La conoscenza o l'ignoranza dell'inglese non è il fattore discriminante: nei paesi nordici l'inglese si studia di piú e meglio, ma l'invasione se la devono sorbire anche loro.Invece lo strapotere culturale ed economico delle nazioni di lingua inglese, unito alla scarsissima conoscenza della lingua inglese in Italia, ammantano le parole inglesi di un'aura cool che le fa risultare vincenti in ogni confronto con le parole italiane.
Non e' l'inglese che sta uccidendo l'italiano: semmai sono l'ignoranza e la provincialita' dei parlanti italiani, che stanno uccidendo l'italiano.
Termini informatici
Moderatore: Cruscanti
Giulia Tonelli dixit:
Collaborazionista anglofilo mi sembra un’ottima definizione per il De Mauro.
Non c’è dubbio che Giorgio Pagano stia portando una ventata di aria fresca nel forum.
Ho paura però che il Pagano possa essere sospettato di essere un infiltrato del partito degli anglofili che vuole spingere i Cruscanti, a causa di questi coloriti interventi, a passare tutti sotto le bandiere di Sua Maestà.

Non c’è dubbio che Giorgio Pagano stia portando una ventata di aria fresca nel forum.
Ho paura però che il Pagano possa essere sospettato di essere un infiltrato del partito degli anglofili che vuole spingere i Cruscanti, a causa di questi coloriti interventi, a passare tutti sotto le bandiere di Sua Maestà.

Il punto è, Giorgio Pagano, che la conoscenza è neutra, anzi di per sé può solo essere positiva, anche se i suoi usi possono essere negativi: conoscere l'inglese (per proprio interesse o per forza) non può essere di per sé cosa negativa, né tantomeno causa di sudditanza e sottomissione alla cultura anglosassone...
Non si può negare che attualmente l'unica lingua possibile per la comunicazione internazionale è l'inglese, e non si può fare a meno della comunicazione internazionale nel nostro mondo attuale. Sillogistica conclusione, bisogna imparare l'inglese.
Ma imparare l'inglese non significa necessariamente, non può significare, disimparare l'italiano. Non significa di per sé nemmeno accordare una qualunque superiorità (culturale, economica, politica...) agli anglofoni, ma solo constatare un fatto, un "accidente storico" (che poi questo poggi su una superiorità economica e militare è un altro discorso: e si possono criticare queste basi).
Non si può negare che attualmente l'unica lingua possibile per la comunicazione internazionale è l'inglese, e non si può fare a meno della comunicazione internazionale nel nostro mondo attuale. Sillogistica conclusione, bisogna imparare l'inglese.
Ma imparare l'inglese non significa necessariamente, non può significare, disimparare l'italiano. Non significa di per sé nemmeno accordare una qualunque superiorità (culturale, economica, politica...) agli anglofoni, ma solo constatare un fatto, un "accidente storico" (che poi questo poggi su una superiorità economica e militare è un altro discorso: e si possono criticare queste basi).
Sottoscrivo. Io, iniziatore della questione del morbus anglicus in questa piazza, adoro l’inglese (precisando: l’inglese britannico), lingua che parlo e scrivo quasi come terza lingua materna, e proprio da questa conoscenza mi deriva il rifiuto, nell’italiano, di quei corpi estranei. Studiare sia l’inglese sia l’italiano (di cui troppi italiani hanno una conoscenza solo epidermica) permette di acuire la propria coscienza linguistica e fornisce un argine naturale al dilagare degli xenismi.Federico ha scritto:Ma imparare l'inglese non significa necessariamente, non può significare, disimparare l'italiano.
Ultima modifica di Marco1971 in data lun, 29 mag 2006 18:18, modificato 1 volta in totale.
- Giorgio Pagano
- Interventi: 30
- Iscritto in data: gio, 13 apr 2006 20:14
Io credo che le cose vadano diversamente.
1) Io non penso che la conoscenza sia neutra. Le cose che conosco sono fatte a immagine di chi le ha create.Federico ha scritto:Il punto è, Giorgio Pagano, che la conoscenza è neutra, anzi di per sé può solo essere positiva, anche se i suoi usi possono essere negativi: conoscere l'inglese (per proprio interesse o per forza) non può essere di per sé cosa negativa, né tantomeno causa di sudditanza e sottomissione alla cultura anglosassone...
Non si può negare che attualmente l'unica lingua possibile per la comunicazione internazionale è l'inglese, e non si può fare a meno della comunicazione internazionale nel nostro mondo attuale. Sillogistica conclusione, bisogna imparare l'inglese.
Ma imparare l'inglese non significa necessariamente, non può significare, disimparare l'italiano. Non significa di per sé nemmeno accordare una qualunque superiorità (culturale, economica, politica...) agli anglofoni, ma solo constatare un fatto, un "accidente storico" (che poi questo poggi su una superiorità economica e militare è un altro discorso: e si possono criticare queste basi).
2) Credo che il popolo europeo abbia tutte le possibilità ed interesse di salvezza per le proprie lingue d'affermare la democrazia linguistica. Le pari opportunità di fronte alla lingua federale (in Europa) o internazionale (nel mondo). Io credo che ciò si raggiunga solo sostenendo una lingua semplice e non etnica come l'Esperanto.
3) Apprendere sempre meglio l'inglese significa disimparare l'italiano poichè una lingua rappresenta anche un sistema di potere in atto. Se in ciascun paese d'Europa si dice dovete apprendere il francese e l'inglese, il danese e l'inglese, il tedesco e l'inglese... cosa si capisce?
Si capisce che la cosa più importante è sapere l'inglese e non la tua lingua.
Ecco perché l'inglese (dico l'inglese oggi ma la cosa non cambierebbe se fosse qualsiasi altra lingua etnica - il francese o il cinese - nel ruolo di lingua unica.
-
- Interventi: 235
- Iscritto in data: mar, 28 dic 2004 6:54
II GUERRA MONDIALE: GIORNALE RADIO
Sono un po' tardo, caro Giorgio Pagano, ma almeno capisco che l'inglese non le piace. Le parole di Mario Appelius, invece, le piacciono, sì?
Uri Burton
- giulia tonelli
- Interventi: 370
- Iscritto in data: mar, 12 lug 2005 10:51
- Località: Stoccolma
La perfida albione
hahahaha
occhio Uri, che si piglia del "venduto collaborazionista" anche lei...
occhio Uri, che si piglia del "venduto collaborazionista" anche lei...

