«Ci siamo ‹detti›/‹detto›»?
Moderatore: Cruscanti
«Ci siamo ‹detti›/‹detto›»?
Chiedo aiuto. Ho un dubbio su una frase che "sento suonare bene" in due formulazioni, ma non so quale di esse sia lecita (magari lo sono tutt'e due...):
a) «In relazione a quanto ci siamo detto»;
b) «In relazione a quanto ci siamo detti».
C'è qualcuno che può svelarmi l'arcano?
Grazie!
a) «In relazione a quanto ci siamo detto»;
b) «In relazione a quanto ci siamo detti».
C'è qualcuno che può svelarmi l'arcano?
Grazie!
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Re: «Ci siamo ‹detti›/‹detto›»?
Con i pronomi clitici obliqui vanno bene entrambi i costrutti.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Re: «Ci siamo ‹detti›/‹detto›»?
A me non sembra che si possa dire *Le cose che ci siamo detto. O Le cose che ci siamo detti, o, in uno stile piú letterario, Le cose che ci siamo dette.Fausto Raso ha scritto:Con i pronomi clitici obliqui vanno bene entrambi i costrutti.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Re: «Ci siamo ‹detti›/‹detto›»?
Lei, quindi, cortese Marco, considera errato "in relazione a quanto ci siamo detto? (In relazione a quanto abbiamo detto a noi stessi).Marco1971 ha scritto:A me non sembra che si possa dire *Le cose che ci siamo detto. O Le cose che ci siamo detti, o, in uno stile piú letterario, Le cose che ci siamo dette.Fausto Raso ha scritto:Con i pronomi clitici obliqui vanno bene entrambi i costrutti.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Le dirò la verità, caro Fausto, la cosa m'intriga. Io ho sempre saputo che i verbi pronominali/riflessivi concordano col soggetto. Ma in effetti, ci sono esempi dell'invariabilità anche presso scrittori non trascurabili.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Re: «Ci siamo ‹detti›/‹detto›»?
Sono d'accordo.Marco1971 ha scritto:A me non sembra che si possa dire *Le cose che ci siamo detto. O Le cose che ci siamo detti, o, in uno stile piú letterario, Le cose che ci siamo dette.Fausto Raso ha scritto:Con i pronomi clitici obliqui vanno bene entrambi i costrutti.
Ma nel primo messaggio non c'era "le cose". Era il "quanto" che poteva concordare con "detto".
Re: «Ci siamo ‹detti›/‹detto›»?
Ha perfettamente ragione. Ma mi lasciano perplesso gli esempi seguenti, nei quali avrei concordato al plurale. Che ne dice? E che ne pensano gli altri?
Allorché si buttarono nelle braccia l’uno dell’altro, quando si dissero che si amavano nella bocca, entrambi pensavano con desiderio molle ed acuto al rapido momento della sera innanzi, in cui sottovoce, senza guardarsi, quasi senza parole, si erano detto che il cuore turbinava loro in petto ad entrambi nel trovarsi accanto. (Verga, Novelle rusticane)
Né il procuratore Begozzi, né gli altri della comitiva rifiatarono; già da un pezzo si erano detto a segni ed occhiate, che quel professore era uno dei soliti scaldapopoli attaccabrighe, e conveniva lasciarla lì... (Cagna, Alpinisti ciabattoni)
Poi la ragazza uscì senza guardarlo ed egli vide daccapo la vecchia signora immobile nel proprio ritratto. Che cosa si erano detto? La fanciulla era una sua discendente? Perché era entrata in quella notte, sola ed elegante, per uscire così presto? (Oriani, Oro incenso mirra)
Allorché si buttarono nelle braccia l’uno dell’altro, quando si dissero che si amavano nella bocca, entrambi pensavano con desiderio molle ed acuto al rapido momento della sera innanzi, in cui sottovoce, senza guardarsi, quasi senza parole, si erano detto che il cuore turbinava loro in petto ad entrambi nel trovarsi accanto. (Verga, Novelle rusticane)
Né il procuratore Begozzi, né gli altri della comitiva rifiatarono; già da un pezzo si erano detto a segni ed occhiate, che quel professore era uno dei soliti scaldapopoli attaccabrighe, e conveniva lasciarla lì... (Cagna, Alpinisti ciabattoni)
Poi la ragazza uscì senza guardarlo ed egli vide daccapo la vecchia signora immobile nel proprio ritratto. Che cosa si erano detto? La fanciulla era una sua discendente? Perché era entrata in quella notte, sola ed elegante, per uscire così presto? (Oriani, Oro incenso mirra)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Re: «Ci siamo ‹detti›/‹detto›»?
Anche a me verrebbe da concordare al plurale.Marco1971 ha scritto:Ha perfettamente ragione. Ma mi lasciano perplesso gli esempi seguenti, nei quali avrei concordato al plurale. Che ne dice? E che ne pensano gli altri?
Allorché si buttarono nelle braccia l’uno dell’altro, quando si dissero che si amavano nella bocca, entrambi pensavano con desiderio molle ed acuto al rapido momento della sera innanzi, in cui sottovoce, senza guardarsi, quasi senza parole, si erano detto che il cuore turbinava loro in petto ad entrambi nel trovarsi accanto. (Verga, Novelle rusticane)
L'unica ipotesi che mi viene da formulare, su quelle frasi, è che l'oggetto attrattivo sia la frase intera che il cuore turbinava..., con un singolare maschile implicito.
Ma è, appunto, implicito. Non riesce ad avere, secondo me, la forza attrattiva degli oggetti con un genere e un numero esplicito (es. "le mani" del mio precedente esempio) e quindi a portare via la concordanza al riflessivo.
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