[VEC] «Scaréze»
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[VEC] «Scaréze»
Nel mio dialetto esiste la parola «scaréze» (con /ʦ/ scempia) col significato di ‹ribrezzo›. In toscano esiste una parola molto simile, anche nel significante: scaréggio. Con ogni probabilità le due parole condividono anche l’etimo, il greco ἐσχάρα, ‹crosta›; in veneto la parola è stata forse incrociata paretimologicamente con careza.
Mi stupisce la presenza di una parola simile nel suono e nel significato in un’area non contigua con il Veneto. Anche voi qualcosa come scaréggio/scaréze nel vostro dialetto?
Mi stupisce la presenza di una parola simile nel suono e nel significato in un’area non contigua con il Veneto. Anche voi qualcosa come scaréggio/scaréze nel vostro dialetto?
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Re: [VEC] «Scaréze»
In alcuni casi Veneto e Toscana condividono dei tratti; spesso la contiguità è assicurata dall'Emilia-Romagna che, a causa della differente evoluzione fonetica, la maschera molto bene.Ferdinand Bardamu ha scritto:Mi stupisce la presenza di una parola simile nel suono e nel significato in un’area non contigua con il Veneto.
Un caso simile potrebbe essere ciro, «maiale» dal greco χοῖρος (?). C'è traccia di questa parola da voi «nordici»?
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http://www.achyra.org/cruscate/viewtopic.php?t=3439
...mi aveva colpito proprio perché, dalle mie parti, non l'ho mai sentito!

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- Ferdinand Bardamu
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Re: [VEC] «Scaréze»
Gentile Ferdinand,Ferdinand Bardamu ha scritto:Nel mio dialetto esiste la parola «scaréze» (con /ʦ/ scempia) col significato di ‹ribrezzo›. In toscano esiste una parola molto simile, anche nel significante: scaréggio. Con ogni probabilità le due parole condividono anche l’etimo, il greco ἐσχάρα, ‹crosta›; in veneto la parola è stata forse incrociata paretimologicamente con careza.
Mi stupisce la presenza di una parola simile nel suono e nel significato in un’area non contigua con il Veneto.
mi verrebbe da dire che in un remoto passato i popoli che parlavano le due lingue confinavano. Ma non voglio esser preso per uno con gli occhiali polarizzati.

Mi resta molto dubbio, nella accezione citata, ricorrere all'etimo greco ἐσχάρα perché il supposto prestito si materializza in italiano con due diversi lemmi: uno con l'accento sdrucciolo e con il significato di crosta ed un altro con l'accento piano (come in greco) e con lo stesso significato del lemma originale (altare).
Quindi mentre accetto tranquillamente una derivazione dal greco del termine escàra, resto dubbioso circa èscara, molto vicino al cognomen latino Scar(i)us, con i significati connessi.
Il TLIO dà àscaro in Toscana (XIV secolo, Siena) come "dolore dell'anima" e ascaroso al nord (XIII secolo, Bonvesin de la Riva) come "pieno di croste" e che quindi produce ribrezzo.
Re: [VEC] «Scaréggio»
La stessa cosa ho pensato anch'io.PaDaSu ha scritto:…mi verrebbe da dire che in un remoto passato i popoli che parlavano le due lingue confinavano. Ma non voglio esser preso per uno con gli occhiali polarizzati.
Per questo nella mia immaginazione ritenevo che 'scareggio' fosse parente di un termine più volgare in 'sco...'
Re: [VEC] «Scaréze»
Direi di sì; nella bergamasca, in special modo in provincia, il maiale è cì.Carnby ha scritto:Un caso simile potrebbe essere ciro, «maiale» dal greco χοῖρος (?). C'è traccia di questa parola da voi «nordici»?
- u merlu rucà
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