Etimologia di «terrone»
Moderatore: Cruscanti
Davvero interessante!
Come vi considerate? E i vostri vecchi come si consideravano?
Non sentite simili i toscani e nemmeno i romagnoli, ma dovrete pur avere le vostre storie di paese: a che sono legate? Nel medioevo per chi avete parteggiato? Non ci sono aggregazioni di comuni? Che dialetto parlate?
Forse è troppa curiosità, risponda per quel che può, come si sente.
Come vi considerate? E i vostri vecchi come si consideravano?
Non sentite simili i toscani e nemmeno i romagnoli, ma dovrete pur avere le vostre storie di paese: a che sono legate? Nel medioevo per chi avete parteggiato? Non ci sono aggregazioni di comuni? Che dialetto parlate?
Forse è troppa curiosità, risponda per quel che può, come si sente.
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
A proposito di polentone e della sua contrapposizione a terrone riporto alcuni stralci tratti dal DELI (I ed., 1985), sotto la voce polentone.
Per la contrapposizione a terrone, nell'edizione del 1950 della stessa Appendice si legge:[polentone:] 'mangiatore di polenta', epiteto spregiativo o scherzoso dato dagli abitanti dell'Italia meridionale a quelli dell'Italia settentrionale (Appendice al "Dizionario Moderno", B. Migliorini, 1942).
Nei disagi del secondo dopoguerra si sono fatte più vive, ed estese a tutti i ceti, le polemiche fra Polentoni e Terroni!
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
V. M. Illič-Svitič
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La località è Marradi, in provincia di Firenze ma sul lato est dell'appennino.
Lo inserisco nel profilo, così quando scrivo "qui si sente X" la cosa è meglio circostanziata.
Ma mi sa che la sostanza non sia cambiata: ufficialmente ci si considera toscani. Le scritte sui documenti fanno la differenza, così come una volta la facevano le targhe (io, modestamente, sono stato targato FI G0
).
Ma si sentono, come dicevo, delle prese di distanza anche in quel senso.
Una è quella della terza persona plurale "i toscani dicono, i toscani fanno; i romagnoli dicono, i romagnoli fanno". Dire "noi romagnoli" è totalmente fuori discussione, ma "noi toscani" viene poco spontanea.
Supponiamo che ci sia stata della gente che bussava alle porte per proporre vendite (o truffe
).
"Che gente era?"
Risposte possibili, da parte di chi ha aperto e li ha sentiti parlare, "Erano dei toscani" "Erano dei romagnoli", in entrambi i casi con un sottinteso "erano della gente di via".
L'italiano regionale è un ibrido tra i due. E' difficile parlare di un italiano della Romagna quando ci sono le aperture vocaliche tipiche della Toscana, le zeta affricate, le esse più avanzate. Così come diventa difficile fare il contrario, in assenza di gorgia e lenizione, con le esse intervocaliche sonore a parte i composti, e un raddoppiamento fonosintattico quasi assente.
Lo stesso vale per il lessico: ci sono parole tipicamente toscane (cencio, acquaio, asciughino) accanto ad altre tipicamente romagnole (l'esclamazione "ció", l'aggettivo "invornito").
La gente è convinta di parlare "neutro" (meglio sia dei toscani che dei romagnoli), ma quello vale per tutti gli abitanti d'italia e quindi non conta
Un ibrido è un ibrido, è una forzatura volerlo classificare in una delle due componenti.
Ma si vive bene uguale, non ho mai visto gente col dramma della crisi d'identità regionale. Uno si sente di Marradi, tanto basta.
Sei toscano o romagnolo? Toscano. Poi se parlerò dei toscani come altro da me, pace
Poi l'ibridazione può anche comportare vantaggi: i ristoranti ne fanno un punto di forza, dicendo "vi diamo il meglio di entrambe le cucine".

