Ferdinand Bardamu ha scritto:Oleoso è indubbiamente un cultismo;
olio no, o non del tutto. Ma è tuttavia abbastanza chiaro che la sua evoluzione fonetica dal latino
OLĔUM è incompleta, talché la parola si trova a metà strada fra l’origine e l’esito atteso *
oglio.
Rohlfs mette
olio accanto a quelli che paiono cultismi a tutti gli effetti, cioè
Sicilia,
palio,
Italia,
Emilia. Oltre a non sceverare il caso di
olio dagli altri, Rohlfs pare contentarsi dell’ipotesi «latineggiante», e pure il Guarnerio, citato sopra da
Infarinato, non va piú in là della semplice constatazione: «[Q]uesto vocabolo [
huile], in pressochè tutto il territorio romanzo, mostra delle forme senza il
l palatalizzato, come si staccassero da *
OLE[
Ŭ] […]». Spiegare quest’eccezione con ipotesi che non siano
ad hoc pare molto difficile…

Premesso che condivido tutte le considerazioni linguistiche esposte, permane in me il dubbio che non stiamo utilizzando il concetto di "ipotesi ad hoc" nello stesso modo. Lei ha anche visto la fatica nell’allineamento terminologico col Merlo. Premesso che, ovviamente, non sono un epistemologo, tento di fare chiarezza. Soprattutto nelle mie idee. Ciò che è fondamentale chiarire consiste nel fatto che un’ipotesi “ad hoc” NON è un’ipotesi “specifica”. Certamente non è tale in epistemologia né in filosofia della scienza. “Bignamizzando” brutalmente, un’ipotesi “ad hoc” non può essere accettata come scientifica perché non risulta essere “falsificabile”.
Se uno studioso scopre un documento venusiano in cui si riscontra la voce “marò” e risolve così il caso, egli formula un’ipotesi - specifica e non “ad hoc” - perfettamente scientifica. Infatti, ciò potrà tranquillamente consentire che una successiva scoperta di un documento marziano più antico ancora attribuisca a questa seconda lingua l’origine del vocabolo. Si tratta d’ipotesi “specifiche”, non “ad hoc” - almeno nel linguaggio scientifico che, forse, anche in questo caso, può differire dall’uso comune -.
Se s’ipotizza una motivazione riscontrata valida - almeno fino al riscontro di una prova migliore - per spiegare la mancata completa evoluzione di olio, si formula un’ipotesi specifica, perfettamente accettabile e non “ad hoc” nell’accezione scientifica negativa del termine.
Il significato scientifico di “ad hoc” implica inaccettabilità scientifica, non specificità.
Sarebbe “ad hoc” - invece - se si stabilisse, ad es., che olio non ha completato il suo iter - dibattito col Merlo - in virtù di caratteristiche specifiche - qualunque esse siano - dell’antecedente “oleu(m)” non dimostrabili né negabili e che questo antecedente non condivide con nessuno dei vocaboli a lui simili che hanno - invece - avuto esito dimostrabilmente diverso. Perché si tratterebbe di una condizione che mai nessuno potrebbe sottoporre ad alcuna verifica “sperimentale”/oggettiva e di cui mai nessuno potrebbe riuscire a provare - ad es. - la falsità oggettiva.
Questo è quanto ci dice la scienza, anche se - messaggi scambiati col Merlo - molti autori di linguistica non si rendono nemmeno conto di ciò di cui si sta trattando.