«Stante/i cosí le cose»

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puer
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«Stante/i cosí le cose»

Intervento di puer »

Ho sentito la seguente espressione rintracciabile in numerosi risultati anche in Rete:" Stante così le cose". A mio avviso l'espressione è errata, quella corretta è la sola: "Stanti così le cose". Grazie per i vostri interventi.
Fausto Raso
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Re: «Stante/i cosí le cose»

Intervento di Fausto Raso »

puer ha scritto:Ho sentito la seguente espressione rintracciabile in numerosi risultati anche in Rete:" Stante così le cose". A mio avviso l'espressione è errata, quella corretta è la sola: "Stanti così le cose". Grazie per i vostri interventi.
Sí, l'espressione corretta è stanti, perché si tratta di un aggettivo, non di un avverbio.
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Avatara utente
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Intervento di Freelancer »

È corretto anche stante: almeno quattro dizionari (Treccani, Devoto-Oli, Gradit, Sabatini-Coletti) dicono che è preposizione causale - e significa a causa di, tenuto conto di, considerando - per lo più invariabile, ma che può avere anche uso aggettivale.
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Animo Grato
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Intervento di Animo Grato »

Freelancer ha scritto:È corretto anche stante: almeno quattro dizionari (Treccani, Devoto-Oli, Gradit, Sabatini-Coletti) dicono che è preposizione causale - e significa a causa di, tenuto conto di, considerando - per lo più invariabile, ma che può avere anche uso aggettivale.
Sarà anche vero, ma è curioso che il Treccani, subito dopo averla dichiarata "prep. causale (per lo più invar.)", nell'unico esempio al plurale non esiti a concordarla (stanti le numerose richieste pervenute, la direzione ha deciso ...).
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
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Intervento di Freelancer »

Embè? È per l'appunto un esempio, identico a quello del Devoto-Oli (i lessicografi spesso si copiano l'un l'altro, si sa, o lavorano per diversi dizionari).

Invece l'esempio del Sabatini-Coletti recita: stante (o stanti) le molte richieste, l'orario di vendita è stato prolungato.
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Animo Grato
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Intervento di Animo Grato »

Freelancer ha scritto:Embè? È per l'appunto un esempio.
Volevo solo far notare che, di fronte all'unica occasione di mostrare l'appena dichiarata invariabilità di stante in presenza di un plurale, se la sono lasciata scappare.
Tutto qui. :wink:
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
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Millermann
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Intervento di Millermann »

Premetto che non sono un linguista, per cui chiedo scusa in anticipo se dirò qualcosa di sbagliato, ma secondo me, nella frase «stanti così le cose», «stante» ha solo valore aggettivale, e non di preposizione causale (e, pertanto, andrebbe accordato al plurale).

Infatti, proviamo a sostituire stante con a causa di nelle frasi d'esempio del Treccani:
«stante il perdurare del cattivo tempo, la gita è stata rinviata» = «a causa del perdurare del cattivo tempo...»;
«stanti le numerose richieste pervenute, la direzione ha deciso ...» = «a causa delle numerose richieste pervenute...»;
Invece non possiamo dire:
«stanti così le cose» = «*a causa di così le cose»!
Sarebbe diverso se la frase fosse: «stante/stanti le cose che hai detto...», in cui l'uso di stante come preposizione causale è evidente, per cui è ammissibile anche l'uso invariabile.

Almeno al mio orecchio, una frase come «stante così le cose» suona piuttosto strana, se non addirittura scorretta; tuttavia è pur vero che, cercando in rete, le due versioni si equivalgono per quanto riguarda il numero delle occorrenze, con una leggera prevalenza proprio per quella che mi convince meno! :?
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Gli è che, caro Millermann, alcune parole si grammaticalizzano, perdono cioè le loro caratteristiche morfologiche cambiando di categoria. Oltre a stante, il cui processo di grammaticalizzazione non è ancora compiuto, durante e nonostante sono altri due esempi lampanti: sia il primo sia il secondo da participi presenti che erano son diventati preposizioni (e anche congiunzioni, nel caso di nonostante) e, in questo passaggio, hanno perso la caratteristica della declinabilità. Oggi si dice infatti durante le vacanze, non *duranti le vacanze, benché vi si scorga chiaramente l’immagine di un costrutto assoluto, in cui il verbo al participio presente doveva essere, un tempo, regolarmente declinato.
Ultima modifica di Ferdinand Bardamu in data ven, 14 ago 2015 19:44, modificato 1 volta in totale.
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Intervento di Freelancer »

