Terminologia sproporzionata
Moderatore: Cruscanti
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Terminologia sproporzionata
Non so se sia in tema. Non si tratta infatti di dialetto ma semmai di gergo o, meglio ancora, della percezione che in una parte o nell'altra di Italia si ha di alcuni termini. Per farvi capire meglio cosa intendo dire comincio con miei esempi:
1) se in una certa parte del Piemonte si dice "ho comprato casa" e poi si scopre che si tratta di un appartamento, si viene guardati in modo un pò strano: loro per casa intendono dire la casa isolata (house in inglese), mentre casa in italiano è usato legittimamente anche per alloggio (in realtà esiste anche l'uso in senso lato, sovrapponibile all'inglese home), e infatti nel centro e nel sud mi pare di notare che sia normalissimo usare il termine casa a prescindere dalla tipologia;
2) sempre in Piemonte sono, al contrario, generosi nell'uso del termine moto: una volta a una persona che mi aveva detto "sono con la moto", chiesi di farmela vedere, per poi scoprire che si trattava di uno scooter (scusate ma lo trovo intraducibile) di cilindrata relativamente grossa, mentre per me la moto era sempre stata una tipologia di veicolo a due ruote ben precisa.
3) nel meridione si è molto megalomani usando il termine villa per qualsiasi casa isolata, ma soprattutto il termine imprenditore (beninteso che per il diritto italiano l'uso è proprio) per dare importanza a qualunque mestiere esercitato in proprio (nella fattispecie si trattava di una piccola impresa di pulizie con circa 4 dipendenti), mentre detto termine normalmente fa pensare almeno al titolare di una fabbrica.
Potrei dilungarmi in altri esempi ma per ora do la parola a voi:
sono io che sono in errore a segnalare questi usi o convenite che siano usati in modo un po' iperbolico? Gradirei ovviamente segnalazioni vostre, visto che lo scopo della discussione è proprio questo.
1) se in una certa parte del Piemonte si dice "ho comprato casa" e poi si scopre che si tratta di un appartamento, si viene guardati in modo un pò strano: loro per casa intendono dire la casa isolata (house in inglese), mentre casa in italiano è usato legittimamente anche per alloggio (in realtà esiste anche l'uso in senso lato, sovrapponibile all'inglese home), e infatti nel centro e nel sud mi pare di notare che sia normalissimo usare il termine casa a prescindere dalla tipologia;
2) sempre in Piemonte sono, al contrario, generosi nell'uso del termine moto: una volta a una persona che mi aveva detto "sono con la moto", chiesi di farmela vedere, per poi scoprire che si trattava di uno scooter (scusate ma lo trovo intraducibile) di cilindrata relativamente grossa, mentre per me la moto era sempre stata una tipologia di veicolo a due ruote ben precisa.
3) nel meridione si è molto megalomani usando il termine villa per qualsiasi casa isolata, ma soprattutto il termine imprenditore (beninteso che per il diritto italiano l'uso è proprio) per dare importanza a qualunque mestiere esercitato in proprio (nella fattispecie si trattava di una piccola impresa di pulizie con circa 4 dipendenti), mentre detto termine normalmente fa pensare almeno al titolare di una fabbrica.
Potrei dilungarmi in altri esempi ma per ora do la parola a voi:
sono io che sono in errore a segnalare questi usi o convenite che siano usati in modo un po' iperbolico? Gradirei ovviamente segnalazioni vostre, visto che lo scopo della discussione è proprio questo.
Ultima modifica di rossosolodisera in data mer, 07 mag 2014 16:47, modificato 1 volta in totale.
Re: terminologia sproporzionata
Qui si dice motore con lo stesso significato ampio, dato che si può applicare sia al ciclomotore di 50 cm³ sia all'Harley-Davidson Electra Glide.rossosolodisera ha scritto:sempre in Piemonte sono, al contrario, generosi nell'uso del termine moto: una volta a una persona che mi aveva detto "sono con la moto", chiesi di farmela vedere, per poi scoprire che si trattava di uno scooter (scusate ma lo trovo intraducibile) di cilindrata relativamente grossa, mentre per me la moto era sempre stata una tipologia di veicolo a due ruote ben precisa.
