I nomi dei parenti acquisiti nei vari dialetti
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- Ferdinand Bardamu
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I nomi dei parenti acquisiti nei vari dialetti
Recentemente ho scoperto due parole dialettali, purtroppo in disuso, per indicare suocero e suocera: rispettivamente mesièro e madona, che, in quanto a origine, corrispondono alle parole italiane messere e madonna. (È curioso questo soverchio rispetto nei confronti dei suoceri, a me pare quasi ironico…)
Il mio dialetto si distingue dall’italiano anche per l’uso di spósa per nuora, mentre genero è semplicemente zènaro e cognato è cugnà.
Mi vien fatto di pensare che, come il dialetto bassoveronese differisce dall’italiano per questo rispetto, cosí anche tutti gli altri dialetti della Penisola possano mostrare divergenze simili. Quali sono le vostre parole per indicare questi parenti acquisiti, i cui nomi mi paiono i piú soggetti a variazioni locali?
Il mio dialetto si distingue dall’italiano anche per l’uso di spósa per nuora, mentre genero è semplicemente zènaro e cognato è cugnà.
Mi vien fatto di pensare che, come il dialetto bassoveronese differisce dall’italiano per questo rispetto, cosí anche tutti gli altri dialetti della Penisola possano mostrare divergenze simili. Quali sono le vostre parole per indicare questi parenti acquisiti, i cui nomi mi paiono i piú soggetti a variazioni locali?
Ultima modifica di Ferdinand Bardamu in data dom, 26 lug 2015 23:13, modificato 1 volta in totale.
- u merlu rucà
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Anche nella Liguria occidentale il suocero era chiamato messere (mesé) e la suocera madonna (madóna); entrambi i termini pure qui sono in disuso, sostituiti da söixuřu/söixuřa. A titolo di curiosità cito un proverbio sulla suocera: de madone i n'àn faitu üna de sücařu, a l'eřa ancù amařa (hanno fatto una suocera di zucchero, era ancora amara).
Nuora è nöiřa, genero è ṡéne (ṡ = s sonora), cognato cügnàu.

Nuora è nöiřa, genero è ṡéne (ṡ = s sonora), cognato cügnàu.
Largu de farina e strentu de brenu.
Re: I nomi dei parenti acquisiti nei vari dialetti
Oggi sì, ma una volta il rispetto per i più anziani era qualcosa di connaturato, che fossero parenti, carnali o acquisiti, o non lo fossero nemmeno.Ferdinand Bardamu ha scritto:(È curioso questo soverchio rispetto nei confronti dei suoceri, a me pare quasi ironico…)
Oggi i vecchi sono soltanto obsoleti, e come tali, rottamabili.
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
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Beh, è quello che noi adulti insegniamo ai ragazzini, o per lo meno, il risultato finale. Quindi, se alla fine ci rottameranno, ce la siamo cercata...
In generale anche adesso, però, se non si è in confidenza con una persona, si inizia dandogli del lei, e aspettando l'autorizzazione a passare al tu. Spesso poi il ruolo, l'età o il carisma della persona rendono comunque difficoltoso darle del tu, e creano non poco imbarazzo.

In generale anche adesso, però, se non si è in confidenza con una persona, si inizia dandogli del lei, e aspettando l'autorizzazione a passare al tu. Spesso poi il ruolo, l'età o il carisma della persona rendono comunque difficoltoso darle del tu, e creano non poco imbarazzo.
- Ferdinand Bardamu
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Grazie al Merlo della testimonianza. Sarei curioso di sapere se in Toscana convivano altre parole, oltre a quelle passate in italiano, per suocero, genero, nuora, cognato.
A quanto pare Veneto e Liguria (ma, azzarderei, l’Italia settentrionale in genere) seguono un modello che prevede un appellativo di cortesia, piú o meno come avviene nel francese moderno, in cui beau/belle davanti a père, mère, ecc. funge da «terme de politesse».
A quanto pare Veneto e Liguria (ma, azzarderei, l’Italia settentrionale in genere) seguono un modello che prevede un appellativo di cortesia, piú o meno come avviene nel francese moderno, in cui beau/belle davanti a père, mère, ecc. funge da «terme de politesse».
Re: I nomi dei parenti acquisiti nei vari dialetti
Non è poi così curioso se si pensa alle speranze e ai timori che accompagnavano la giovane sposa al suo ingresso nella famiglia contadina e patriarcale di un tempo.Ferdinand Bardamu ha scritto:Recentemente ho scoperto due parole dialettali, purtroppo in disuso, per indicare suocero e suocera: rispettivamente mesièro e madona, che, in quanto a origine, corrispondono alle parole italiane messere e madonna. (È curioso questo soverchio rispetto nei confronti dei suoceri, a me pare quasi ironico…)
Soprattutto nei confronti della madòna, la temutissima rez'dora delle sorti domestiche, che non del bonario ( e comunque meno concorrenziale) mesière.
Se posso, avrei una definizione curiosa per 'matrigna', la sostituta della madre naturale ed è
marégna, detta anche la màre de (l)égna ( o de tòla ), da contrapporre alla màre bòna, la madre vera.
E allo stesso modo anche per 'patrigno' - parégno - pàre de (l)égno, ma, in questo caso, la contrapposizione si perde o non si pone nemmeno, ché in senso figurato si può dire " no' l'è miga cuesta so màre (bona) " e intendere che " non è questa la ragione vera " di qualcosa, ma col padre non si dice.
E così, laddove in Liguria hanno suocere di zucchero, noi in Polesine abbiamo màre de 'égna.

E figlio adottivo, come si dice? fiòlo d' ànema.
We see things not as they are, but as we are. L. Rosten
Vediamo le cose non come sono, ma come siamo.
Vediamo le cose non come sono, ma come siamo.
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Anche qui.Carnby ha scritto:Qui si dice sòcero, sòcera, cognato, cognata, nòro, nòra.
Mi affido alla memoria‚ dove trovo parecchie parole del dialetto varesino che non sono più in circolazione‚ però mi manca il “traducente” per suocero/a.
Ora a pensarci‚ ascoltando i vecchi mentre parlavano sentivo dire: la mama de luu - la mama de lee per indicare la suocera.
Sono solo ricordi‚ nient’altro.
Ora a pensarci‚ ascoltando i vecchi mentre parlavano sentivo dire: la mama de luu - la mama de lee per indicare la suocera.
Sono solo ricordi‚ nient’altro.

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