Mi sono appena iscritto perché dopo una breve sorvolata del vostro forum mi è sembrato di capire che sia in sintonia col mio modo di pensare e concepire la lingua italiana.
Vi scrivo, sperando di non disturbarvi, per cercare un po' di solidarietà e di conforto, ma anche per sapere se al male di cui mi lamento ci sia un rimedio...
Qualcuno di voi ha già sollevato la questione del "burocratese"?
Perdonatemi se l'argomento è già stato trattato.
Oggi ho ricevuto una lettera che inizia così:
"Egregi,
nelle more di applicazione del SISTRI e nelle conseguenti evoluzioni, la Direzione Marittima di xxxx ha emanato l’Ordinanza in oggetto che prevede una serie di adempimenti riguardanti, tra l’altro, le unità da diporto."
Mammamia, e che è?!! Un'altra tassa forse?

"Egregi" chi? o che cosa? Siamo diventati tutti entità astratte? Sarà proprio a me che si rivolge?
Io le uniche more che conosco sono quelle di rovo e le altre che crescono negli alberi del baco da seta, cosa saranno mai queste del SISTRI?
Ma confesso che mi spaventa quel: "nelle conseguenti evoluzioni", a me pare una frase piuttosto involuta...

Poi viene il bello che mi fa accaponare la pelle:
"Tali unità sono tenute agli obblighi di cui all’Ordinanza de quo"
Vi risparmio la lettura dell'ordinanza "de quo" (Chissà perchè ma mi viene in mente Don Abbondio...) 17 pagine scritte in puro burocratese. Cercare di capire cosa vogliono e chi è tenuto a seguire tali norme è un'impresa faraonica.
Allora mi e vi chiedo. Ma chi ha dato a questi signori il diritto di esercitare un potere subdolo con l'uso di un linguaggio volutamente criptico e ambiguo? Si sono inventati una lingua che non esiste, una lingua che credo nessun linguista approverebbe, e ce la impongono facendola passare come la lingua ufficiale degli organi dello stato. Ma non sarebbe il caso di ribellarsi a un tale sopruso e mistificazione?
Giusto qualche giorno fa ho letto sul Corriere che dodici anni fa era stata fatta una circolare - non so da chi - che invitava gli uffici pubblici ad usare un linguaggio semplice, chiaro e accessibile a tutti nelle comunicazioni col pubblico. Manco a dirlo questa circolare è stata disattesa.
Propongo un "de quo day"


Spero di non avervi annoiato.
Ingenua-mente vostro