Trapassato prossimo

Spazio di discussione su questioni di carattere sintattico

Moderatore: Cruscanti

Ivan92
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Trapassato prossimo

Intervento di Ivan92 »

Perdonate lo sciocco e melenso quesito. Condizionato (forse) dagli usi regionali della lingua, mi capita spesso di dire cose del tipo quella sera avevamo mangiato un piatto di pasta. Mi chiedo se non sia errata la scelta del tempo, ché il trapassato prossimo indica l'anteriorità d'un evento in rapporto a un momento passato, che dovrebbe esser esplicitato. In una frase alla stregua di quella sera avevamo mangiato un piatto di pasta non v'è riferimento alcuno a un momento succedente alla cena. Sarebbe piú corretto l'uso d'un altro tempo?
Ultima modifica di Ivan92 in data ven, 14 nov 2014 22:33, modificato 2 volte in totale.
valerio_vanni
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Intervento di valerio_vanni »

Se uno sta pensando al momento (successivo) in cui sentiva la digestione pesante, ci può stare ;-)
Enzo Cursio
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Intervento di Enzo Cursio »

In effetti come lei dice il trapassato prossimo si usa per indicare un’azione passata prima di un’altra espressa, ma si può anche usare quando l'azione passata è sottintesa. Comunque posta come l'ha posta lei, sembra quasi che la frase galleggi nel nulla mentre credo appartenga ad un contesto, con altre frasi precedenti o successive che giustifichino l'uso del trapassato prossimo. :wink:
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Zabob
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Intervento di Zabob »

Devo correggere un paio di utenti:
Ivan92 ha scritto:In una frase alla stregua di quella sera avevamo mangiato un piatto di pasta non v'è riferimento alcuno a un momento antecedente la cena.
Credo volesse intendere "successivo alla cena".
Enzo Cursio ha scritto:In effetti come lei dice il trapassato prossimo si usa per indicare un’azione passata prima di un’altra espressa, ma si può anche usare quando l'azione passata è sottintesa.
Anche Lei, credo volesse dire «quando l'azione successiva è sottintesa».
Ad es., «Quella sera avevamo mangiato un piatto di pasta[, ma durante la notte due di noi furono còlti da coliche e dovettero farsi vedere al pronto soccorso]. :wink:
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
Ivan92
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Intervento di Ivan92 »

Zabob ha scritto:Credo volesse intendere "successivo alla cena".
Sí, mi son confuso. Correggo subito. La ringrazio, caro Zabob. :)

Ad ogni modo, per rispondere a Enzio Cursio, frasi di questo genere non appartengono [quasi mai] a un contesto piú ampio e non v'è alcuna azione successiva sottintesa. Cosa avevate mangiato quella sera? Quella sera? Be', se non ricordo male, avevamo mangiato un piatto di pasta. Alla luce di quel che s'è detto —e rileggendo la frase incriminata—, mi pare di poter dire che si tratta d'un uso regionale del tempo in questione: per qualche strano motivo, esso sostituisce il passato prossimo o il passato remoto.
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Mi è stato detto che alcuni settentrionali lo usano al posto dell'«innaturale» (per loro) passato remoto.
Ivan92
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Intervento di Ivan92 »

Può ben darsi che sia cosí: da noi, il passato remoto, non s'usa mai.
Ivan92
Interventi: 1416
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Intervento di Ivan92 »

Riporto un passo d'Elsa Morante, tratto da Menzogna e sortilegio:

«Allorché, discesa appena la sera, aveva udito sua madre rientrare in casa, Anna, presa da ripugnanza all'idea di guardare altri in faccia, di corsa era andata a rinchiudersi a chiave in quel salotto.»

