forum, perché nel resto del modo si scrive USA), le persone la leggeranno lettera per lettera.
Sul «resto del mondo»: è sicuro che in Francia e Spagna (e Paesi francofoni e ispanofoni) dicano e scrivano USA?
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Non sono stato chiaro, "resto del mondo" andava inteso come "nel resto dell'Italia", come normalmente si scrive qui da noi. Come lo scrivano in Francia e Spagna, penso interessi fino a un certo punto. (Sì lo so, sono lingue sorelle, ci dobbiamo conformare per una questione di omogeneità paneuropea ecc.)
Ma non voglio litigare, so che lei sa che io so quali sono le preferenze e le convenzioni qui. Volevo solo sottolineare bonariamente che scrivendo nei SUA fuori di questa sede - ma non credo Ferdinand lo farebbe, forse mi correggerà - si colpisce il lettore dandogli un senso di straniamento, come si farebbe scrivendo ordinatore o computiere o cose del genere. Io stesso, che conosco ripeto le preferenze sue, di Ferdinand, di Marco e così via, mi sono dovuto fermare un attimo per capire cosa voleva dire Ferdinand scrivendo nei SUA.

Ma non voglio litigare, so che lei sa che io so quali sono le preferenze e le convenzioni qui. Volevo solo sottolineare bonariamente che scrivendo nei SUA fuori di questa sede - ma non credo Ferdinand lo farebbe, forse mi correggerà - si colpisce il lettore dandogli un senso di straniamento, come si farebbe scrivendo ordinatore o computiere o cose del genere. Io stesso, che conosco ripeto le preferenze sue, di Ferdinand, di Marco e così via, mi sono dovuto fermare un attimo per capire cosa voleva dire Ferdinand scrivendo nei SUA.

- Ferdinand Bardamu
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Ammetto di aver fatto un esperimento e immaginavo di sollevare qualche obbiezione. Fuori di qui non l’userei. Ho scritto nei SUA perché ho pensato che la sigla si pronunciasse come un’unica parola, come NATO per intenderci. Non ho nulla contro USA, intendiamoci, soprattutto se si pronuncia, appunto, úsa e non juesséi.
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A me è sembrato immediato, però era già un po' di tempo che mi chiedevo: perché traduciamo URSS e invece manteniamo USA? soliti privilegi delle parole anglosassoni, considerate intoccabili?... e infatti ecco la versione italiana SUA... il "resto d'Italia" può anche provare a sforzare il neurone e tentare di arrivarci, secondo me.
Se non si provoca e si spiazza, non si otterrà mai nulla...
Se non si provoca e si spiazza, non si otterrà mai nulla...
Stati Uniti non è molto lungo, non è un grosso problema.Ferdinand Bardamu ha scritto:Fuori di qui non l’userei.
Come avevo intepretato io, quindi.Ferdinand Bardamu ha scritto:ho pensato che la sigla si pronunciasse come un’unica parola
Oppure OTAN (Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord[e]) che è la sigla ufficiale francese e usata anche negli altri Paesi dove la sequenza delle parole che compongono la sigla è simile; in Italia ha prevalso la forma inglese (tanto per cambiare), credo più per ragioni di eufonia che per anglomania (la NATO risale agli anni '50).Ferdinand Bardamu ha scritto:come NATO per intenderci.
Come fanno anche i germanofoni, invece di usare le forme VSA o VSvA che sarebbero “più tedesche”.Ferdinand Bardamu ha scritto:Non ho nulla contro USA, intendiamoci, soprattutto se si pronuncia, appunto, úsa e non juesséi.
Forse perché il russo (in cirillico) СССР (traslitterato SSSR) oppure l'inglese USSR (fuori luogo per uno Stato non anglosassone) erano peggiori per un orecchio italiano? O forse perché URSS ricordava un po' l'orso, creatura da sempre associata nell'immaginario al mondo russo?domna charola ha scritto:A me è sembrato immediato, però era già un po' di tempo che mi chiedevo: perché traduciamo URSS e invece manteniamo USA?
Condivido in pieno quanto afferma.domna charola ha scritto:Se non si provoca e si spiazza, non si otterrà mai nulla...
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Ferdinand è riuscito per un attimo a spiazzare me, però continuerò a scrivere negli USA - anzi, negli Stati Uniti, lo preferisco. Se Ferdinand volesse provocare e spiazzare significativamente, dovrebbe tentare queste innovazioni fuori di questa piazza - dove ottiene l'incondizionata approvazione di circa il 90 percento degli utenti - in sedi dove passerebbero al vaglio di revisori, per esempio in una lettera al giornale, in un articolo da pubblicare in una rivista, nella traduzione di un documento e così via. Ma ha detto che non ci proverà...domna charola ha scritto:Se non si provoca e si spiazza, non si otterrà mai nulla...

- Ferdinand Bardamu
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