Concordanza verbale dopo «se non avessi creduto che»
Moderatore: Cruscanti
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- Iscritto in data: mer, 05 nov 2014 16:20
Concordanza verbale dopo «se non avessi creduto che»
Salve,
tra le due espressioni qual è quella corretta? Quello che mi preme sapere è il verbo dopo "avessi creduto".
1) Se, infatti, non avessi creduto che qualcosa di meglio potesse esistere, che senso avrebbe avuto lamentarsi?
2) Se, infatti, non avessi creduto che esisteva qualcosa di meglio, che senso avrebbe avuto lamentarsi?
Grazie
tra le due espressioni qual è quella corretta? Quello che mi preme sapere è il verbo dopo "avessi creduto".
1) Se, infatti, non avessi creduto che qualcosa di meglio potesse esistere, che senso avrebbe avuto lamentarsi?
2) Se, infatti, non avessi creduto che esisteva qualcosa di meglio, che senso avrebbe avuto lamentarsi?
Grazie
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- Iscritto in data: mer, 05 nov 2014 16:20
Al fine di rendere più chiara la mia richiesta inserisco la frase completa:
"D’altronde tutte le circostanze di cui mi sono lamentato in passato non erano altro che situazioni che potevo cambiare, ma che avevo scelto di non cambiare. Se, infatti, non avessi creduto che esisteva di qualcosa di meglio, che senso avrebbe avuto lamentarsi?"
"D’altronde tutte le circostanze di cui mi sono lamentato in passato non erano altro che situazioni che potevo cambiare, ma che avevo scelto di non cambiare. Se, infatti, non avessi creduto che esisteva di qualcosa di meglio, che senso avrebbe avuto lamentarsi?"
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- Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09
Ho bisogno di "snodare" il testo...
a) si è lamentato in passato
b) per situazioni modificabili
c) ma che ha scelto di non modificare
d) quindi credeva ci fosse qualcosa di meglio (situazione modificabile)
e) e quindi aveva senso lamentarsi
non sono convinta però di aver interpretato bene: ha senso lamentarsi se la situazione è modificabile (cioè, si lamenta perché vede una soluzione migliore), ma se questa soluzione è già stata volutamente rifiutata, verrebbe da dire che non può lamentarsi (avendo fatto una scelta precisa)... non credo di essermi spiegata nemmeno io...
Questa elucobrazione nasce dal fatto che, a monte, mi sembra ci sia differenza fra:
- che qualcosa di meglio potesse esistere
- che qualcosa di meglio esistesse
Credere nella possibilità di esistenza di una cosa secondo me è diverso che credere nell'esistenza della cosa stessa. Cioè, la prima è una potenzialità, la seconda un atto.
Al di là dei tempi verbali, forse quello che mi crea problema nella comprensione è proprio questo... chiedo aiuto!!!!
a) si è lamentato in passato
b) per situazioni modificabili
c) ma che ha scelto di non modificare
d) quindi credeva ci fosse qualcosa di meglio (situazione modificabile)
e) e quindi aveva senso lamentarsi
non sono convinta però di aver interpretato bene: ha senso lamentarsi se la situazione è modificabile (cioè, si lamenta perché vede una soluzione migliore), ma se questa soluzione è già stata volutamente rifiutata, verrebbe da dire che non può lamentarsi (avendo fatto una scelta precisa)... non credo di essermi spiegata nemmeno io...
Questa elucobrazione nasce dal fatto che, a monte, mi sembra ci sia differenza fra:
- che qualcosa di meglio potesse esistere
- che qualcosa di meglio esistesse
Credere nella possibilità di esistenza di una cosa secondo me è diverso che credere nell'esistenza della cosa stessa. Cioè, la prima è una potenzialità, la seconda un atto.
Al di là dei tempi verbali, forse quello che mi crea problema nella comprensione è proprio questo... chiedo aiuto!!!!
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- Interventi: 22
- Iscritto in data: mer, 05 nov 2014 16:20
Il rifiutarsi ad esempio di assumersi il cento per cento di responsabilità nella propria vita potrebbe comunque andare di pari passo con il lamentarsi delle situazioni che capitano, come ad esempio il voler per forza vedere i propri problemi imputabili a cose esterne (gli altri, la politica, la crisi economica, etc.). Allora diciamo che in questo senso il miglioramento è ipotetico, giacché è una potenzialità che dipende dalla propria capacità di sapersi assumere delle responsabilità per cambiare la propria condizione. Soltanto chi coglie queste potenzialità può migliorarsi, chi, invece, non lo fa è molto probabile che continui a lamentarsi prendendosela con fattori esterni.
Spero di essere stato chiaro!
Spero di essere stato chiaro!
