«Presso»
Moderatore: Cruscanti
- Ferdinand Bardamu
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«Presso»
Un mio ex caporedattore mi corresse anni fa un presso che avevo usato in una notiziola che suonava piú o meno cosí: «Il convegno sull’importanza della salamella nell’alimentazione umana si svolgerà il tal giorno presso la sala «Tal dei Tali» del centro convegni di Vattelapesca». La ragione, che allora trovai cogente, era che presso significa ‹vicino a, nei dintorni di›, non ‹dentro a›. Quella correzione, espressa dal suddetto giornalista con una certa rudezza, mi convinse tanto che da allora non ho piú usato presso se non per dire ‹nei dintorni di›.
Sennonché oggi mi vado a leggere la definizione del Treccani e leggo:
Unito direttamente al compl., senza concorso di altra preposizione, per indicare vicinanza nello spazio, in complementi di stato in luogo o moto a luogo […] frequente con il sign. di «in casa di» […] e negli indirizzi, per introdurre l’indicazione della persona e della casa di cui il destinatario è ospite provvisoriamente, o dell’ufficio, dell’istituto in cui lavora.
In poche righe, una smentita di quel che credeva quel mio capo. Non saprei dire però se la trattazione del Treccani sia una fotografia di un uso consolidato, benché improprio, oppure un’accezione normalissima di presso, che non ha nulla di anomalo. In quest’ultimo caso, quel caporedattore era vittima di una regola fantasma.
Che ne pensate?
Sennonché oggi mi vado a leggere la definizione del Treccani e leggo:
Unito direttamente al compl., senza concorso di altra preposizione, per indicare vicinanza nello spazio, in complementi di stato in luogo o moto a luogo […] frequente con il sign. di «in casa di» […] e negli indirizzi, per introdurre l’indicazione della persona e della casa di cui il destinatario è ospite provvisoriamente, o dell’ufficio, dell’istituto in cui lavora.
In poche righe, una smentita di quel che credeva quel mio capo. Non saprei dire però se la trattazione del Treccani sia una fotografia di un uso consolidato, benché improprio, oppure un’accezione normalissima di presso, che non ha nulla di anomalo. In quest’ultimo caso, quel caporedattore era vittima di una regola fantasma.
Che ne pensate?
Per me quel giornalista non aveva torto, perché il convegno si sarebbe svolto NELLA sala «Tal dei Tali», non nei pressi.
Il suo uso di "presso" secondo me derivava dall'uso postale di scrivere l'indirizzo di qualcuno che provvisoriamente si trovava in un domicilio non proprio. Sulle lettere si scriveva il nome seguito da c/o, oppure "presso", oppure un altro segno che non so come riprodurre qui, seguito dall'indirizzo comprendente il nome del capofamiglia residente a quell'indirizzo.
Il suo uso di "presso" secondo me derivava dall'uso postale di scrivere l'indirizzo di qualcuno che provvisoriamente si trovava in un domicilio non proprio. Sulle lettere si scriveva il nome seguito da c/o, oppure "presso", oppure un altro segno che non so come riprodurre qui, seguito dall'indirizzo comprendente il nome del capofamiglia residente a quell'indirizzo.
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
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Grazie del contributo. Se legge attentamente il mio intervento, troverà un passo ricopiato dalla definizione del Treccani che fa già riferimento a ciò che dice lei.
Proprio l’uso della preposizione per indicare un indirizzo, che per definizione sta per la precisa posizione di una casa o di un ufficio, mi fa pensare che presso possa essere usato anche al posto di ‹dentro a›.
Riporto un altro passo della definizione del Treccani:
In compl. di luogo anche fig.: ambasciatore presso la Santa Sede; attualmente fa pratica p. uno studio notarile; gode di grande stima p. i colleghi; avere credito p. qualcuno, fama p. i posteri.
È di tutta evidenza che una persona non può far pratica «nei dintorni di» uno studio notarile. Peraltro, il Treccani non accompagna questi esempi con alcun’avvertenza.
Proprio l’uso della preposizione per indicare un indirizzo, che per definizione sta per la precisa posizione di una casa o di un ufficio, mi fa pensare che presso possa essere usato anche al posto di ‹dentro a›.
