«Esòso»
Moderatore: Cruscanti
«Esòso»
Ho guardato questo video dal quale ho appreso molte cose interessanti, fra cui il fatto che "esòso" /e'zɔzo/ si pronuncia con la 'o' aperta e con la 's' dolce (a differenza di golóso, curióso, ecc.), e ne viene addotta una motivazione etimologica.
In effetti /e'zɔzo/ è l'unica pronuncia riportata dal DOP, mentre il Canepari sul DiPI lo riporta come pronuncia tradizionale (eˈzozo. -zɔz-; -zos- [T o/ɔ, UMLR o]: la 's' aspra solo "tollerata") e lo Zingarelli 2012 (le cui trascrizioni fonematiche sono dovute in parte allo stesso Canepari) dà eṣóso /e'zoso/ (o -ò-) (o -ṣo) – quindi esattamente come golóso /go'loso/ ecc.
Tuttavia l'etimologia non mi pare giustifichi questa differenza né nell'accento fonico né per quel che riguarda la sonorizzazione dell'ultima 's', poiché in lat. si ha comunque la desinenza ōsus (glōrĭōsus/exōsus).
P.S.: aggiungo i riferimenti nel video: minuto 1:40 - minuto 28:33.
In effetti /e'zɔzo/ è l'unica pronuncia riportata dal DOP, mentre il Canepari sul DiPI lo riporta come pronuncia tradizionale (eˈzozo. -zɔz-; -zos- [T o/ɔ, UMLR o]: la 's' aspra solo "tollerata") e lo Zingarelli 2012 (le cui trascrizioni fonematiche sono dovute in parte allo stesso Canepari) dà eṣóso /e'zoso/ (o -ò-) (o -ṣo) – quindi esattamente come golóso /go'loso/ ecc.
Tuttavia l'etimologia non mi pare giustifichi questa differenza né nell'accento fonico né per quel che riguarda la sonorizzazione dell'ultima 's', poiché in lat. si ha comunque la desinenza ōsus (glōrĭōsus/exōsus).
P.S.: aggiungo i riferimenti nel video: minuto 1:40 - minuto 28:33.
Ultima modifica di Zabob in data dom, 26 ott 2014 10:47, modificato 1 volta in totale.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
- Ferdinand Bardamu
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La ragione è molto semplice: esoso è un cultismo e, in quanto tale, non segue la normale evoluzione delle vocali toniche latine, bensí (se non sbaglio, ma se sbaglio immagino che interverrà il nostro Infarinato a correggermi) il principio vocale incerta, vocale aperta.
Confronti, per esempio, candéla (parola comune e di tradizione ininterrotta, che continua il latino CANDĒLAM) e tutèla (cultismo tratto dal latino TUTĒLA).
Confronti, per esempio, candéla (parola comune e di tradizione ininterrotta, che continua il latino CANDĒLAM) e tutèla (cultismo tratto dal latino TUTĒLA).
La ragione addotta da Borri è diversa: pare di capire che, se siamo in presenza di un aggettivo derivante da un sostantivo ("famoso" da fama, "glorioso" da gloria ecc.) si ha 'o' chiusa; "esòso" invece viene da un participio passato (ex + ōsus, da ōdisse*). Ma la vocale è sempre lunga!Ferdinand Bardamu ha scritto:La ragione è molto semplice: esoso è un cultismo
*Si legge òdisse, sdrucciolo? mi ricordavo odìsse. Ma sono passati 30 anni!
Ultima modifica di Zabob in data mar, 28 ott 2014 17:37, modificato 4 volte in totale.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Proprio cosí, caro Ferdinand. Principio miglioriniano cui mi piace aggiungere (con ovvio riferimento alle s e alle z) quello «consonante che s’ignora, consonante sonora» (…ovviamente, vocali aperte e s e z sonore si hanno anche in parole popolari).Ferdinand Bardamu ha scritto:La ragione è molto semplice: esoso è un cultismo e, in quanto tale, non segue la normale evoluzione delle vocali toniche latine, bensí (se non sbaglio, ma se sbaglio immagino che interverrà il nostro Infarinato a correggermi) il principio vocale incerta, vocale aperta.
Lievemente diverso il caso di oso /ˈɔzo/ (verbo e aggettivo), che è una parola popolare, dove la /ɔ/ è etimologica e la /z/ è dovuta alla ben nota moda settentrionaleggiante responsabile già in antico (in Toscana, ma non nel resto del Centro) della sonorizzazione di molte parole di tradizione ininterrotta.
(Dovrei ascoltare la registrazione, ma, cosí come riportata, la giustificazione del Borri non ha molto senso. )
Tuttavia anche "curioso" /ku'rjoso/ è voce dotta (così per lo Zingarelli, almeno), dal lat. curiōsus (a sua volta dal sost. cūra).
(Forse Borri, visto l'uditorio cui si rivolgeva, ha voluto semplificare.)
(Forse Borri, visto l'uditorio cui si rivolgeva, ha voluto semplificare.)
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Non ha importanza: il suffisso -ŌSU(M) è presente in cosí tanti aggettivi di tradizione popolare che l’analogia ha fatto il resto.Zabob ha scritto:Tuttavia anche "curioso" è voce dotta (così per lo Zingarelli, almeno), da curiōsus (a sua volta dal sost. cūra) eppure dà l'italiano "curioso" /ku'rjoso/.
Ma l’analogia non ha evidentemente colpito quei termini d’uso raro e limitato a ristrette cerchie d’intellettuali —un esempio ancora piú «clamoroso»: inglese /-s-/ (e cosí praticamente tutti gli etnonimi) ~ francese /-z-/ (e cosí anche cortese, palese, paese etc.).
Vedo che "curióso" e "esòso" – entrambe, come abbiamo visto, voci dotte – compaiono per la prima volta in italiano (fonte sempre Zingarelli) la prima nel XIII sec., la seconda nel XV.
Immagino che anche questo significhi qualcosa – "curioso" è comunque di tradizione ininterrotta, "esoso" potrebbe essere una nuova formazione.
Immagino che anche questo significhi qualcosa – "curioso" è comunque di tradizione ininterrotta, "esoso" potrebbe essere una nuova formazione.
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Mi aspettavo l'osservazione. Ho ancora molte lacune da colmare. Ma son qui per imparare. Sapevo che "cultismo" e "voce dotta" sono sinonimi e come tali li ho prima adoperati; mi aspettavo la tirata d'orecchi(e) perché sospettavo che "di tradizione ininterrotta" significasse l'opposto (quindi sin. di "voce popolare") e me ne ha dato conferma.
Pensavo che "esoso" fosse un conio su base latina poiché non ho trovato exodi nel dizionario latino.
Pensavo che "esoso" fosse un conio su base latina poiché non ho trovato exodi nel dizionario latino.
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