Si potrebbe allora aggiungere che il processo di grammaticalizzazione completa può essere alquanto lungo: cercando nella LIZ si trovano vari esempi, come stante le circostanze, stante le considerazioni presso Leopardi.
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Millermann
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Intervento di Millermann »

Ferdinand Bardamu ha scritto:Oltreché stante, il cui processo di grammaticalizzazione non è ancora compiuto, durante e nonostante sono altri due esempi lampanti: sia il primo sia il secondo da participi presenti che erano son diventati preposizioni (e anche congiunzioni, nel caso di nonostante) e, in questo passaggio, hanno perso la caratteristica della declinabilità.
Fermo restando ciò che lei afferma, che è correttissimo, la mia perplessità riguarda il caso particolare.
Mi spiego meglio: anche laddove un participio (come «durante») si sia trasformato, grammaticalizzando, in una preposizione, ciò non toglie che possano esistere occorrenze di tale parola che siano ancora forme verbali, e quindi declinabili (esempio: «una lampadina durante 10000 ore» ~ «delle lampadine duranti 10000 ore» :) ).
Ora, quello che vorrei capire è se, nella frase in oggetto, «stante/i» sia o no una preposizione causale. Se sì, dovremmo potervi sostituire «nonostante», che è una preposizione; infatti negli esempi prima citati si ha:
«stante il perdurare del cattivo tempo, la gita è stata rinviata» = «nonostante il perdurare del cattivo tempo...»;
«stanti le numerose richieste pervenute, la direzione ha deciso ...» = «nonostante le numerose richieste pervenute...»;
Ma non possiamo ancora dire:
«stanti così le cose» = «*nonostante così le cose»! La frase andrebbe totalmente riscritta: «nonostante le cose stiano così», in cui il verbo «stare» riappare!
Ciò sembrerebbe confermare che, in questa frase, «stante» non sia usato affatto come preposizione. :?
Sembra una (rara?) costruzione assoluta col participio presente, che può anche essere sostituito col gerundio, senza cambiare il significato. Allora, nel dubbio, non è meglio concordare il verbo al plurale? :?

Occorre anche considerare che «stanti così le cose» è una frase fatta, o espressione cristallizzata, che dovrebbe equivalere alla locuzione latina «ceteris paribus». :)
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Millermann ha scritto:Fermo restando ciò che lei afferma, che è correttissimo, la mia perplessità riguarda il caso particolare.
Mi spiego meglio: anche laddove un participio (come «durante») si sia trasformato, grammaticalizzando, in una preposizione, ciò non toglie che possano esistere occorrenze di tale parola che siano ancora forme verbali, e quindi declinabili (esempio: «una lampadina durante 10000 ore» ~ «delle lampadine duranti 10000 ore».
Oggi, il participio presente è usato in funzione verbale solo nel linguaggio giuridico e burocratico. Ricorre però anche nella lingua letteraria, per lo meno quella dei nostri migliori autori. È escluso dal registro medio.

Ciò concorre a spiegare, peraltro, perché alcuni participi presenti, come durante e nonostante, usati in costrutti assoluti, abbiano finito con il grammaticalizzarsi.
Millermann ha scritto:Ma non possiamo ancora dire:
«stanti così le cose» = «*nonostante così le cose»! La frase andrebbe totalmente riscritta: «nonostante le cose stiano così», in cui il verbo «stare» riappare!
Anche lei però concorda che stanti cosí le cose è un’espressione cristallizzata; l’uso del participio presente col suo pieno valore verbale è vivo soltanto in apparenza. In realtà esso è, per cosí dire, intrappolato nell’ambra di una locuzione cólta che si adopera cosí com’è.