Riporto un altro passo della definizione del Treccani:
In compl. di luogo anche fig.: ambasciatore presso la Santa Sede; attualmente fa pratica p. uno studio notarile; gode di grande stima p. i colleghi; avere credito p. qualcuno, fama p. i posteri.
È di tutta evidenza che una persona non può far pratica «nei dintorni di» uno studio notarile. Peraltro, il Treccani non accompagna questi esempi con alcun’avvertenza.
Gli esempi rendono l'idea di qualcuno che non fa parte della struttura, ma che è vicino ad essa, com'è infatti il paricipio passato di premere, come "associato".
In certi dialetti meridionali si dice "vicino a" per intendere "lì", forse c'è una convergenza in questo senso.
In certi dialetti meridionali si dice "vicino a" per intendere "lì", forse c'è una convergenza in questo senso.
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
Non mi pare che il vocabolario Treccani lo contempli, ma si usa anche dire "presso il tale scrittore" (es. «Mai scrittura è stata tanto ragionata, mai immediatezza espressiva ridotta tanto al minimo, quanto presso il Manzoni.»), "presso il tale popolo" (es. «La matematica presso gli Egizi»)...
Se non mi sbaglio anche il lat. ăpud – solitamente tradotto con "presso" – si usava per indicare, oltre che prossimità, uno stato in luogo reale o figurato.
Se non mi sbaglio anche il lat. ăpud – solitamente tradotto con "presso" – si usava per indicare, oltre che prossimità, uno stato in luogo reale o figurato.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Più chiarificatrice la definizione del Devoto-Oli:Ferdinand Bardamu ha scritto:Riporto un altro passo della definizione del Treccani:
In compl. di luogo anche fig.: ambasciatore presso la Santa Sede; attualmente fa pratica p. uno studio notarile; gode di grande stima p. i colleghi; avere credito p. qualcuno, fama p. i posteri.
È di tutta evidenza che una persona non può far pratica «nei dintorni di» uno studio notarile. Peraltro, il Treccani non accompagna questi esempi con alcun’avvertenza.
Sia nel significato proprio:
…sia (anche e soprattutto) nel significato figurato (sottolineatura mia):Come prep., indica vicinanza o prossimità nello spazio in complementi di stato in luogo o di moto a luogo: si combatté p. il fiume; giunti che fummo p. Firenze;
L'ambasciatore non vive nel palazzo presidenziale; uno potrebbe semplicemente telefonare o scrivere a un funzionario del ministero senza mai andarci di persona; ecc.fig., consente di associare alla nozione di 'prossimità' varie sfumature di 'pertinenza': ambasciatore p. la Repubblica italiana; intervenne p. il competente ministero; parole che si ritrovano p. numerosi autori di quel secolo; ha lavorato per molti anni p. questa ditta;
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Grazie. Quindi confermi anche tu che, in una frase come quella che ho portato a esempio nel primo intervento («Il convegno … si svolgerà … presso la sala…»), l’uso di presso nell’accezione spaziale concreta è improprio. Ora sono piú tranquillo: la convinzione che mi era stata inculcata era corretta.
Quest’uso è purtroppo diffusissimo (qui un esempio). Sembra quasi che presso sia sentito come un sinonimo piú «complicato», quindi piú elegante e formale, di in o a. Il meccanismo di sostituzione sembra avere delle analogie con quello che ha portato al dilagante diffondersi del piuttosto che in funzione disgiuntiva.
Quest’uso è purtroppo diffusissimo (qui un esempio). Sembra quasi che presso sia sentito come un sinonimo piú «complicato», quindi piú elegante e formale, di in o a. Il meccanismo di sostituzione sembra avere delle analogie con quello che ha portato al dilagante diffondersi del piuttosto che in funzione disgiuntiva.
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Al riguardo aggiungo l’illuminante trattazione del De Mauro. Presso, usato per riferirsi a un luogo determinato, è proprio del linguaggio burocratico, e da qui è passato, come molti altri burocratismi, alla lingua dei giornali.
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