«Living»
Moderatore: Cruscanti
«Living»
Per tutti quelli che ancora non credono che si stiano sostituendo le parole italiane con quelle straniere: Mobili per la zona living. Certo, può essere considerato un «uso occasionale» o «pubblicitario», ma quando anche una parola come soggiorno viene considerata poco «appetibile», forse è davvero il momento di considerare che la nostra lingua in pericolo. E non si venga più a dire che l'italiano è «poco tecnologico», ragion per cui il linguaggio informatico e scientifico è stato infarcito di anglicismi inutili.
- Ferdinand Bardamu
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Stamattina alla radio ho sentito una pubblicità in cui una ragazza insegnava al fidanzato parole «moderne», facendogli dimenticare quelle antiquate; tra queste c'era proprio living, al posto dell'antichissimo e obsoleto soggiorno...
Facendo una ricerca in Rete spunta fuori questa pagina, che non voglio commentare. E addirittura il Treccani riporta la definizione di living room:
«La stanza di soggiorno della casa moderna»!
Facendo una ricerca in Rete spunta fuori questa pagina, che non voglio commentare. E addirittura il Treccani riporta la definizione di living room:
«La stanza di soggiorno della casa moderna»!

- Ferdinand Bardamu
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Io sono sconcertato dalla «spiegazione» della preferenza per living espressa da «coloro che si occupano di progettazione». S’ignora che ogni lingua esprime una specifica visione del mondo: se dovessimo scegliere arbitrariamente le parole conforme alla loro presunta maggiore espressività o evocatività, ne risulterebbe un creolo.
Eppoi, anche ammesso che il «soggiorno della casa moderna» sia qualcosa di sostanzialmente diverso da quello della casa antica, e anche ammesso che soggiorno non sia piú una parola adeguata al nuovo concetto, perché lasciare che il significato «meglio identificato» (?) dell’inglese sia veicolato dalla stessa parola inglese? La propria lingua madre è ben piú evocativa di una lingua straniera, a prescindere dalla padronanza che di quest’ultima si può avere.
Eppoi, anche ammesso che il «soggiorno della casa moderna» sia qualcosa di sostanzialmente diverso da quello della casa antica, e anche ammesso che soggiorno non sia piú una parola adeguata al nuovo concetto, perché lasciare che il significato «meglio identificato» (?) dell’inglese sia veicolato dalla stessa parola inglese? La propria lingua madre è ben piú evocativa di una lingua straniera, a prescindere dalla padronanza che di quest’ultima si può avere.
Avevo appena visto un articolo di simile natura: http://amichedifuso.com/2015/01/27/immi ... ata-expat/
- Animo Grato
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E dehors per terrazzo: l'ho sentita anch'io e ho vomitato la colazione.Andrea Russo ha scritto:Stamattina alla radio ho sentito una pubblicità in cui una ragazza insegnava al fidanzato parole «moderne», facendogli dimenticare quelle antiquate; tra queste c'era proprio living, al posto dell'antichissimo e obsoleto soggiorno...

«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
Se io son nato qui, come i miei bisnonni, come potrei definirmi? Come mi dovrei definire? Indigeno? Autoctono? Aborigeno? Toscano ormai no, non credo.
Conformo-conforma?Ferdinand Bardamu ha scritto: le parole conforme
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
Ma in Italia non vendono dizionari inglesi monolingui? Servono quelli ormai. A tal proposito, consiglio l’ottimo Oxford Advanced.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Era una pubblicità ironica, vero? ...o no?Andrea Russo ha scritto:Stamattina alla radio ho sentito una pubblicità in cui una ragazza insegnava al fidanzato parole «moderne», facendogli dimenticare quelle antiquate; tra queste c'era proprio living, al posto dell'antichissimo e obsoleto soggiorno...

Però qui il dehors non è un terrazzo: è quell'antiestetica cabina davanti ai locali dove è consentito fumare e che d'estate viene aperta.Animo Grato ha scritto:E dehors per terrazzo
Ma, se può rassicurarvi, living-room (sí, col trattino
) è registrato nel dizionario francese Le Petit Robert.

