«Fat bike»
Moderatore: Cruscanti
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"Velocipede" comprende anche i tricicli e i risció.
https://it.wikipedia.org/wiki/Risci%C3%B2
Sui forum di biciclette, comunque, viene chiamata per lo più "fat".
D'altra parte, se vanno per la maggiore termini per cui ci sono già i traducenti (biker, stem, trail)...
Qualche volta ho letto "cicciona" e "gommona".
https://it.wikipedia.org/wiki/Risci%C3%B2
Sui forum di biciclette, comunque, viene chiamata per lo più "fat".
D'altra parte, se vanno per la maggiore termini per cui ci sono già i traducenti (biker, stem, trail)...
Qualche volta ho letto "cicciona" e "gommona".
Ma non lo sterzo... comunque grande Leonardo lo stesso.Scilens ha scritto:La prima bicicletta è di Leonardo, che ha inventato anche la catena.

Lo sterzo è nascosto, come la giusta direzione del deltaplano, come mille altri particolari che il Genio non avrebbe voluto svelare, se avesse perso gli appunti. I disegni di Tesla sono oscuri alla stessa maniera. Qualcosa è al rovescio, qualcosa non è chiaro, qualcosa è omesso. Genii grandi.
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
- Ferdinand Bardamu
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Non sempre. Ci sono mille ragioni per interrogarsi su un forestierismo, e la mera curiosità non è mai stato il solo motivo per aprire un filone in questa sezione. Mi scuso, comunque, per aver presunto erroneamente la sua competenza in materia.Millermann ha scritto:Neppur io m'intendo granché di biciclette: ciò di cui ci dilettiamo a conversare su queste pagine, di solito, non è necessariamente legato alle nostre competenze, ma è quello che, di volta in volta, colpisce la nostra curiosità.Ferdinand Bardamu ha scritto:Io non so nulla di biciclette, perciò le chiedo: secondo lei bicicletta a ruote maggiorate (o ruote «grasse», se proprio si vuol ricalcare l’inglese) può essere un valido equivalente tecnico?
Vede, qui si rischia di riaprire la discussione sull’opportunità del ricorso all’onomaturgia. La coniazione di una nuova parola dovrebbe essere l’extrema ratio quando si cerca l’equivalente italiano d’una parola straniera.Millermann ha scritto:Per tornare alla sua domanda: no, neanche «fat bike» è termine preciso, ovviamente, come non lo è la sua traduzione letterale. Peraltro conterrebbe la parola «grasso» che ha una sfumatura lievemente negativa (perfino le piante grasse non si chiamano più così)
La mia proposta iniziale «pachicicletta» (anche se, lo ammetto, inizialmente potrebbe far storcere il naso) avrebbe il pregio d'introdurre una nuova categoria di mezzi a pedale, i pachicicli, e quindi d'adattarsi a diversi contesti e situazioni espressive, grazie alla formazione di voci gergali come «P-cicletta» e simili.
In questo caso la sua proposta si dovrebbe scontrare con una traduzione semplice, spontanea, abbastanza vicina alla parola di partenza, come bicicletta a gomme (o pneumatici) maggiorate/grasse/sovradimensionate.
Non ho nulla, intendiamoci, contro la parola che ha coniato, che mi piace pure: è solo che un(o pseudo)composto neoclassico come pachicicletta ha, secondo me, un’aria un po’ troppo tecnica — o, se si vuole, troppo complicata — per attecchire, tra addetti ai lavori e no. Senza contare che si tratterebbe di una neoformazione non istrettamente necessaria per tradurre la parola in esame in maniera soddisfacente.

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Il termine pneumatico vale per tutte le soluzioni tecniche che prevedono dell'aria in pressione.
Oltre al classico "camera d'aria + copertone" ci sono:
-i tubolari: praticamente una camera d'aria con incollato il battistrada
-gli pneumatici senza camera d'aria, detti "tubeless", che vengono messi in pressione contro il cerchio e spesso riempiti di liquidi anti foratura. Quest'ultima operazione è detta "latticizzazione".
Oltre al classico "camera d'aria + copertone" ci sono:
-i tubolari: praticamente una camera d'aria con incollato il battistrada
-gli pneumatici senza camera d'aria, detti "tubeless", che vengono messi in pressione contro il cerchio e spesso riempiti di liquidi anti foratura. Quest'ultima operazione è detta "latticizzazione".
Ecco a voi un altro anglicismo su due o quattro ruote!valerio_vanni ha scritto:[G]li pneumatici senza camera d'aria, detti "tubeless"…

