Manutio ha scritto:Un ragionamento rigoroso ma basato su fandonie dà per risultato una fandonia, e questo intendeva l’autore. Qualche volta sarà lecito anche ai matematici esprimersi per ellissi.
Diciamo che mi meraviglia che proprio un matematico si esprima come un comune mortale.
Come tutte le scienze pure, la matematica fa astrazione dalle valutazioni concrete, e il bello del gioco è che dati alcuni mattoni assunti come base, costruisce con quelli secondo rigore logico, indipendentemente, in un certo senso, dalla qualità dei mattoni stessi.
Il nostro prof di matematica ci faceva questo esempio:
"postulato matematico: per due punti passa una e una sola retta.
E' sempre vero, in funzione delle definizioni che si danno di punto e di retta (oggetti primitivi che in matematica si definiscono in base alle loro proprietà, ovvvero ai postulati: qui siamo proprio ai mattoni base).
Se chiamo punto una gobba, e retta un cammello, il postulato è valido comunque (per due gobbe passa uno e un solo cammello)".
Scherzando, ci introduceva il principio base delle matematiche: l'essere un sistema rigoroso all'interno di una serie di parametri arbitrari.
Se abbandono la geometria euclidea (quella nostra tradizionale) e mi sposto sulla superficie terrestre (diciamo, semplificando, sferica), cambiano il concetto di retta e quello di punto.
Esiste una geometria su superficie sferica, che viene usata ad esempio dai cartografi, in cui rette e punti sono cose "diverse", ma rispettano le medesime relazioni fra loro, e con esse si possono dimostrare - o non dimostrare - i medesimi teoremi.
Ad esempio, per tornare a noi: sulla superficie sferica non esiste la parallela a una retta data. Da lì discende tutta una serie di "teoremi" validissimi e rigorosi in sé e per quell'ambito, ma assolutamente contrari e indimostrabili se si passa alle premesse della geometria tradizionale.
Quindi, trovo molto "matematico" partire da degli indizi e con quelli costruire un "castello di carte" in sé perfetto, ma che crolla se gli sottraggo le basi, le ipotesi di partenza.
E in questo senso, l'uso del termine non è nemmeno negativo. Riconosce a chi ha tratto delle conclusioni, se non la buona fede, almeno la correttezza logica, portando l'attenzione sulla non validità delle basi di partenza.
Però, appunto, è un ragionamento da "matematico", che esula dalla spannometria corrente.