
Tic verbali: "anche perché"
Moderatore: Cruscanti
- Animo Grato
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Tic verbali: "anche perché"
Gentili Cruscanti, vorrei sottoporre alla vostra attenzione l'incontrollato proliferare dell'espressione "anche perché". Non so se ci avete fatto caso, ma il semplice "perché" sembra ormai insufficiente a introdurre chiarimenti e argomentazioni: nessuno più "fa questa cosa perché c'è questa ragione", bensì "fa questa cosa anche perché c'è questa ragione". Da dove spunta quell'anche? Dalla sensazione di un complotto di poteri occulti che regola il nostro destino, e al quale possiamo modestamente accodare le nostre personali motivazioni? Da una consapevolezza della nostra umana finitudine dinnanzi agli inflessibili decreti della Provvidenza (per gli ottimisti) o del cieco fato (per chi è incline a un più cupo materialismo)? O è una questione meramente estetica, legata al ritmo della frase? Sicuramente ci sono casi in cui la spiegazione introdotta da "anche perché" ha un carattere davvero accessorio, ma l'indiscriminata preponderanza di questa formula mi porta a pensare che molto spesso sia svincolata da una reale e ponderata scelta espressiva, e viaggi invece di bocca in bocca col pilota automatico. Faccio mea culpa: me ne sono accorto, con un certo raccapriccio, proprio partendo da me stesso ("Perché ho detto anche perché? Anche rispetto a cosa?"), e da allora non ho potuto non notare questo tic verbale nei discorsi, dibattiti, proclami, concioni che con tanta dovizia ci ammanniscono i vari salotti televisivi. Fate la prova, e poi mi direte. 

«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
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A me viene fuori nel parlato, tutte quelle volte in cui, oltre a una serie di motivazioni che non ho intenzione di esplicitare - per i motivi più svariati: poco opportune, preferisco non condividerle, non sarebbero capite, fin troppo ovvie etc. - ne esiste almeno una sufficientemente chiara e inequivocabile da poter essere buttata sul tappeto. Sta per "oltre a tutto il resto - che non mi dilungo a specificare - tieni conto pure di questo che ti sottolineo".
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Dal titolo direi di sì, ma non si vede.Scilens ha scritto:Questo? http://www.youtube.com/watch?v=JTjPjoVqpmg
Re: Tic verbali: "anche perché"
Omioddio ne sono affetto!Animo Grato ha scritto:incontrollato proliferare dell'espressione "anche perché". ... il semplice "perché" sembra ormai insufficiente
... è una questione meramente estetica?
Uso immotivatamente l'anche perché.
Me ne sono accorto oggi, quando ho iniziato un paragrafo così. La ragione contingente era di non voler allungare quello precedente quando ho ricordato questo filone.
Attenzione, è contagioso!
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
Anch'io dico spesso il famigerato anche perché.
Ci sono situazioni in cui anche perché contiene un "anche" del tutto pleonastico, ma introduce comunque una prop. causale, es.:
Telefonata alle 8 di mattina: «Buon giorno capo, oggi non posso venire a lavorare, anche perché ho la febbre a quaranta».
È chiaro che la febbre a 40 °C costituisce con ogni probabilità l'unico motivo per cui non vado a lavorare: se stessi bene, non me ne starei a casa.
Il pleonasmo si estende all'intera coppia quando seguita da "altrimenti" –che può sostituire con lo stesso valore–, ad es. «Devo andare al lavoro anche con la febbre, anche perché (altrimenti) il mio capo non mi paga».
In altri frangenti può invece essere difficile attribuire un valore causale a quel "perché".
Oggi ad es. ero alla biglietteria della stazione. Il bigliettaio mi ha chiesto che treno volessi prendere. Io ho risposto che c'era un Intercity alle 9:29 e un regionale cinque minuti dopo, e che volevo un biglietto per il regionale. Risposta del bigliettaio:
«Anche perché l'Intercity ha due ore di ritardo».
Credo che l'avrei detto anch'io, al posto suo. Il valore causale di quell'anche perché si può considerare mantenuto ricostruendo una frase sottintesa, ad es. questa:
«[Quand'anche lei avesse voluto prendere il primo treno, le sarebbe comunque convenuto ripiegare sul regionale,] anche perché il rapido ha due ore di ritardo».
Oppure: «[Le faccio il biglietto per il regionale perché me l'ha chiesto lei, ma gliel'avrei fatto in ogni caso,] anche perché il rapido ha due ore di ritardo».
Ci sono situazioni in cui anche perché contiene un "anche" del tutto pleonastico, ma introduce comunque una prop. causale, es.:
Telefonata alle 8 di mattina: «Buon giorno capo, oggi non posso venire a lavorare, anche perché ho la febbre a quaranta».
È chiaro che la febbre a 40 °C costituisce con ogni probabilità l'unico motivo per cui non vado a lavorare: se stessi bene, non me ne starei a casa.
Il pleonasmo si estende all'intera coppia quando seguita da "altrimenti" –che può sostituire con lo stesso valore–, ad es. «Devo andare al lavoro anche con la febbre, anche perché (altrimenti) il mio capo non mi paga».
In altri frangenti può invece essere difficile attribuire un valore causale a quel "perché".
Oggi ad es. ero alla biglietteria della stazione. Il bigliettaio mi ha chiesto che treno volessi prendere. Io ho risposto che c'era un Intercity alle 9:29 e un regionale cinque minuti dopo, e che volevo un biglietto per il regionale. Risposta del bigliettaio:
«Anche perché l'Intercity ha due ore di ritardo».
Credo che l'avrei detto anch'io, al posto suo. Il valore causale di quell'anche perché si può considerare mantenuto ricostruendo una frase sottintesa, ad es. questa:
«[Quand'anche lei avesse voluto prendere il primo treno, le sarebbe comunque convenuto ripiegare sul regionale,] anche perché il rapido ha due ore di ritardo».
Oppure: «[Le faccio il biglietto per il regionale perché me l'ha chiesto lei, ma gliel'avrei fatto in ogni caso,] anche perché il rapido ha due ore di ritardo».
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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