Giorgio Pagano ha scritto:
Prendo me stessa come esempio: da cinque anni abito all'estero e ho imparato il francese e continuo a studiarlo tutt'ora (una lingua non si finisce mai d'impararla, AMMA).
Ma non per questo ho messo da parte la mia lingua materna: continuo a leggere e scrivere in italiano, a parlare e pensare in italiano e a occuparmi della sua salute.
E il fatto che studio e parlo un'altra lingua non mi porta a introdurre francesismi nel mio italiano!
Al contrario, è un arricchimento perché talora incontro termini in francese di cui non conosco il corrispettivo termine italiano e allora me lo vo a cercare...
E ho l'intenzione di imparare una terza lingua: lo spagnolo (fuori tema
).
Non condivido affatto e sono d'accordo con quanto scritto da Federico e Marco.3) Apprendere sempre meglio l'inglese significa disimparare l'italiano poichè una lingua rappresenta anche un sistema di potere in atto. Se in ciascun paese d'Europa si dice dovete apprendere il francese e l'inglese, il danese e l'inglese, il tedesco e l'inglese... cosa si capisce?
Si capisce che la cosa più importante è sapere l'inglese e non la tua lingua.
Ecco perché l'inglese (dico l'inglese oggi ma la cosa non cambierebbe se fosse qualsiasi altra lingua etnica - il francese o il cinese - nel ruolo di lingua unica.
Prendo me stessa come esempio: da cinque anni abito all'estero e ho imparato il francese e continuo a studiarlo tutt'ora (una lingua non si finisce mai d'impararla, AMMA).
Ma non per questo ho messo da parte la mia lingua materna: continuo a leggere e scrivere in italiano, a parlare e pensare in italiano e a occuparmi della sua salute.
E il fatto che studio e parlo un'altra lingua non mi porta a introdurre francesismi nel mio italiano!
Al contrario, è un arricchimento perché talora incontro termini in francese di cui non conosco il corrispettivo termine italiano e allora me lo vo a cercare...
E ho l'intenzione di imparare una terza lingua: lo spagnolo (fuori tema