Da circa il 1500 il paese è sempre stato sotto Firenze, ma la collocazione geografica rende agevoli i contatti con la Romagna.
Il dialetto parlato [1] è di tipo romagnolo, ma anch'esso differisce parecchio dalle varianti della pianura perché risente dell'influsso toscano.
Ha scarsità di vocali e di dittonghi, ha alcune geminazioni che in Romagna non si sentono, riduzione o rottura delle sequenze consonantiche, e anche qualche esse intervocalica sorda. Per non parlare del lessico, ovviamente.
[1] Ma di fatto non è parlato dalla gente con meno di 50 anni.
Lo inserisco nel profilo, così quando scrivo "qui si sente X" la cosa è meglio circostanziata.
Non so se ci sia stato un cambiamento, i nostri vecchi non ci sono più e non posso chiederglielo.Scilens ha scritto:Davvero interessante!
Come vi considerate? E i vostri vecchi come si consideravano?
Ma mi sa che la sostanza non sia cambiata: ufficialmente ci si considera toscani. Le scritte sui documenti fanno la differenza, così come una volta la facevano le targhe (io, modestamente, sono stato targato FI G0

Ma si sentono, come dicevo, delle prese di distanza anche in quel senso.
Una è quella della terza persona plurale "i toscani dicono, i toscani fanno; i romagnoli dicono, i romagnoli fanno". Dire "noi romagnoli" è totalmente fuori discussione, ma "noi toscani" viene poco spontanea.
Supponiamo che ci sia stata della gente che bussava alle porte per proporre vendite (o truffe

"Che gente era?"
Risposte possibili, da parte di chi ha aperto e li ha sentiti parlare, "Erano dei toscani" "Erano dei romagnoli", in entrambi i casi con un sottinteso "erano della gente di via".
L'italiano regionale è un ibrido tra i due. E' difficile parlare di un italiano della Romagna quando ci sono le aperture vocaliche tipiche della Toscana, le zeta affricate, le esse più avanzate. Così come diventa difficile fare il contrario, in assenza di gorgia e lenizione, con le esse intervocaliche sonore a parte i composti, e un raddoppiamento fonosintattico quasi assente.
Lo stesso vale per il lessico: ci sono parole tipicamente toscane (cencio, acquaio, asciughino) accanto ad altre tipicamente romagnole (l'esclamazione "ció", l'aggettivo "invornito").
La gente è convinta di parlare "neutro" (meglio sia dei toscani che dei romagnoli), ma quello vale per tutti gli abitanti d'italia e quindi non conta

Un ibrido è un ibrido, è una forzatura volerlo classificare in una delle due componenti.
Ma si vive bene uguale, non ho mai visto gente col dramma della crisi d'identità regionale. Uno si sente di Marradi, tanto basta.
Sei toscano o romagnolo? Toscano. Poi se parlerò dei toscani come altro da me, pace

Poi l'ibridazione può anche comportare vantaggi: i ristoranti ne fanno un punto di forza, dicendo "vi diamo il meglio di entrambe le cucine".
Le storie di paese sono legate... al paeseScilens ha scritto:Non sentite simili i toscani e nemmeno i romagnoli, ma dovrete pur avere le vostre storie di paese: a che sono legate? Nel medioevo per chi avete parteggiato? Non ci sono aggregazioni di comuni? Che dialetto parlate?