- Ferdinand Bardamu
- Moderatore
- Interventi: 5199
- Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
- Località: Legnago (Verona)
Credere regge di norma proposizioni oggettive al congiuntivo, perciò la frase giusta è la numero 1: «Se, infatti, non avessi creduto che qualcosa di meglio potesse esistere, che senso avrebbe avuto lamentarsi?». O, meglio, la frase numero 1 è generalmente preferibile in buon italiano; in un registro informale, invece, si può trovare anche l’indicativo.personaggio ha scritto:… tra le due espressioni qual è quella corretta? Quello che mi preme sapere è il verbo dopo "avessi creduto".
1) Se, infatti, non avessi creduto che qualcosa di meglio potesse esistere, che senso avrebbe avuto lamentarsi?
2) Se, infatti, non avessi creduto che esisteva qualcosa di meglio, che senso avrebbe avuto lamentarsi?
Sarebbe potuto esistere è pura eresia?Ferdinand Bardamu ha scritto:potesse esistere
Non so, forse sbarco dalla Luna, ma per me questa frase non è corretta col condizionale (semplice o composto che sia):
*Se, infatti, non avessi creduto che qualcosa di meglio sarebbe potuto esistere, che senso avrebbe avuto lamentarsi?
Nel mio italiano si direbbe:
Se, infatti, non avessi creduto che qualcosa di meglio fosse potuto esistere, che senso avrebbe avuto lamentarsi?
*Se, infatti, non avessi creduto che qualcosa di meglio sarebbe potuto esistere, che senso avrebbe avuto lamentarsi?
Nel mio italiano si direbbe:
Se, infatti, non avessi creduto che qualcosa di meglio fosse potuto esistere, che senso avrebbe avuto lamentarsi?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- marcocurreli
- Interventi: 625
- Iscritto in data: ven, 25 set 2009 22:36
- Località: Cagliari
Gentile Marco,Marco1971 ha scritto:Se, infatti, non avessi creduto che qualcosa di meglio fosse potuto esistere, che senso avrebbe avuto lamentarsi?
per me suona più naturale il condizionale, in questo caso; però la sua versione mi ha fatto sorgere più di un dubbio. Per esempio, nel caso delle seguenti due affermazioni:
«può esistere»
«potrebbe esistere»
come rendere la differenza di significato in una frase dubitativa?
Proviamo a ragionarci sopra. Che senso avrebbe avuto lamentarsi? cosa significa? Significa che non mi sono lamentato, anche se avrei potuto farlo (pur non essendocene motivo).
Ora, l’esistenza di qualcosa di meglio è vista, in questa frase, come qualcosa d’irreale, non come un evento del cui verificarsi si ha retrospettivamente certezza (come in Non credevo che avrebbe vinto, e invece ha vinto, come tutti possono vedere).
La frase in sé, bisogna ammetterlo, è particolarmente estranea alla lingua comune; chi formulerebbe il proprio pensiero in questa maniera?
Tuttavia, se di naturalezza si vuole parlare, la negazione e la formulazione interrogativa depongono fortemente a favore del congiuntivo sopra il condizionale, soprattutto trovandosi un altro condizionale in fin di frase.
Ma qui, forse, c’entra piú l’orecchio musicale che non la pura grammatica…
Ora, l’esistenza di qualcosa di meglio è vista, in questa frase, come qualcosa d’irreale, non come un evento del cui verificarsi si ha retrospettivamente certezza (come in Non credevo che avrebbe vinto, e invece ha vinto, come tutti possono vedere).
La frase in sé, bisogna ammetterlo, è particolarmente estranea alla lingua comune; chi formulerebbe il proprio pensiero in questa maniera?
Tuttavia, se di naturalezza si vuole parlare, la negazione e la formulazione interrogativa depongono fortemente a favore del congiuntivo sopra il condizionale, soprattutto trovandosi un altro condizionale in fin di frase.
Ma qui, forse, c’entra piú l’orecchio musicale che non la pura grammatica…
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Sí, come dice Lei, caro Marco, la frase pecca di perspicuità. Io non ho ancora capito il significato: non ha senso lamentarsi se credo che possa esistere qualcosa di meglio ma noto con sofferenza che le cose non cambiano e rimangono cosí come sono o non ha senso lamentarsi se credo che possa esistere qualcosa di meglio e attendo, sereno e fiducioso, quel che sarà? A prescindere da questo, il congiuntivo trapassato mi suona strano per motivi logici, non musicali. Se non avessi creduto (a quel tempo ) che qualcosa di meglio sarebbe potuto esistere (di lí a poco)/fosse potuto esistere (prima di quel tempo?), che senso avrebbe avuto lamentarsi?. Non so, mi sembra che l'uso del congiuntivo contraddica ogni logica. Ma, molto probabilmente, mi sto perdendo nel classico bicchier d'acqua.
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