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C'è anche il capo opposto: un mio amico di Palazzolo sull'Oglio - che usa peraltro correttamente una terminologia basso-bresciana - per parlare dell'abitazione di residenza (sua a Palazzolo, mia a Milano in condominio di sei piani, di altri amici in pianura etc.) dice baita, che per me invece è un edificio relativamente ridotto, autonomo, possibilmente con il tetto spiovente, e sito al di sopra di una certa quota.
Es.: "Torni a baita stasera?"
Es.: "Torni a baita stasera?"
- Ferdinand Bardamu
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Re: Terminologia sproporzionata
Occorrerebbero conferme ulteriori di parlanti piemontesi. La parola casa ha (anche) un significato generico, per certi aspetti simile all’inglese home: mi pare quindi piuttosto strano che il suo interlocutore sia rimasto disorientato.rossosolodisera ha scritto:se in una certa parte del Piemonte si dice "ho comprato casa" e poi si scopre che si tratta di un appartamento, si viene guardati in modo un po' strano: loro per casa intendono dire la casa isolata (house in inglese), mentre casa in italiano è usato legittimamente anche per alloggio (in realtà esiste anche l'uso in senso lato, sovrapponibile all'inglese home), e infatti nel centro e nel sud mi pare di notare che sia normalissimo usare il termine casa a prescindere dalla tipologia
Dire Ho comprato casa è diverso dal dire Ho comprato una casa: nel primo caso si vuol dire che si è preso un alloggio, senza specificarne il tipo; nel secondo si afferma che l’immobile acquistato è un edificio intero.
Quest’aneddoto non mi sembra molto significativo. Forse quel moto era un modo impreciso ma casuale, contingente di riferirsi all’oggetto: lei stesso dice che si trattava di un «grosso motorino», cioè d’un oggetto che sta a cavaliere di due categorie contigue.rossosolodisera ha scritto:2) sempre in Piemonte sono, al contrario, generosi nell'uso del termine moto: una volta a una persona che mi aveva detto "sono con la moto", chiesi di farmela vedere, per poi scoprire che si trattava di uno scooter (scusate ma lo trovo intraducibile) di cilindrata relativamente grossa, mentre per me la moto era sempre stata una tipologia di veicolo a due ruote ben precisa.
Finché si rimane nel campo del sentito dire è difficile giudicare. Villa in latino significa ‹casa di campagna› («isolata», quindi, dal centro urbano): può darsi che quest’accezione di villa nell’italiano regionale derivi dall’accezione dialettale, che a sua volta ritiene tuttora il significato latino. In che regione ha sentito usare villa per casa isolata?rossosolodisera ha scritto:nel meridione si è molto megalomani usando il termine villa per qualsiasi casa isolata, ma soprattutto il termine imprenditore (beninteso che per il diritto italiano l'uso è proprio) per dare importanza a qualunque mestiere esercitato in proprio (nella fattispecie si trattava di una piccola impresa di pulizie), mentre detto termine normalmente fa pensare almeno al titolare di una fabbrica.
L’uso di imprenditore come lei lo riporta è perfettamente rispondente alla definizione del vocabolario (cfr. Vocabolario Treccani, «Imprenditore»). Forse la sua perplessità risente un po’ del luogo comune per cui all’imprenditore è associata l’immagine del grande capitano d’industria. In sé, la parola è neutra: si può accompagnare agli aggettivi piccolo o grande per definire le dimensioni dell’impresa.
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Re: terminologia sproporzionata
Anche qui (e in Romagna).Carnby ha scritto:Qui si dice motore con lo stesso significato ampio, dato che si può applicare sia al ciclomotore di 50 cm³ sia all'Harley-Davidson Electra Glide.
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Re: Terminologia sproporzionata
io sono pienamente d'accrodo con lei. Potrebbe definirsi uno pseudoconcetto empirico.Ferdinand Bardamu ha scritto:Occorrerebbero conferme ulteriori di parlanti piemontesi. La parola casa ha (anche) un significato generico, per certi aspetti simile all’inglese home: mi pare quindi piuttosto strano che il suo interlocutore sia rimasto disorientato.