Il Marolli non ci viene in aiuto: «pneumatico senza camera d'aria».
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Ho seguito la serie dei commenti e li trovo tutti competenti ma, signori, come sempre alle parole bisogna far seguire i fatti. Io da parte mia comincerò a usare subito pachicicletta. Con l'occasione pure pachiciclettismo e pachiciclettista. Tale parola si affermerà? Non lo so. Piacerà a tutti? Non credo.
Per come la vedo io, più che una questione di estetica è una questione di sopravvivenza. Se uso pachicicletta vuol dire che non uso e non userò mai la controparte inglese in seno all'italiano, e tanto a me basta. Al di là dei meriti personali o delle indagini puramente mirate alla ricerca del bello.
Ci vogliono i fatti. Abbiamo bisogno di fatti per debellare questa piaga che sta infettando il mondo. Ognuno ricorra ai ripari come meglio creda.
Per come la vedo io, più che una questione di estetica è una questione di sopravvivenza. Se uso pachicicletta vuol dire che non uso e non userò mai la controparte inglese in seno all'italiano, e tanto a me basta. Al di là dei meriti personali o delle indagini puramente mirate alla ricerca del bello.
Ci vogliono i fatti. Abbiamo bisogno di fatti per debellare questa piaga che sta infettando il mondo. Ognuno ricorra ai ripari come meglio creda.
Io nella mia lingua ci credo.
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Perché "pachiciclettista"?
Bicicletta - ciclismo - ciclista...
anche se magari questa sequenza non fosse corretta, è talmente nell'uso che mi verrebbe spontaneo dire:
Pachicicletta - pachiciclismo - pachiciclista.
La faccenda dei derivati secondo me è "decisiva".
"Gommona" è carino, colloquiale, semplice, ma crea difficoltà per i derivati: "gommonista" potrebbe anche essere un rematore galleggiante.
Però potrebbe diventare il termine gergale... potrebbe, perché queste cose è la strada a deciderle, non certo l'alchimia della tastiera.
Mentre pachicicletta si presta bene come termine tecnico, simpatico abbastanza per essere adottato anche per strada, ma adatto a creare tutti i derivati.
Poi resterebbe "bicicletta a gomme maggiorate" (velocipede a gomme maggiorate), che però sa di burocratico.
Cioè, quando scrivo una legge, nel dubbio sull'interpretazione di termini "strani" o nuovi, inserisco una dizione estesa, che spiega esattamente cosa intendo - quasi descrivendolo - a scanso di obiezioni da parte dei soliti furbetti.

Bicicletta - ciclismo - ciclista...
anche se magari questa sequenza non fosse corretta, è talmente nell'uso che mi verrebbe spontaneo dire:
Pachicicletta - pachiciclismo - pachiciclista.
La faccenda dei derivati secondo me è "decisiva".
"Gommona" è carino, colloquiale, semplice, ma crea difficoltà per i derivati: "gommonista" potrebbe anche essere un rematore galleggiante.
Però potrebbe diventare il termine gergale... potrebbe, perché queste cose è la strada a deciderle, non certo l'alchimia della tastiera.
Mentre pachicicletta si presta bene come termine tecnico, simpatico abbastanza per essere adottato anche per strada, ma adatto a creare tutti i derivati.
Poi resterebbe "bicicletta a gomme maggiorate" (velocipede a gomme maggiorate), che però sa di burocratico.
Cioè, quando scrivo una legge, nel dubbio sull'interpretazione di termini "strani" o nuovi, inserisco una dizione estesa, che spiega esattamente cosa intendo - quasi descrivendolo - a scanso di obiezioni da parte dei soliti furbetti.
...mh... "piante diversamente magre", quindi...Millermann ha scritto: Peraltro conterrebbe la parola «grasso» che ha una sfumatura lievemente negativa (perfino le piante grasse non si chiamano più così)