Alla luce di quel che s'è detto in questo filone, non mi sembra cosí pacifica la scelta di quel trapassato. Voi cosa ne pensate? Non sarebbe stato meglio usare andò?
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Animo Grato
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Intervento di Animo Grato »

Come prosegue il racconto? Secondo me, la scelta del trapassato è giustificata dal fatto che l'azione descritta nella frase riportata è vista in funzione di ciò che sta per succedere: prepara la scena, ma resta in secondo piano.
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
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Scilens
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Intervento di Scilens »

Secondo me torna. L'unica cosa che cambierei è quel "aveva udito", in questo modo:

«Allorché, discesa appena la sera, ebbe udito sua madre rientrare in casa, Anna, presa da ripugnanza all'idea di guardare altri in faccia, di corsa era andata a rinchiudersi a chiave in quel salotto.»
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
Ivan92
Interventi: 1416
Iscritto in data: gio, 28 nov 2013 19:59
Località: Castelfidardo (AN)

Intervento di Ivan92 »

Be', ho sottaciuto volutamente un pezzo perché credevo non avesse alcuna utilità. Lo riporto per intero:

«Allorché, discesa appena la sera, aveva udito sua madre rientrare in casa, Anna, presa da ripugnanza all'idea di guardare altri in faccia, di corsa era andata a rinchiudersi a chiave in quel salotto o tinello che un tempo serviva da camera a Teodoro e a lei stessa e dove adesso veniva ricevuto Edoardo.»
Ivan92
Interventi: 1416
Iscritto in data: gio, 28 nov 2013 19:59
Località: Castelfidardo (AN)

Intervento di Ivan92 »

Scilens ha scritto:Secondo me torna. L'unica cosa che cambierei è quel "aveva udito", in questo modo:

«Allorché, discesa appena la sera, ebbe udito sua madre rientrare in casa, Anna, presa da ripugnanza all'idea di guardare altri in faccia, di corsa era andata a rinchiudersi a chiave in quel salotto.»
Non so, userei comunque un passato remoto al posto di quel era andata...
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GFR
Interventi: 310
Iscritto in data: ven, 10 ott 2014 21:39

Intervento di GFR »

A me la scelta del tempo fatta dall'Autrice pare che serva a prepare il lettore a qualcosa che sta per accadere: "... Era andata... Quando si trovò..."
Avatara utente
Scilens
Interventi: 1097
Iscritto in data: dom, 28 ott 2012 15:31

Intervento di Scilens »

L'Autrice mette tutto sullo stesso piano temporale ("aveva udito"-"era andata") di un racconto di un fatto lontano nel tempo. L'uso di "allorché" (che è ancora meno duraturo di un "allorquando") però puntualizza l'azione dell'udire, che ha una durata limitata, e per questo avrei preferito il trapassato remoto (ebbe udito) a quello prossimo. Una scelta diversa, naturalmente non un errore.
L'autrice avrebbe anche potuto usare il passato remoto (andò), ma il racconto sarebbe stato più vicino nel tempo alla voce narrante trasmettendo un senso di svolgimento e di attesa che la frase originale non vuole dare. Tutto è già successo e questo è il resoconto piano, quasi rassegnato, senza nessuna attesa spasmodica. GFR coglie un altro aspetto, come di descrizione d'una premessa, ma io non ho letto il libro, non saprei dire.
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
Moderatore
Interventi: 5195
Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
Località: Legnago (Verona)

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Ivan92 ha scritto:Be', ho sottaciuto volutamente un pezzo perché credevo non avesse alcuna utilità. Lo riporto per intero:

«Allorché, discesa appena la sera, aveva udito sua madre rientrare in casa, Anna, presa da ripugnanza all'idea di guardare altri in faccia, di corsa era andata a rinchiudersi a chiave in quel salotto o tinello che un tempo serviva da camera a Teodoro e a lei stessa e dove adesso veniva ricevuto Edoardo.»
Come ha già detto Animo Grato, l’uso del trapassato presuppone un momento di riferimento al passato, ed esprime un’azione o uno stato anteriore a questo riferimento.

Nel passo che lei ha riportato, il momento di riferimento nel passato è espresso con l’imperfetto: «… dove adesso veniva ricevuto Edoardo». Il trapassato prossimo mantiene quindi la sua funzione primaria di esprimere l’anteriorità nel passato.
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