Un aggiornamento: la petizione è stata chiusa e chiosata con la dicitura «Vittoria».
Viene riportata anche la lettera del Presidente dell'Accademia della Crusca in risposta al successo riscosso dalla petizione.
Grazie dell’aggiornamento. Cito dalla lettera del presidente della Crusca Marazzini ai sottoscrittori della petizione:
Claudio Marazzini, presidente dell’[i]Accademia della Crusca[/i] ha scritto:Il Direttivo si riunisce nei prossimi giorni: se non porrà ostacoli, progetteremo un sito Internet di facile accesso e consultazione, per aiutare tutti a orientarsi tra vecchie e nuove parole straniere entrate nel nostro lessico, per capire quali sono i significati, gli usi, le alternative valide e possibili.
Qui potremmo far valere la nostra esperienza: la nostra lista potrebbe tornare utile per fornire traducenti sanciti dall’autorità della Crusca.
Ce lo chiediamo anche noi. Pare che sia diffusa l’idea secondo la quale il desiderio di avere traducenti per le tante parole inglesi entrate in italiano sia da associare all’autarchia fascista, e quindi non debba essere nemmeno preso in considerazione.
Purtroppo argomenti del genere segnalano la precisa volontà di non discutere: si ha un bel dire a ribattere che non si vuole imporre nulla, che non si vogliono bandire i forestierismi, che la difesa della propria lingua dovrebbe essere un tema trasversale, ecc.
Sarei favorevole a introdurre un obbligo di légge che forzi l'uso dell'Italiano ovunque possibile e in particolare negli scritti ufficiali dello Stato e Istituzioni connesse. Ma poi ci sarebbe il problema di decidere che cosa sia l'"Italiano" una buona volta per sempre. Come si fa?
A mio avviso la soluzione è semplice: negli atti pubblici si usino solo parole italiane e si pubblichino un vocabolario e una grammatica ufficiali. Poi ognuno in privato e in pubblico è libero di usare tutti i forestierismi che gli pare (non sono favorevole a una legge Toubon all'italiana).