«S» sorda o sonora nei suffissati?
Moderatore: Cruscanti
«S» sorda o sonora nei suffissati?
Ho spulciato qua e là nel tentativo di scovare qualcosa che dirimesse i miei dubbi. Non ho trovato alcunché e chiedo venia in anticipo nel caso in cui l'argomento sia già stato trattato in un altro filone. Come pronunciare la s intervocalica nei suffissati che derivano da una parola la cui sibilante è sorda? Esemplifico: /nervo'sizmo/ o /nervo'zizmo/?
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Re: S sorda o sonora nei suffissati?
Sorda come nelle rispettive basi, con poche, non facilmente prevedibili, eccezioni.
Il DOP, alla voce erodere, riporta, per ciò che concerne il passato remoto del verbo, entrambe le pronunce (sia cólla sorda sia cólla sonora), consigliando d'optare per la prima, mentre il DiPI ci esorta a dire /e'rozi/, ché anche all'interno dei toschi confini la pronuncia cólla èsse dolce è quella predominante, nonostante un tempo fosse piú consigliata la pronuncia con èsse sorda. In ogni caso, sono ammesse entrambe. Come mai, invece, sia il DOP sia il DiPI convengono nel ritenere /ero'zjone/ l'unica pronuncia possibile? Per quale motivo un'ipotetica /ero'sjone/ sarebbe un errore ortoepico? Per via dell'approssimante? O per questioni di carattere etimologico?
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Innanzitutto, erosione non è un derivato di [io] erosi o di eroso. Poi, è una voce dotta come erodere, per cui vale il solito principio «consonante che s’ignora, consonante sonora», ma, a differenza di erosi, eroso, non può vantare analogie coi molti perfetti e participi passati in /-si, -so/ di verbi popolari quali chiudere, ridere e addirittura lo stesso rodere, e rientra invece tra i molti nomina actionis in /-zjo̍ne/. Infine, l’èsse si trova in posizione protonica.
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