- Ferdinand Bardamu
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Tutto giusto, cara Domna Charola, ma… si può sentire la necessità di un derivato per il nome di un mezzo cosí di nicchia, che, alla fin fine, gomme «grasse» o no, è pur sempre una bicicletta? A me sembra di no, sinceramente.
Può darsi però che in futuro si formi qualche circolo di ciclisti appassionati di queste biciclette, allora nascerà il bisogno di avere un adeguato nomen agentis: in tal caso l’invenzione di Millermann avrà le carte in regola per prendere piede, perché dà la possibilità di creare derivati. (Anche se, mi ripeto, queste non son cose da decidere a tavolino, e le neoformazioni con elementi neoclassici, per la loro aria di tecnicismo cólto, mi sembrano troppo complicate per designare oggetti tutto sommato comuni.)
Nel frattempo, credo che basti la mera traduzione del nome inglese della bicicletta (a proposito, gli anglofoni come risolvono la questione dei derivati?). Se bicicletta a gomme maggiorate ha effettivamente un’aria un po’ burocratica, bicicletta a gomme grasse mi pare una traduzione meno arida.
Può darsi però che in futuro si formi qualche circolo di ciclisti appassionati di queste biciclette, allora nascerà il bisogno di avere un adeguato nomen agentis: in tal caso l’invenzione di Millermann avrà le carte in regola per prendere piede, perché dà la possibilità di creare derivati. (Anche se, mi ripeto, queste non son cose da decidere a tavolino, e le neoformazioni con elementi neoclassici, per la loro aria di tecnicismo cólto, mi sembrano troppo complicate per designare oggetti tutto sommato comuni.)
Nel frattempo, credo che basti la mera traduzione del nome inglese della bicicletta (a proposito, gli anglofoni come risolvono la questione dei derivati?). Se bicicletta a gomme maggiorate ha effettivamente un’aria un po’ burocratica, bicicletta a gomme grasse mi pare una traduzione meno arida.
- Millermann
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- Iscritto in data: ven, 26 giu 2015 19:21
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Vorrei per prima cosa chiedere scusa per il ritardo con cui rispondo: la discussione è andata avanti più velocemente di quanto potessi prevedere, e ciò non può che farmi piacere! Il fatto è che non è facile rispondere ad argomentazioni precise e motivate come le vostre senza prima rifletterci su! 
In linea di massima, io sono del parere che, comuni o no che siano gli oggetti con cui abbiamo a che fare, essi necessitino di un nome che li designi in maniera (più o meno) univoca. I forestierismi, che a noi dànno tanto fastidio, dai più sono percepiti solo come dei semplici nomi di oggetti, come il modo normale di chiamare le cose. Entrano, automaticamente, a far parte del lessico, e quindi, di diritto, nei vocabolari.
L'atteggiamento di voler evitare l'onomaturgia il più possibile, porta necessariamente a questo! Pensate se non avessero inventato un "nome" per la televisione, la radio, il telefono, il cinematografo, i dirigibili, gli elicotteri, le automobili, le astronavi... probabilmente staremmo usando parole inglesi per designarli, proprio come facciamo per lo shampoo(ing), i film, lo sport, il computer, il mouse, la fat bike!
Con ciò non voglio dire che una semplice "definizione" non vada anche bene, ma occorre qualcosa che stia, in ordine alfabetico, "a sinistra" sul vocabolario, del tipo:
pachicicletta = bicicletta a gomme (o pneumatici) maggiorate.
Perché, in caso contrario, si arriverebbe a un immaginario dialogo tra amici come questo:
A - Sai, mi sono fatto una bicicletta a gomme maggiorate!
B - Sì, la conosco... si chiama "fat bike"!
Mentre, invece, potrebbe essere così:
A - Sai, mi sono fatto una pachicicletta!
B - Una pachi... e che cos'è?
A - E' una bicicletta a gomme maggiorate!
B - Ah! Non sapevo si chiamasse così!
Poi, è chiaro che ogni caso è a sé. Non sempre è necessario coniare, come dice lei, Ferdinand, "composti neoclassici". In questo caso mi sembrava fattibile, perché bicicletta è già un termine di origine greca, e perché il prefisso "pachi" in italiano, pur ben noto, non è usato in altre parole femminili (a parte pachiveria, una pianta grassa, anzi, no: succulenta
), consentendo quindi di indicare la pachicicletta semplicemente come "la pachi", allo stesso modo in cui oggi si può dire "la fat".
Inoltre, secondo me, un nuovo termine attecchisce anche meglio, se ha l'aria "colta": noi italiani non abbiamo paura delle parole lunghe e complicate, ma piuttosto di quelle che sembrano troppo familiari o infantili. Non credo che, se il telefono si fosse chiamato "chiacchierello" o la televisione "scatola magica", la gente lo avrebbe apprezzato!
Comunque, non prendete questa mia come una difesa "ad oltranza" della mia proposta di traducente: si fa per scambiare le proprie opinioni, è ovvio! Naturalmente ringrazio moltissimo Sempervirens e Domna Charola che hanno mostrato di apprezzarla particolarmente, e anche lei, caro Ferdinand, ma sicuramente possono esserci anche altre possibilità più semplici, e anche curiose. Ad esempio, il primo intervento di Scilens, molto più sopra, mi ha suggerito ciccicletta: che ve ne pare?