Il ricorrere di stante in funzione preposizionale ma regolarmente declinato testimonia, a mio avviso, ciò che ha notato sopra Freelancer: che il processo di grammaticalizzazione non si è ancora compiuto del tutto pur essendo in istato avanzato (stante, fatte salve alcune frasi fatte, non s’adopera piú nel senso vivo e pieno del verbo da cui deriva).
Millermann ha scritto:Occorre anche considerare che «stanti così le cose» è una frase fatta, o espressione cristallizzata, che dovrebbe equivalere alla locuzione latina «ceteris paribus». :)
Per la verità non sono cosí convinto che corrisponda a ceteris paribus: mi pare chiarissimo che sia la traduzione letterale di rebus sic stantibus. Ceteris paribus vuol dire ‹a parità di condizioni›. :?
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Millermann
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Intervento di Millermann »

Ferdinand Bardamu ha scritto: Oggi, il participio presente è usato in funzione verbale solo nel linguaggio giuridico e burocratico. Ricorre però anche nella lingua letteraria, per lo meno quella dei nostri migliori autori. È escluso dal registro medio.
Ma certo! :wink: I miei "esempi" servivano solo a illustrare il concetto.
Ferdinand Bardamu ha scritto:Anche lei però concorda che stanti cosí le cose è un’espressione cristallizzata; l’uso del participio presente col suo pieno valore verbale è vivo soltanto in apparenza. In realtà esso è, per cosí dire, intrappolato nell’ambra di una locuzione cólta che si adopera cosí com’è.
Se «stanti così le cose» è un'espressione cristallizzata, allora perché dire «stante così le cose», che, oltre a sembrare un po' sgrammaticato, non è giustificato neppure da un'evidenza di «stante» nel ruolo di preposizione? :?

Personalmente, non sono ancora riuscito a trovare una motivazione convincente, nonostante l'elevata frequenza di riscontri presenti in rete!
Ferdinand Bardamu ha scritto:Per la verità non sono cosí convinto che corrisponda a ceteris paribus: mi pare chiarissimo che sia la traduzione letterale di rebus sic stantibus.
Le confesso che la cosa non convince neanche me, ed è per questo che avevo scritto «dovrebbe equivalere» :)
In Italia, dotta, Foro fatto dai latini
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Millermann ha scritto:Se «stanti così le cose» è un'espressione cristallizzata, allora perché dire «stante così le cose», che, oltre a sembrare un po' sgrammaticato, non è giustificato neppure da un'evidenza di «stante» nel ruolo di preposizione?
Caro Millermann, non c’è bisogno di scervellarsi: stante cosí le cose in quanto variante irregolare di un’espressione cristallizzata è da evitare; al tempo stesso, però, essa variante — le cui occorrenze andrebbero debitamente esaminate! — testimonia l’incipiente grammaticalizzazione di stante, che viene adoperato in maniera impropria addirittura in frasi fisse in cui mantiene il suo originario valore verbale.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Ma l'espressione cristallizzata non sarebbe piuttosto stando cosí le cose?

Ora stando così le cose, che maraviglia è che scuota meglio le immaginazioni una poesia nuova o poco familiare, che non un'altra a cui sono tanto assuefatte? (Leopardi, Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica, 1818)

Per quanto riguarda l'invariabilità o no di stante, una rapida ricerca nella BIZ[a] mostra che fin da tempi antichissimi convivono ambo le forme.

Da notare comunque che il Tommaseo-Bellini contempla solo la forma invariabile e che il Battaglia dà anch'esso come primo il valore preposizionale, e come sottoaccezione l'uso concordato.

Se ne desume che naturalmente sono corrette ambedue le soluzioni, ma propenderei per l'uso preposizionale (e quindi invariato).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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