A me quel punto ha sempre fatto un brutto effetto, avrei preferito "te".Zabob ha scritto:Una canzone di Grignani dice «io un amico lo perdono, mentre a te ti amo».
A me ha colpito
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Ma se sosteniamo la (maggior) correttezza di «me m'ha colpito», come la mettiamo con la 3ª persona? Dato che "lui" si usa anche come soggetto, nasce un'ambiguità (anche se non v'è dubbio che «A lui l'ha colpito» è "quasi agrammaticale").
Si pensi a una frase come «Io ho cercato di far finta di niente e di trascinarlo via, ma lui quel povero disgraziato l'ha colpito»... Non si capisce se lui prende a botte il poveraccio o rimane turbato a guardarlo (o può anche essere il povero disgraziato a percuotere lui). Ho fatto un esempio volutamente ambiguo (si può fare anche senza ricorrere ai verbi psicologici: si pensi a «lui quel cane l'ha morso»), ma anche «lui quel film l'ha colpito» non mi convince granché.
Per evitare costrutti che avverto come marcatamente regionali quali «a lui quel cane l'ha morso» o «a lui quel film l'ha colpito» io direi senz'altro, volendo mantenere il rafforzativo colloquiale, «lui da quel film ne è rimasto colpito»: a essere ripetuto non è più l'oggetto –lui, ora soggetto– ma "da quel film", e pure l'efficacia mi sembra che ci guadagni.
Si pensi a una frase come «Io ho cercato di far finta di niente e di trascinarlo via, ma lui quel povero disgraziato l'ha colpito»... Non si capisce se lui prende a botte il poveraccio o rimane turbato a guardarlo (o può anche essere il povero disgraziato a percuotere lui). Ho fatto un esempio volutamente ambiguo (si può fare anche senza ricorrere ai verbi psicologici: si pensi a «lui quel cane l'ha morso»), ma anche «lui quel film l'ha colpito» non mi convince granché.
Per evitare costrutti che avverto come marcatamente regionali quali «a lui quel cane l'ha morso» o «a lui quel film l'ha colpito» io direi senz'altro, volendo mantenere il rafforzativo colloquiale, «lui da quel film ne è rimasto colpito»: a essere ripetuto non è più l'oggetto –lui, ora soggetto– ma "da quel film", e pure l'efficacia mi sembra che ci guadagni.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Perché, come dice giustamente il Serianni, non è solo una questione di dislocazione, ma anche di tipo di verbo.
Dunque, te ti amo ma a me non mi convince? 
A ogni modo, non pensa che sia eccessivo il fatto che anche l'italiano colloquiale disponga di regole e che si debbano fare — in questo caso cosí come nell'italiano sovrarregionale — delle distinzioni? Voglio dire, si rischierebbe d'impazzire se ognuno di noi, prima di intavolare una discussione tra amici, stesse sempre attento al verbo da usare, alla preposizione da omettere o no, ecc... Non trova soffocante la cosa?

A ogni modo, non pensa che sia eccessivo il fatto che anche l'italiano colloquiale disponga di regole e che si debbano fare — in questo caso cosí come nell'italiano sovrarregionale — delle distinzioni? Voglio dire, si rischierebbe d'impazzire se ognuno di noi, prima di intavolare una discussione tra amici, stesse sempre attento al verbo da usare, alla preposizione da omettere o no, ecc... Non trova soffocante la cosa?
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No, ché per me non sono regole, o perlomeno non sono «piú regole» di qualsiasi altra regola grammaticale, che altro non è che la codificazione d’un particolare uso linguistico.Ivan92 ha scritto:A ogni modo, non pensa che sia eccessivo il fatto che anche l'italiano colloquiale disponga di regole e che si debbano fare — in questo caso cosí come nell'italiano sovrarregionale — delle distinzioni? […] Non trova soffocante la cosa?
Io dico naturalmente: te ti rispetto, a me mi piaci, a/– me non mi convince (~ *a me non convince) e a te ti voglio bene.
Quanto a te ti amo, come ho già detto, mi suona meglio di a te ti amo, ma non direi né l’uno né l’altro, ché, ribadisco, in entrambe l’espressioni avverto un innaturale sfasamento di registro (cfr., invece, sei tu colei che amo).
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