cra, pəscrà, pəscrìll [raro], pəscrón [mai sentito], pəscrəllón [mai sentito].
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A questo punto la questione diventa di natura etno-linguistica: "Come mai le regioni meridionali hanno avvertito la necessità di identificare diversi giorni nel futuro?Per i giorni che seguono [il dopodomani] l'Italia centrale e settentrionale non hanno coniato alcun termine; nel Mezzogiorno invece troviamo una notabile fila di espressioni create per mezzo di suffissi, cioè suffisso diminutivo (vocale caratteristica i) per il primo giorno, suffisso aumentativo (vocale caratteristica o) per il secondo giorno che segue [...] In non pochi di questi dialetti c'è poi un termine particolare per il giorno ancora seguente, cfr. nel napoletano (secondo il D'Ambra [Vocabolario napolitano-toscano, 1873]) craje, pescraje, pescrigno, pescrotte, pescruozzo; nel Salento (Nardò) crai, puscrài, puscrìddi, puscriddàzzu, puscriddòne (Rohlfs, Vocabolario dei dialetti salentini).
Direi di sì.Ferdinand Bardamu ha scritto: ...donde se ne escono pescrigno, piscriddu e compagnia? Sono alterati di CRĀS?
In napoletano: prima del vocabolario di D'Ascoli citato da Bubu, lo stesso linguista pubblicò un Dizionario etimologico napoletano, nel quale, s.v. pescrigno, scrive: «etim.: formazione d'incerta natura; forse dimin. di pescràje» (immagino: pescrino-pescrinio-pescrigno).Ferdinand Bardamu ha scritto: Riguardo alle forme che ha riportato bubu7, sarebbe interessante conoscerne l’etimo. Se crai e poscrai (e varianti locali) sono perspicui nella loro derivazione dal latino CRĀS e POSTCRĀS, donde se ne escono pescrigno, piscriddu e compagnia? Sono alterati di CRĀS?
Non è esattamente così: pescraie viene usato da sola in due opere buffe: Lisa pontegliosa e Lo mbruoglio d'ammore; pescruozzo addirittura da Giulio Cesare Cortese, La vajasseide. Occorrenze effettivamente molto rare.Galiani ha scritto: «ma siffatte voci non si adoperano separatamente nel discorso, né si potrebbe dire: Ci vedremo pescrigno per dir che ci vedremo tra tre giorni. Si adoperano soltanto in fila per indicar la serie di essi giorni».
Nel dialetto dei miei genitori (provincia di Bari) ho sentito solo i primi due; gli altri mai, ma credo che vengano usati solo in un contesto scherzoso, come a enumerare immaginariamente, dal più piccolo al più grande, una serie di fratelli.bubu7 ha scritto:Nel pugliese, parlato in un'area che localizzerei a nord di Foggia, i nomi sono (...):
cra, pəscrà, pəscrìll [raro], pəscrón [mai sentito], pəscrəllón [mai sentito].
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