Da circa il 1500 il paese è sempre stato sotto Firenze, ma la collocazione geografica rende agevoli i contatti con la Romagna.
Il dialetto parlato [1] è di tipo romagnolo, ma anch'esso differisce parecchio dalle varianti della pianura perché risente dell'influsso toscano.
Ha scarsità di vocali e di dittonghi, ha alcune geminazioni che in Romagna non si sentono, riduzione o rottura delle sequenze consonantiche, e anche qualche esse intervocalica sorda. Per non parlare del lessico, ovviamente.
[1] Ma di fatto non è parlato dalla gente con meno di 50 anni.
- u merlu rucà
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Esaustivi, sia il messaggio che il rimando.
In definitiva siete toscani con lessico prevalentemente toscano con una pronuncia prevalentemente romagnola che fa un effetto di romagnolo ad un toscano e un effetto di toscano ad un romagnolo.
Voi siete voi, assoluti. Immagino che vi riferiate agli 'altri', sia del versante romagnolo, che di quello toscano, come 'valligiani'.
In definitiva siete toscani con lessico prevalentemente toscano con una pronuncia prevalentemente romagnola che fa un effetto di romagnolo ad un toscano e un effetto di toscano ad un romagnolo.
Voi siete voi, assoluti. Immagino che vi riferiate agli 'altri', sia del versante romagnolo, che di quello toscano, come 'valligiani'.
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
La situazione è in parte simile a quella di Fiumalbo, dove si parla un dialetto conservativo con elementi prevalentemente settentrionali ma con pesanti influssi toscani nel lessico e che chiamano quelli da Lizzano in giù «bocchi».Scilens ha scritto:Immagino che vi riferiate agli 'altri', sia del versante romagnolo, che di quello toscano, come 'valligiani'.
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Non so quale sia la prevalenza nel lessico e nella pronuncia, a guardarci bene pare un bel mischione in entrambi i casi.Scilens ha scritto:Esaustivi, sia il messaggio che il rimando.
In definitiva siete toscani con lessico prevalentemente toscano con una pronuncia prevalentemente romagnola che fa un effetto di romagnolo ad un toscano e un effetto di toscano ad un romagnolo.
Comunque l'ultima frase (quella degli effetti relativi) è verissima. Tra l'altro è evidente che lungo la valle tutto cambia progressivamente, e che il grado di toscanità o romagnolità cambia a seconda del punto di vista.
Io (più o meno nel capoluogo) sento dei toscanismi nelle zone più a sud, e romagnolismi nelle zone più a nord. Uno di Borgo San Lorenzo e uno di Faenza sentirebbe rispettivamente romagnolismi e toscanismi in tutte e tre le zone.
No, non usiamo questo termine.Scilens ha scritto: Voi siete voi, assoluti. Immagino che vi riferiate agli 'altri', sia del versante romagnolo, che di quello toscano, come 'valligiani'.
E' così tanto dispregiativo?valerio_vanni ha scritto:No, non usiamo questo termine.
O non lo usate proprio?
Credo che per giudicare una lingua si debba vederla da fuori, perché chi c'è dentro considera troppo normale quel che è consueto. Qui ci vorrebbero un riminese e un pratese (possibilmente non di città)...
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
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No, non mi pare dispregiativo... semplicemente non viene usato. Tra l'altro Marradi è proprio dentro a una valle, quindi dovrebbe applicarsi a noi (piuttosto che a quelli delle pianure).Scilens ha scritto:E' così tanto dispregiativo?valerio_vanni ha scritto:No, non usiamo questo termine.
O non lo usate proprio?
Il "bocchi" citato da Carnby non l'ho mai sentito in vita mia.
Che da dentro sia difficile è vero, ma da un lato e da quello opposto non si può che ottenere risposte parziali e contrastanti (ognuno noterebbe solo le "stranezze" di tipo opposto e ignorerebbe le proprie).Scilens ha scritto: Credo che per giudicare una lingua si debba vederla da fuori, perché chi c'è dentro considera troppo normale quel che è consueto. Qui ci vorrebbero un riminese e un pratese (possibilmente non di città)...
Meglio, forse, qualcuno di molto lontano.
A Fiumalbo lo usano per indicare quelli che parlano un dialetto emiliano dove le vocali atone sono cadute (mentre da loro resistono pressoché intatte). Non so se voglia dire «di pianura» o «più bassi» (rispetto a loro), in ogni caso non ha una sfumatura positiva.valerio_vanni ha scritto:Il "bocchi" citato da Carnby non l'ho mai sentito in vita mia.
- u merlu rucà
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