Apro questo filone per avere qualche schiarimento sulle rime fra due o più parole che differiscano per il grado di apertura delle vocali. Due esempi, da una nota poesia e da una vecchia canzone: «stormi d'uccelli néri / com'esuli pensièri»; «c'è una strada nel bòsco, / il suo nome conósco».
Le mie domande sono:
- sono da considerarsi rime perfette, rime per l'occhio o semplici consonanze?
- chi recita o canta può (o deve) mutare uno dei due accenti per far "suonare meglio" le rime? o deve magari cercare di pronunciare le vocali con un grado di apertura intermedio?
Rime e vocali aperte o chiuse
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Rime e vocali aperte o chiuse
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
Nella storia della metrica italiana è stata sempre ammessa la rima tra /e/ ed /ɛ/ e tra /o/ e /ɔ/ (nelle fasi iniziali anche tra /i/ e /e/ e tra /u/ e /o/, la cosiddetta rima «siciliana», talvolta portata dai toscani fino a /i/ e /ɛ/ e /u/ e /ɔ/). Non è una cosa solo italiana: in tedesco per esempio rimano /i(ː)/ e /y(ː)/.
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Re: Rime e vocali aperte o chiuse
Tradizionalmente sono considerate rime perfette (l'ho scoperto da poco su questo forum).Zabob ha scritto:Apro questo filone per avere qualche schiarimento sulle rime fra due o più parole che differiscano per il grado di apertura delle vocali. Due esempi, da una nota poesia e da una vecchia canzone: «stormi d'uccelli néri / com'esuli pensièri»; «c'è una strada nel bòsco, / il suo nome conósco».
Le mie domande sono:
- sono da considerarsi rime perfette, rime per l'occhio o semplici consonanze?
A me personalmente suonano imperfette, non le considero al pari di quelle con la vocale esatta.
Il "può" o il "deve" sono un po' troppo per me.Zabob ha scritto: - chi recita o canta può (o deve) mutare uno dei due accenti per far "suonare meglio" le rime? o deve magari cercare di pronunciare le vocali con un grado di apertura intermedio?
Io se devo cantare uso le vocali del mio parlato spontaneo. Ci sono casi in cui rendo la rima perfetta rispetto all'interprete originale, altri casi in cui la rompo. Ecco, nei primi sono contento, nei secondi un po' mi dispiace, sento che sto peggiorando qualcosa.
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