Invece nel centro sud, ma non solo, si usa anche in luogo di alloggio "questa sì che è una casa" riferita ad un confortevole appartamento. Infondo come potrebbe altrimenti essere legittima una frase come "cerco casa" ?Ferdinand Bardamu ha scritto:Dire Ho comprato casa è diverso dal dire Ho comprato una casa: nel primo caso si vuol dire che si è preso un alloggio, senza specificarne il tipo; nel secondo si afferma che l’immobile acquistato è un edificio intero.
Ferdinand Bardamu ha scritto:Quest’aneddoto non mi sembra molto significativo. Forse quel moto era un modo impreciso ma casuale, contingente di riferirsi all’oggetto: lei stesso dice che si trattava di un «grosso motorino», cioè d’un oggetto che sta a cavaliere di due categorie contigue.
Secondo me chi chiama moto uno scooter è solo buffo. Mi viene da pensare a certi anziani degli anni settanta (o anche sessanta, ma in questo caso lo so per racconti altrui) che chiamavano paste i biscotti, magari quelli (esempio classico) con la ciliegia sopra : noi che alla frase "vieni, che ho le paste?" ci aspettavamo cannoncini, meringhe e diplomatici e ne restavamo abbastanza delusi.
Ferdinand Bardamu ha scritto:Finché si rimane nel campo del sentito dire è difficile giudicare. Villa in latino significa ‹casa di campagna› («isolata», quindi, dal centro urbano): può darsi che quest’accezione di villa nell’italiano regionale derivi dall’accezione dialettale, che a sua volta ritiene tuttora il significato latino. In che regione ha sentito usare villa per casa isolata?
Era pure in quel caso Piemonte, ma a usare il termine era una persona di origine siciliana .
Lo so.Ferdinand Bardamu ha scritto:L’uso di imprenditore come lei lo riporta è perfettamente rispondente alla definizione del vocabolario (cfr. Vocabolario Treccani, «Imprenditore»).
Esattamente così. E invece ci sono anche imprenditori per nulla ricchi.Ferdinand Bardamu ha scritto: Forse la sua perplessità risente un po’ del luogo comune per cui all’imprenditore è associata l’immagine del grande capitano d’industria. In sé, la parola è neutra: si può accompagnare agli aggettivi piccolo o grande per definire le dimensioni dell’impresa.
- Animo Grato
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Non vorrei fare il sociologo della domenica (la mia fonte principale è un servizio delle Iene di qualche tempo fa), ma la mia impressione è che la recente epidemia di "imprenditori" sia legata a una forma di pudore, per cui chi non ha un lavoro fisso (dipendente) e campa di espedienti, lavori occasionali e contratti a brevissimo termine si proclama "imprenditore" (di sé stesso) per non doversi dichiarare, di fatto, disoccupato.
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
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Probabilmente è come dice lei. Pur non potendolo più dimostrare, tuttavia, anni fa lessi come distinzione di base questa tra l'impiegato (che ha un datore di lavoro) e l'imprenditore (che è padrone di se stesso e non necessariamente di altri, secondo detta definizione). Un po' come chi arditamente divide la musica semplicemente in classica e jazz (cosa che a me sembra riduttiva).Scilens ha scritto:Imprenditore è chi organizza beni E Persone per l'esercizio dell'impresa.
A rigore non è imprenditore chi non ha dipendenti, ma il materiale legale, al solito, è piuttosto confuso.
In effetti c'è un po' di confusione, un 'imprenditore' senza dipendenti è un lavoratore autonomo, che può essere un artigiano, un commerciante, un professionista o anche un collaboratore, con tutte le forme che questo contratto può prevedere.
Sopra ho citato a braccio la definizione del Codice Civile, che dovrebbe essere quella prevalente secondo il principio gerarchico delle leggi.
Sopra ho citato a braccio la definizione del Codice Civile, che dovrebbe essere quella prevalente secondo il principio gerarchico delle leggi.
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
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