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Se anche la Bastiglia ha ceduto... siamo finiti
Anch'io l'ho sentita, mentre guidavo, e ho zittito la radio per non rischiare sulla guida.
Secondo me la questione nasce dal cambio radicale delle case attuali, molto più piccole e in cui occorre concentrare i vari ambienti in un unico vano *openspeis, in cui si sommano la "zona pranzo", la "zona lettura", la "zona ricevimento" etc.
Una volta c'era il soggiorno, ma anche il salotto, il salottino, la cucina abitabile e così via. Oggi nello stesso spazio di una cucina seria ci si deve far stare anche il letto, quindi occorre un termine diverso da soggiorno.
Termine che peraltro ci sarebbe già, monolocale, inteso come spazio abitativo che contiene tutto, o zona giorno, se si è così fortunati da avere il letto in un altro loculo.
D'altra parte, il termine inglese alla lettera indica la stanza in cui si vive, si trascorre la giornata e, appunto come specificato nell'articolo sopra, si sviluppano le relazioni familiari.
Non mi sembra quindi adeguato alla situazione media nostrana. Considerati gli orari di lavoro e di trasferimento casa-lavoro-casa, la zona dove si vive e ci si relazione maggiormente finisce per essere quella in cui si dorme... oppure il centro commerciale, dove si trascorre la domenica e si incontrano gli amici e i bambini giocano etc. etc.

Anch'io l'ho sentita, mentre guidavo, e ho zittito la radio per non rischiare sulla guida.
Secondo me la questione nasce dal cambio radicale delle case attuali, molto più piccole e in cui occorre concentrare i vari ambienti in un unico vano *openspeis, in cui si sommano la "zona pranzo", la "zona lettura", la "zona ricevimento" etc.
Una volta c'era il soggiorno, ma anche il salotto, il salottino, la cucina abitabile e così via. Oggi nello stesso spazio di una cucina seria ci si deve far stare anche il letto, quindi occorre un termine diverso da soggiorno.
Termine che peraltro ci sarebbe già, monolocale, inteso come spazio abitativo che contiene tutto, o zona giorno, se si è così fortunati da avere il letto in un altro loculo.
D'altra parte, il termine inglese alla lettera indica la stanza in cui si vive, si trascorre la giornata e, appunto come specificato nell'articolo sopra, si sviluppano le relazioni familiari.
Non mi sembra quindi adeguato alla situazione media nostrana. Considerati gli orari di lavoro e di trasferimento casa-lavoro-casa, la zona dove si vive e ci si relazione maggiormente finisce per essere quella in cui si dorme... oppure il centro commerciale, dove si trascorre la domenica e si incontrano gli amici e i bambini giocano etc. etc.

- Animo Grato
- Interventi: 1384
- Iscritto in data: ven, 01 feb 2013 15:11
Beccati! È una pubblicità del Re Merlino (♫♪ Sì, vendetta, tremenda vendetta... ♪♫).
Ovviamente, loro sono i mandanti; gli efferati esecutori materiali sono i cosiddetti "creativi" pubblicitari: una banda di cocainomani in preda a delirio schizoide, come si può vedere dando un'occhiata (di sfuggita, mi raccomando!) a questa bella paginetta. Vi consiglio di imbottirvi di tranquillanti prima di aprire il collegamento.
Ovviamente, loro sono i mandanti; gli efferati esecutori materiali sono i cosiddetti "creativi" pubblicitari: una banda di cocainomani in preda a delirio schizoide, come si può vedere dando un'occhiata (di sfuggita, mi raccomando!) a questa bella paginetta. Vi consiglio di imbottirvi di tranquillanti prima di aprire il collegamento.
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
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- Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09
Mi sembra che orrori tipo "concept" e "kiosk" scompaiano di fronte all'idea di fondo
"Grazie a kiosk, tablet e monitor posizionati in diversi reparti, sarà possibile sfogliare il catalogo e confrontare tra loro i prodotti per orientarsi nelle scelte di acquisto. "
Cioè, in pratica... vado in un grande magazzino reale e materiale, per consultare e scegliere su un catalogo on line... ????
Mi sembra che abbiamo toccato il fondo, e non solo linguistico...
"Grazie a kiosk, tablet e monitor posizionati in diversi reparti, sarà possibile sfogliare il catalogo e confrontare tra loro i prodotti per orientarsi nelle scelte di acquisto. "
Cioè, in pratica... vado in un grande magazzino reale e materiale, per consultare e scegliere su un catalogo on line... ????

Mi sembra che abbiamo toccato il fondo, e non solo linguistico...
- Ferdinand Bardamu
- Moderatore
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- Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
- Località: Legnago (Verona)
Di fronte al garbuglio d’anglicismi inutili del gergo pubblicitario, l’iniziativa di Annamaria Testa è una boccata d’ossigeno. Ma per una pubblicitaria illuminata ce ne sono mille altri che si beano della propria itanglofonia.
Mi pare però che kiosk non sia molto in uso in italiano: anche le postazioni moderne si chiamano di solito totem, o sbaglio?domna charola ha scritto:"Grazie a kiosk, tablet e monitor posizionati in diversi reparti... "
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