Significato dell'aggettivo "linfatico"
Moderatore: Cruscanti
- malapartiano
- Interventi: 89
- Iscritto in data: gio, 12 dic 2013 19:34
- Località: Firenze
Significato dell'aggettivo "linfatico"
Buonasera a tutti voi. Leggendo un racconto di Moravia, "Mario", mi sono imbattuto nell'aggettivo "linfatica", riferito ad una ragazza del racconto. In questa edizione dell'Einaudi, una sorta di florilegio di racconti italiani del '900, si riportano spesso e volentieri delle glosse, che chiariscono il significato dei termini meno usuali (credo si tratti di un'edizione per ragazzi). Mi ha incuriosito che in questo caso la chiosa chiarisse che linfatico significa "persona pallida". Ho controllato sul dizionario e oltre all'accezione più tecnica, concernente il mondo dell'anatomia, mi risulta che per estensione si possa dire linfatica una persona fiacca, debole, ma non pallida, ovvero di carnagione molto chiara! Dunque si tratta di un errore o è solo un'accezione più rara?
Grazie.
Grazie.
Ultima modifica di malapartiano in data mer, 25 giu 2014 19:21, modificato 1 volta in totale.
Secondo la teoria umorale, formulata da Ippocrate e ancora radicata nella medicina dell'Ottocento, i quattro fluidi o umori corporei (flemma, sangue, bile gialla e bile nera) determinano i temperamenti degl'individui (ha presente quando una persona è "di cattivo umore"?).
Quindi si hanno temperamenti sanguigni, collerici (bile gialla), melancolici (bile nera) e flemmatici, a seconda della prevalenza dell'uno o dell'altro umore.
A un certo punto della storia della medicina dev'essere avvenuta l'identificazione della flemma con la linfa (in ingl. phlegm è invece una secrezione mucosa dell'albero bronchiale). In questo trattato del 1842 leggerà che «Il temperamento pituitoso, flemmatico, ossia linfatico, si conosce a' seguenti caratteri. (...) Il color della pelle ordinariamente è pallido.» Quindi chi ha scritto quella chiosa non aveva tutti i torti. Ecco il passo di Moravia:
Quindi si hanno temperamenti sanguigni, collerici (bile gialla), melancolici (bile nera) e flemmatici, a seconda della prevalenza dell'uno o dell'altro umore.
A un certo punto della storia della medicina dev'essere avvenuta l'identificazione della flemma con la linfa (in ingl. phlegm è invece una secrezione mucosa dell'albero bronchiale). In questo trattato del 1842 leggerà che «Il temperamento pituitoso, flemmatico, ossia linfatico, si conosce a' seguenti caratteri. (...) Il color della pelle ordinariamente è pallido.» Quindi chi ha scritto quella chiosa non aveva tutti i torti. Ecco il passo di Moravia:
Giannina è una bionda, linfatica, coi capelli lisci e gli occhi di porcellana azzurra. Calma, lenta, riflessiva.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
-
- Interventi: 1725
- Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25
Linfatico per "pallido".
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Ippocrate ha individuato i quattro fluidi e il loro squilibrio come fonte di dolori e malattie (v. discrasia, sign. 1.); successivamente Galeno ha sistematizzato la teoria ippocratica, dato un nome e un'origine a questi umori (la flemma in particolare sarebbe prodotta dal cervello), caratterizzandoli come "freddo e umido", "caldo e secco" ecc. e associando alla prevalenza di ciascuno di essi un determinato "temperamento".Carnby ha scritto:Non era Galeno?Zabob ha scritto:formulata da Ippocrate
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
-
- Interventi: 1782
- Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09
Nel concetto umorale di persona debole e fiacca c'è anche l'idea di pallido non semplicemente come "di carnagione chiara", bensì di carnagione "più chiara della norma", cioè con un colorito più debole, fiacco, meno espresso. Elemento questo che è sì un tratto somatico, ma che - come notato sopra - veniva collegato direttamente a una complessione fisiologica, ovvero era ritenuto essere il riflesso di un equilibrio - o disequilibrio - umorale interno.
Tant'è che anche fra i nordici biondi e chiarissimi si poteva distinguere un chiaro e sanguigno da un chiaro e pallido. E' il concetto di terreo, verdognolo (diceva mia nonna quando non stavo bene), smorto, che è diverso dalla semplice "carnagione chiara".
Tant'è che anche fra i nordici biondi e chiarissimi si poteva distinguere un chiaro e sanguigno da un chiaro e pallido. E' il concetto di terreo, verdognolo (diceva mia nonna quando non stavo bene), smorto, che è diverso dalla semplice "carnagione chiara".
- malapartiano
- Interventi: 89
- Iscritto in data: gio, 12 dic 2013 19:34
- Località: Firenze
Chi c’è in linea
Utenti presenti in questa sezione: Amazon [Bot] e 6 ospiti