«Cardo» per «cardine»

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Animo Grato
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«Cardo» per «cardine»

Intervento di Animo Grato »

Com'è noto a tutti, tre settimane fa è stata inaugurata l'Esposizione Universale. Nei vari servizi televisivi dedicati all'argomento sentivo tornare con insistenza questa parola: cardo. «Il cardo è pronto», «il cardo è ultimato», «i lavori per il cardo sono in ritardo», il cardo qui, il cardo là. Confesso che in un primo momento avevo pensato che cardo fosse un nomignolo per quella svettante struttura che ufficialmente è chiamata "Albero della Vita" ed è il simbolo dell'Espò; ahimè, mi ingannavo.
Il cardo non è altro che il cardine, ovvero la via principale che, nell'urbanistica romana, incrociava il decumano, dando origine alla caratteristica struttura a scacchiera che ancora oggi riconosciamo in tante città d'origine romana (o che s'ispirano a quella tradizione). La stessa fiera milanese prende spunto da quell'impostazione e infatti, ortogonale al "cardo", sfoggia il suo (regolare) bel decumano. L'italiano cardine deriva, com'è normale che sia, dall'accusativo del cardo, cardinis latino, e l'accoppiata "cardine & decumano" è nota a tutti, penso, fin dai primi rudimenti di storia romana appresi alle elementari.
Da dove spunta, allora, questo cardo? Forse qualche "addetto alla comunicazione" s'è lasciato coinvolgere troppo dal tema dell'Esposizione (il cibo) e, sognando ad occhi aperti il cappone coi gobbi, ha scritto "cardo" invece di "cardine"?
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Cardo per indicare la via principale degli accampamenti romani, e delle città di costruzione romana, è messo a lemma nel De Mauro. È invece assente dal Treccani e dal DISC. Sospetto che sia di recente introduzione.

Cardo, tra l’altro, forma con decumano un’accoppiata linguisticamente incoerente: cardo è un latinismo puro, decumano un latinismo adattato. Allora o diciamo cardo e decumanus o cardine e decumano
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Intervento di Freelancer »

Cardo è presente anche nel Devoto-Oli, che rimanda a cardine per l'accezione.

In Avviamento alla etimologia italiana, Giacomo Devoto scrive:
cardo, lat. tardo cardus, class. carduus, privo di connessioni attendibili, ma, come caedus con caedere, forse collegato con un *cardere, ampl. in -d di carere 'cardare' come tendere di tenere; v. carminare.

carminare, dal lat. carminare 'scardassare' da carmen 'strumento per cardare' e questo da carere 'cardare', che ha corrispondenti evidenti solo nell'area baltica; cfr. cardo.
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Intervento di Infarinato »

Freelancer ha scritto:In Avviamento alla etimologia italiana, Giacomo Devoto scrive:
cardo, lat. tardo cardus, class. carduus, privo di connessioni attendibili, ma, come caedus con caedere, forse collegato con un *cardere, ampl. in -d di carere 'cardare' come tendere di tenere; v. carminare.

carminare, dal lat. carminare 'scardassare' da carmen 'strumento per cardare' e questo da carere 'cardare', che ha corrispondenti evidenti solo nell'area baltica; cfr. cardo.
D’accordo, Roberto, ma codesto non è il cardo «cardine» che qui si discute: è il cardo «gobbo/riccio/scardasso».
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Intervento di Freelancer »

Ah scusate, la fretta...

Con riferimento al "sospetto" di Ferdinand, l'edizione cartacea del Devoto-Oli 2008 (curata da Serianni e Trifone) ha un'informazione aggiuntiva alla voce cardo di cui si discute qui: ||prima del 1941.
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Carnby
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Intervento di Carnby »

In realtà il Cardo è semplicemente la strada principale dell'Espò meneghino, che s'incrocia ovviamente col Decumano, come nelle città romane. Non sono a conoscenza di altri contesti dove si usi questa parola.
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