In linea di massima, io sono del parere che, comuni o no che siano gli oggetti con cui abbiamo a che fare, essi necessitino di un nome che li designi in maniera (più o meno) univoca. I forestierismi, che a noi dànno tanto fastidio, dai più sono percepiti solo come dei semplici nomi di oggetti, come il modo normale di chiamare le cose. Entrano, automaticamente, a far parte del lessico, e quindi, di diritto, nei vocabolari.
L'atteggiamento di voler evitare l'onomaturgia il più possibile, porta necessariamente a questo! Pensate se non avessero inventato un "nome" per la televisione, la radio, il telefono, il cinematografo, i dirigibili, gli elicotteri, le automobili, le astronavi... probabilmente staremmo usando parole inglesi per designarli, proprio come facciamo per lo shampoo(ing), i film, lo sport, il computer, il mouse, la fat bike!
Con ciò non voglio dire che una semplice "definizione" non vada anche bene, ma occorre qualcosa che stia, in ordine alfabetico, "a sinistra" sul vocabolario, del tipo:
pachicicletta = bicicletta a gomme (o pneumatici) maggiorate.
Perché, in caso contrario, si arriverebbe a un immaginario dialogo tra amici come questo:
A - Sai, mi sono fatto una bicicletta a gomme maggiorate!
B - Sì, la conosco... si chiama "fat bike"!
Mentre, invece, potrebbe essere così:
A - Sai, mi sono fatto una pachicicletta!
B - Una pachi... e che cos'è?
A - E' una bicicletta a gomme maggiorate!
B - Ah! Non sapevo si chiamasse così!
Poi, è chiaro che ogni caso è a sé. Non sempre è necessario coniare, come dice lei, Ferdinand, "composti neoclassici". In questo caso mi sembrava fattibile, perché bicicletta è già un termine di origine greca, e perché il prefisso "pachi" in italiano, pur ben noto, non è usato in altre parole femminili (a parte pachiveria, una pianta grassa, anzi, no: succulenta

Inoltre, secondo me, un nuovo termine attecchisce anche meglio, se ha l'aria "colta": noi italiani non abbiamo paura delle parole lunghe e complicate, ma piuttosto di quelle che sembrano troppo familiari o infantili. Non credo che, se il telefono si fosse chiamato "chiacchierello" o la televisione "scatola magica", la gente lo avrebbe apprezzato!
Comunque, non prendete questa mia come una difesa "ad oltranza" della mia proposta di traducente: si fa per scambiare le proprie opinioni, è ovvio! Naturalmente ringrazio moltissimo Sempervirens e Domna Charola che hanno mostrato di apprezzarla particolarmente, e anche lei, caro Ferdinand, ma sicuramente possono esserci anche altre possibilità più semplici, e anche curiose. Ad esempio, il primo intervento di Scilens, molto più sopra, mi ha suggerito ciccicletta: che ve ne pare?

In Italia, dotta, Foro fatto dai latini
- Ferdinand Bardamu
- Moderatore
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Caro Millermann, io apprezzo moltissimo il suo entusiasmo, il suo amore per l’italiano e il suo sforzo di trovare traducenti. Credo però che dovrebbe rileggersi qualcuno degli interventi sull’opportunità di coniare parole nuove, oltretutto con una composizione neoclassica di comprensione tutt’altro che immediata nella maggior parte delle persone (quanti sanno che pachi- deriva dal greco παχύς e significa ‹grosso, grasso›?).
Ciò detto, non nego che la sua creazione abbia dei pregi, come ho detto sopra. Ma avrà anche un’utilità pratica e una speranza di successo solo se il «fenomeno del momento» diventerà tanto popolare quanto la televisione, la radio, il telefono, il cinematografo, gli elicotteri, le automobili, ecc.
Ciò detto, non nego che la sua creazione abbia dei pregi, come ho detto sopra. Ma avrà anche un’utilità pratica e una speranza di successo solo se il «fenomeno del momento» diventerà tanto popolare quanto la televisione, la radio, il telefono, il cinematografo, gli elicotteri, le automobili, ecc.
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- Iscritto in data: gio, 23 apr 2015 15:14
Ciccicletta, pachicicletta, ... A me va tutto bene.Millermann ha scritto:il primo intervento di Scilens, molto più sopra, mi ha suggerito ciccicletta: che ve ne pare?
A proposito, proprio pochi minuti fa, prima di rientrare in casa, m'è schizzato davanti uno con la pachicicletta. Con una mano teneva una manopola del manubrio e con l'altra un municomputiere. C'è mancato poco che non mi arrotasse! -Ti si bucassero tutte e due quelle rotone lardose! - gli ho urlato dietro.
P.S Pachiciclista. Giusto. Mi sono lasciato trasportare dalla morfologia.

Io nella mia lingua ci credo.
Chi c’è in linea
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