Felice chi con ali vigorose
le spalle alla noia e ai vasti affanni
che opprimono col peso la nebbiosa vita
si eleva verso campi sereni e luminosi!
___________
Arianna
le spalle alla noia e ai vasti affanni
che opprimono col peso la nebbiosa vita
si eleva verso campi sereni e luminosi!
___________
Arianna
- Giorgio Pagano
- Interventi: 30
- Iscritto in data: gio, 13 apr 2006 20:14
Pensiamo all'italiano
Pensiamo all'italiano e a come promuoverlo e difenderlo piuttosto che a difendere l'inglese che non ha certo bisogno di noi per essere difeso.
Re: Pensiamo all'italiano
Ma nessuno ha detto che bisogna difendere l’inglese; s’è detto solo che una migliore conoscenza dell’inglese da parte degl’italiani aiuterebbe appunto a evitare che si diffondino gli anglicismi nella lingua comune.Giorgio Pagano ha scritto:Pensiamo all'italiano e a come promuoverlo e difenderlo piuttosto che a difendere l'inglese che non ha certo bisogno di noi per essere difeso.
- Giorgio Pagano
- Interventi: 30
- Iscritto in data: gio, 13 apr 2006 20:14
Re: Pensiamo all'italiano
Si appunto! Ma io sono superarcisicuro che una sempre migliore e popolarmente vasta conoscenza dell'inglese distruggerebbe prima l'italiano.Marco1971 ha scritto:Ma nessuno ha detto che bisogna difendere l’inglese; s’è detto solo che una migliore conoscenza dell’inglese da parte degl’italiani aiuterebbe appunto a evitare che si diffondino gli anglicismi nella lingua comune.Giorgio Pagano ha scritto:Pensiamo all'italiano e a come promuoverlo e difenderlo piuttosto che a difendere l'inglese che non ha certo bisogno di noi per essere difeso.
La cosa divertente è che posso portarvi articoli dell'Economist, del Guardian, dell'Indipendent che affermano esattamente questo.
Il termine "linguicida" riferito all'inglese non l'ho inventato io è dell'Indipendent di un paio d'anni fa.
Qualcuno si è letto della Tove Skutnabb-Kangas le quasi 800 pagine di "Linguistic genocide in Education? E "English-only Europe" di Robert Phillipson?
Però appunto questi argomenti sono più per un forum del tipo "Come l'inglese può distruggere la biodiversità linguistica europea e mondiale".
Re: Pensiamo all'italiano
Io invece sono sicuro che questo non avverrebbe, se, appunto, studiando bene l’inglese, si diventasse consapevoli di quello che le parole significano; credo che sorgerebbe piú spontanea la traduzione. E proprio con lo studio del vocabolario ci si renderebbe conto di quanto poco senso abbia dire mouse per topolino, per esempio.Giorgio Pagano ha scritto:Ma io sono superarcisicuro che una sempre migliore e popolarmente vasta conoscenza dell'inglese distruggerebbe prima l'italiano.
Sarebbe interessante poterli leggere. Ha qualche collegamento da fornirci, o ce ne può scandire uno o due?Giorgio Pagano ha scritto:La cosa divertente è che posso portarvi articoli dell'Economist, del Guardian, dell'Indipendent che affermano esattamente questo.
- Giorgio Pagano
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- Iscritto in data: gio, 13 apr 2006 20:14
Re: Pensiamo all'italiano
Scusa e noi che ci stiamo a fare? Noi facciamo risparmiare agli italiani anni di studio e tanti danari fornendo loro un servizio di appropriazione nella loro lingua della realtà denominata in inglese.Marco1971 ha scritto:Io invece sono sicuro che questo non avverrebbe, se, appunto, studiando bene l’inglese, si diventasse consapevoli di quello che le parole significano; credo che sorgerebbe piú spontanea la traduzione. E proprio con lo studio del vocabolario ci si renderebbe conto di quanto poco senso abbia dire mouse per topolino, per esempio.Giorgio Pagano ha scritto:Ma io sono superarcisicuro che una sempre migliore e popolarmente vasta conoscenza dell'inglese distruggerebbe prima l'italiano.
Poi chi se lo vuole studiare l'inglese se lo studia ma non è OBBLIGATO a farlo è LIBERO di farlo.
Re: Pensiamo all'italiano
Nessuno è obbligato, anche se per certe professioni la conoscenza dell’inglese è praticamente indispensabile: pensi, ad esempio, alla fisica; se non si sa l’inglese, non si capiscono le conferenze né gli articoli pubblicati, ecc.Giorgio Pagano ha scritto:Poi chi se lo vuole studiare l'inglese se lo studia ma non è OBBLIGATO a farlo è LIBERO di farlo.
Comunque a me interesserebbe poter leggere parte degli articoli che menziona nel suo penultimo messaggio (le ricordo che qui, se non diversamente stabilito di comune accordo fra un utente e l’altro, ci si dà del lei

- Giorgio Pagano
- Interventi: 30
- Iscritto in data: gio, 13 apr 2006 20:14
Re: Pensiamo all'italiano
Marco1971 ha scritto:Le rammento che dopo la riforma Moratti l'inglese in Italia è obbligatorio fin dalla prima elementare.Giorgio Pagano ha scritto:Poi chi se lo vuole studiare l'inglese se lo studia ma non è OBBLIGATO a farlo è LIBERO di farlo.
PS
L'unica abitudine che ho preso dall'inglese è quella di dare del "You" a tutti ma lei mi ha rimproverato. Bene così perderò l'ultimo vizio rimastomi dall'inglese!
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