«Càstori» o «Castòri»?
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«Càstori» o «Castòri»?
È di questi giorni la notizia dell'esonero dell'allenatore del Carpi Fabrizio Castori. Dalle mie parti viene perlopiù pronunciato Castòri, come se derivasse dal castòro (roditore), ma secondo me è più probabile che sia (almeno originariamente) Càstori dal nome (storico) Càstore, uno dei Dioscuri. Che ne dite?
- Millermann
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Forse deriva, piú che da Castore inteso come uno dei Dioscuri, semplicemente dal nome proprio Castore.
Il castoro (animale) in latino si chiamava, originariamente, fiber. In seguito prese il nome di castor (lo stesso identico del gemello, venerato come guaritore), perché dalle sue ghiandole si ricavava un medicamento detto castoreum.
Per cui, in pratica, i nomi Castore e castoro (almeno in latino e greco antico) coincidono.
E anche in italiano, un tempo, castore poteva indicare l'animale, come si può vedere qui.
Il castoro (animale) in latino si chiamava, originariamente, fiber. In seguito prese il nome di castor (lo stesso identico del gemello, venerato come guaritore), perché dalle sue ghiandole si ricavava un medicamento detto castoreum.
Per cui, in pratica, i nomi Castore e castoro (almeno in latino e greco antico) coincidono.

E anche in italiano, un tempo, castore poteva indicare l'animale, come si può vedere qui.
Ultima modifica di Millermann in data sab, 03 ott 2015 9:14, modificato 1 volta in totale.
In Italia, dotta, Foro fatto dai latini
Nei testi medievali è chiamato anche bevero (cfr. inglese beaver, tedesco Biber).Millermann ha scritto:Il castoro (animale) in latino si chiamava, originariamente, fiber.
- u merlu rucà
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Bevero deriva dal latino tardo beber (accusativo bebrum), a sua volta dal gallico bebros, bebrus "castoro", che può essere confrontato con il lat. fiber.Carnby ha scritto:Nei testi medievali è chiamato anche bevero (cfr. inglese beaver, tedesco Biber).Millermann ha scritto:Il castoro (animale) in latino si chiamava, originariamente, fiber.
Anche se è fuori tema, è curioso il fatto che il latino abbia due termini per indicare il castoro, fiber, che fa parte del lessico ereditario indoeuropeo, e castor, prestito dal greco. Curioso perché non credo ci fossero castori nel Lazio e ancor meno in Grecia.
Largu de farina e strentu de brenu.
- Millermann
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Sicuramente non ve ne sono al giorno d'oggi (salvo smentite), e sicuramente non castori della specie che siamo abituati a vedere nei documentari, che poi sarebbe quella americana (castor canadensis). 
Ma il castoro europeo (castor fiber), ch'è appunto quello di cui stiamo parlando, era quasi sicuramente presente, fino ad alcuni secoli fa, anche nelle aree umide dell'Italia centrale e della Grecia (o dei Balcani).

Ma il castoro europeo (castor fiber), ch'è appunto quello di cui stiamo parlando, era quasi sicuramente presente, fino ad alcuni secoli fa, anche nelle aree umide dell'Italia centrale e della Grecia (o dei Balcani).
In Italia, dotta, Foro fatto dai latini
Riporto quanto dice il DEI su bevero.

In quanto al castoro vero e proprio, probabilmente C. canadensis è una sottospecie o razza geografica di C. fiber (come si usava fino a non molto tempo fa; questa moda moderna di «specizzare» qualsiasi forma leggermente deviante dal tipo più comune è deprecabile) e, sì, il mammifero era presente in molte località italiane (probabilmente nello stesso ambiente dove ora si è naturalizzata la nutria sudamericana, Myocastor coypus, detta anche, appunto, castorino), prima dello sradicamento totale intorno al Seicento, non solo per la caccia indiscriminata per la pelliccia e il castorio, ma anche per i danni che produce ai boschi. Uno dei motivi per cui non si è provveduto al reinserimento in Italia è infatti il timore che il simpatico roditore possa buttar giù con i dentini qualche albero monumentale. E sempre a proposito di castori, non posso non far notare l'esilarante resa italiana dell'inglese castor oil («olio di ricino») con olio di castoro.Il DEI ha scritto:bévero (bìvero, Dante) m.; castoro, lontra; lat. b i b e r (Polemio Silvio), b e b e r (Prisciano; glosse); v. d'origine o gallica (b e b r o s documentato in una quantità di toponimi fr.) o piuttosto germanica (*b e b r u , donde il ted. mod. Biber [e l'ingl. beaver), corrispondente al latino f i b e r, antico feber. La v. è panromanza, ma il rum. breb è d'origine slava; nel neolat. il dittongo nel fr. bièvre e nel lucch. bièvora, -o contrasta colla -é- chiusa di 'bévero', ma la v. lucch. confrontata col rom[anesco] bieure (a. 1343) si rivela come un francesismo, cfr. beurus (1319, a Verona), e beuaro nell'Alberi. Etimologicamente lo zoonimo *bhe-bhro-s si connette col sanscr. babhrúh (denominaz. trasportata all'icneumone) bruno, forma con raddoppiamento di * b h r ū n o – 'bruno' (giunto a noi dal germanico).

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Re: «Càstori» o «Castòri»?
Ho controllato sulla Rossebastiano-Papa che dà per prima spiegazione proprio quella da castoro, il roditore. Non mi sorprende che oggi la pronuncia sia Castòri, dato che oggi il simpatico roditore costruttore di dighe (e abbattitore di alberi secolari) è più conosciuto certamente di Càstore. Questa cosa però non era vera nei secoli passati.
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