«Domani» + imperfetto

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PersOnLine
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«Domani» + imperfetto

Intervento di PersOnLine »

Ho sentilo il seguente dialogo in un telefilme (non sono proprio le stesse parole, ma il senso è quello):
Telefona al signor X!
Stanotte…
Certo! Se mi serviva domani, allora lo facevo da solo.
Quello che mi lascia perplesso è l’uso dell’avverbio domani accostato con l’imperfetto (per di più con riferimento al tempo presente).
Andrea Russo
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Intervento di Andrea Russo »

Mi sembra un normale (nell'italiano dell'uso medio) uso dell'imperfetto, usato al posto di forme piú complesse nelle frasi condizionali: se mi fosse servito domani, allora lo avrei fatto da solo.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Confermo. :D
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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.Silvia.
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Intervento di .Silvia. »

A mio avviso, questa costruzione riprende quella giocosa di "era per ieri", "serviva per ieri". Scorrettamente mantiene l'imperfetto, ma la logica che sta dietro è molto simile.

Forse è solo una mia personale interpretazione, ma magari è nata proprio così.
A te ricorro; e prego ché mi porghi mano
A trarmi fuor del pelago, onde uscire,
S'io tentassi da me, sarebbe vano.
PersOnLine
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Intervento di PersOnLine »

Andrea Russo ha scritto:Mi sembra un normale (nell'italiano dell'uso medio) uso dell'imperfetto, usato al posto di forme piú complesse nelle frasi condizionali: se mi fosse servito domani, allora lo avrei fatto da solo.
Riformulo meglio: mi chiedo se è accettabile l'accostamento di un avverbio che si rifà al futuro con un tempo verbale al passato (mentre il discorso è ambientato nel presente).
Avatara utente
Marco1971
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Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Sí, perché qui l’imperfetto non si riferisce al passato, esprime un’ipotesi.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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