Rilasciare

Spazio di discussione su questioni di lessico e semantica

Moderatore: Cruscanti

PersOnLine
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Intervento di PersOnLine »

Mi pare in campo forestale, rilasciare valga lo stesso di lasciare nel significato di 'non togliere'.
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Scilens
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Intervento di Scilens »

Un motore sviluppa o eroga potenza.
Si rilascia una briglia o la carta d'identità.
Ma negli esempi detti nessuno ricorda che il prefisso "ri"-"re" designa una ripetizione, ma ri-lasciamo stare.
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
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Zabob
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Intervento di Zabob »

E se l'uso si estendesse alla zoologia? Titolo di giornale: «Tigri del circo colpite da un'epidemia. Si procederà alla soppressione dei felini, rilasciando gli esemplari più vigorosi.» :roll:
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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marcocurreli
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Intervento di marcocurreli »

Può anche darsi che in selvicoltura si sia usato prima il sostantivo e poi il verbo.
In ogni caso si tratta di un'accezione molto tecnica, che riguarda esclusivamente il "rilascio" di matricine, e quindi non estendibile ad altri casi. Nessun forestale direbbe "rilasciare un bosco" o un prato o una tigre.

A riprova del carattere spiccatamente tecnico del termine di uso forestale, ho notato che nel regolamento di attuazione delle "legge forestale" (Regio decreto 16 maggio 1926 n. 1126) non si parla di rilascio ( termine già in uso all'epoca), ma di conservazione (di matricine); questo perché in tempi "remoti" chi scriveva le leggi curava molto la lingua, in modo che i testi di legge fossero il più possibile comprensibili a tutti.
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Zabob
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Intervento di Zabob »

marcocurreli ha scritto:Nessun forestale direbbe "rilasciare un bosco" o un prato o una tigre.
Suvvia, era una battuta, e come tale basata proprio sull'improbabilità e sul doppio senso.
marcocurreli ha scritto:Può anche darsi che in selvicoltura si sia usato prima il sostantivo e poi il verbo.
(...)
A riprova del carattere spiccatamente tecnico del termine di uso forestale, ho notato che nel regolamento di attuazione delle "legge forestale" (Regio decreto 16 maggio 1926 n. 1126) non si parla di rilascio ( termine già in uso all'epoca), ma di conservazione (di matricine); questo perché in tempi "remoti" chi scriveva le leggi curava molto la lingua, in modo che i testi di legge fossero il più possibile comprensibili a tutti.
Le due affermazioni mi sembrano in contraddizione: se dice che nel 1926 non si parla (ancora) di rilascio vuol dire che è nato prima il verbo (cosa che mi trova d'accordo).
Ultima modifica di Zabob in data ven, 17 ott 2014 18:29, modificato 1 volta in totale.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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marcocurreli
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Intervento di marcocurreli »

Zabob ha scritto:... se dice che non 1926 non si parla (ancora) di rilascio ...
volevo dire che non si parla di rilascio nel regio decreto, pur essendo il termine già conosciuto nel 1926. Volevo inoltre sottolineare come a quel tempo i legislatori si preoccupassero di rendere il testo delle leggi comprensibile a tutti, e non solo agli addetti ai lavori. Oggi purtroppo i legislatori non si preoccupano nemmeno di scrivere le leggi in un italiano corretto.
PersOnLine
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Intervento di PersOnLine »

Zabob ha scritto:E se l'uso si estendesse alla zoologia? Titolo di giornale: «Tigri del circo colpite da un'epidemia. Si procederà alla soppressione dei felini, rilasciando gli esemplari più vigorosi.» :roll:
'Rimettere in libertà' è uno dei significati classici del verbo rilasciare.
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