[xTSC] I dimostrativi in toscano

Spazio di discussione su questioni di dialettologia italiana e italoromanza

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Scilens
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Intervento di Scilens »

Grazie Ivan :)

A Zabob,
qui si dice normalmente "qui" e 'vieni qua' si dice "venqquà", però questi dettagli cambiano da zona a zona, anche per raggi di pochissimi chilometri, non prenda la mia parlata come se fosse valida per tutta la Toscana, tutto è pieno d'eccezioni. Ogni eccezione avrà una sua storia e ragione che non è sempre nota, voler uniformare è utopico nella pretesa di conoscere ogni causa del dialetto, e ciò vale per ogni dialetto. È impossibile, del tutto impossibile imparare perfettamente una precisa varietà locale di toscano se non ci si nasce. Nemmeno i parlanti sono consapevoli di tutte le sfumature che assorbono per osmosi fin dalla nascita. Voler uniformare, come è stato fatto in Corsica e Irlanda vuol dire cancellare un universo d'indizi storici, una via senza ritorno e senza senso.
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
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Zabob
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Intervento di Zabob »

Scusi caro Scilens ma è fuori strada. Ero semplicemente incuriosito dalla caduta della 'u'. Volevo sapere se questa caduta avviene solo se dopo la 'u' ci sono le vocali 'e' e 'i' (questo quihesto hi, o vesto vi a Pisa e Livorno) o se per caso – ferme restando le condizioni diastratiche e diatopiche – non investa anche le altre vocali (chi pronuncia hesto hi/vesto vi dice anche quandohando/vando?; cuorehore/vore)?
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Zabob ha scritto:Dunque qui si pronuncia "chi" /hi/ e quieta si pronuncia "cheta" /ˈhɛta/. Vieni qua si dirà /ˈvjɛni ˈha/?
Ferme restando le considerazioni morfo-lessicali di Scilens, sí, ma parentesi rigorosamente quadre, per favore! [k] da una parte e [∅ ɦ h ç x] dall’altra sono «tassofoni» (i.e. allofoni combinatòri) dell’unico fonema /k/. ;) …E ovviamente [∅ ɦ h ç x] non possono mai comparire a inizio assoluto d’enunciato, quindi [di ˈhi], [si ˈheːta], ma *[ˈhi], *[ˈheːta]. :!:
Zabob ha scritto:Rustico è inteso come opposto rispetto a cittadino? In città non s'usa la gorgia?
Con «rustico» s’intende il dialetto proprio dei «parlanti di parlanti di bassa acculturazione di ascendenza o provenienza contadina» (le definizioni e la maggior parte delle informazioni da me date in questo filone sono di Luciano Giannelli, Toscana, «Pacini», Pisa, 2000² [1976¹]).

Nel dialetto «corrente» («proprio dei ceti urbani e delle giovani generazioni»), la gorgia s’usa eccome, ma non si ha la caduta della labiovelare, quindi, a seconda della località, per una parola come questo /kwe̍sto/ si ha un’alternanza del tipo [ˈkwesːto] ~ [di ˈ(h)wesːto].
Zabob ha scritto:[C]hi pronuncia h[k(w)]esto hi/vesto vi dice anche quandohando/vando?; cuorehore/vore…?
Sí e no: le varianti pisano-livornesi in [v] valgono solo per i dimostrativi-interrogativi (…e per poche altre parole ormai lessicalizzate come vaíni [«quattrini»]).
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Zabob
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Intervento di Zabob »

La ringrazio, Infarinato. Un'altra cosa:
Infarinato ha scritto:
Zabob ha scritto:Dunque qui si pronuncia "chi" /hi/ e quieta si pronuncia "cheta" /ˈhɛta/.
...[di ˈhi], [si ˈheːta], ma *[ˈhi], *[ˈheːta]. :!:
Inizialmente avevo scritto proprio [ˈheːta] (anzi, impropriamente /ˈheta/); poi, considerando che quieta in italiano ha la e aperta (come in quasi tutti i dittonghi -ie-), l'ho corretta in [ˈhɛːta]; ma sbagliai: nel passaggio da quieta [ˈkwjɛːta] a cheta [ˈheːta] non solo c'è la gorgia, non solo c'è la caduta di entrambe le approssimanti, ma anche la chiusura della vocale tonica – «continuaz. dell'-e- lunga di quietus latino», avverte il DOP.
Ultima modifica di Zabob in data ven, 20 feb 2015 14:38, modificato 1 volta in totale.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Intervento di Infarinato »

Zabob ha scritto:[N]el passaggio da quieta [ˈkwjɛːta] a cheta [ˈheːta] non solo c'è la gorgia, non solo c'è la caduta di entrambe la approssimanti, ma anche la chiusura della vocale tonica – «continuaz. dell'-e- lunga di quietus latino», avverte il DOP.
Attenzione! Non confondiamo il passaggio dal latino QUIĒTUM [kʷɪˈeːtʊ̃] all’italiano chéto (si pensi all’analogo QUĪ(S) [ˈkʷiː(s)] > chi), eventualmente attraverso un ipotetico *[ˈkjeːto] (ma l’assorbimento della palatale avviene verosimilmente in contemporanea al passaggio [kʷ] > [k]), con la spirantizzazione della velare («gorgia»), fenomeno molto probabilmente di gran lunga seriore.
valerio_vanni
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Intervento di valerio_vanni »

Infarinato ha scritto:…E ovviamente [∅ ɦ h ç x] non possono mai comparire a inizio assoluto d’enunciato, quindi [di ˈhi], [si ˈheːta], ma *[ˈhi], *[ˈheːta]. :!:
Voleva scrivere *[ˈki], *[ˈkeːta]?

Ah, no, forse mancava un pezzetto al "mai".
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Intervento di Infarinato »

No, volevo scrivere esattamente ciò che ho scritto. ;) (Si notino gli asterischi.)
valerio_vanni
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Intervento di valerio_vanni »

Allora non ho capito io.

Mi tornano [di ˈhi] e [si ˈheːta], ma gli asterischi cosa indicano?

Visto che la gorgia avviene solo in posizione post vocalica, a inizio frase mi aspetterei [ki] e [ke:ta]. Gli asterischi mi suggeriscono una geminazione, che non mi torna né a inizio frase né riguardo a delle [h].
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Intervento di Infarinato »

Gli asterischi sono fuori delle parentesi quadre, e indicano forme agrammaticali / impossibili / non attestate. ;)
valerio_vanni
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Intervento di valerio_vanni »

Ora torna tutto :-)
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