«Halloween»
Moderatore: Cruscanti
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Se prendiamo la singola zucca, può essere, ma nel complesso il gioco che fanno i ragazzini travestendosi e andando in giro è molto diverso dalla questua di un paio di generazioni fa, come diversa è la risposta degli interpellati. Diversa nello spirito, diversa nel significato. In alcune valli si è mantenuto l'analogo rituale della questua per una delle 12 notti, o per l'Epifania, e allora lì è stata mantenuta l'originaria tradizione, solo perché non c'era un equivalente anglosassone più luccicante e trendi (eeeh, sì, perché se lo chiamassero "alla moda" perderebbe il suo fascino...).
Per il giorno dei morti, no... c'è un'etichetta nuova, quindi... zafff, la si prende al volo, e poi magari si spiega ai bambini che "è una festa celtica"...
quando delle feste dei Celti sappiamo in verità pochissimo, così come del loro sentire, visto che poco di scritto ci è pervenuto da loro diretttamente...
Per il giorno dei morti, no... c'è un'etichetta nuova, quindi... zafff, la si prende al volo, e poi magari si spiega ai bambini che "è una festa celtica"...
quando delle feste dei Celti sappiamo in verità pochissimo, così come del loro sentire, visto che poco di scritto ci è pervenuto da loro diretttamente...
Ho letto su un libro, purtroppo privo di riferimenti bibliografici precisi, che nel Medioevo anche in Toscana si festeggiava la vigilia d'Ognissanti ma non so assolutamente in che modo. Avevo pensato anche a Quintinata o Quintinale, dato che il 31 ottobre è la ricorrenza di san Quintino, ma credo che la Chiesa cattolica, date le connotazioni pagane in salsa orrorifica, non l'accetterebbe mai...
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Riattivo questa discussione perché proprio ieri ho usato un aggettivo riferendomi ad alcuni giovani tochioti che scorrazzavano in motocicletta per le strade della capitale del Giappone in costume allovinesco. Poi però mi è venuto un dubbio. Allovinesco o alloviniano?
In sostanza, rivolgendomi a chi non ha paura di adattare vocaboli inglesi, quale sarebbe meglio tra gli aggettivi allovinesco e alloviniano? Oppure ce ne sono altri di già affermati, o che potrebbero fare meglio all'uopo, non so, allovinico, allovincio,...
In sostanza, rivolgendomi a chi non ha paura di adattare vocaboli inglesi, quale sarebbe meglio tra gli aggettivi allovinesco e alloviniano? Oppure ce ne sono altri di già affermati, o che potrebbero fare meglio all'uopo, non so, allovinico, allovincio,...

Io nella mia lingua ci credo.
Edochiani.sempervirens ha scritto:alcuni giovani tochioti

- Animo Grato
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Non mi esprimo sulla bontà dell'adattamento del tema allovin-. Per quanto riguarda la scelta del suffisso, -(i)ano è più neutro di -esco, che può avere una connotazione vagamente spregiativa (veda qui). Ragion per cui sceglierei -esco senza esitare! 

«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
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- Ferdinand Bardamu
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Io dire allovinesco (o alloguinesco?), sia perché -iano si unisce a nomi propri di persona o nomi geografici, sia perché, per -esco, abbiamo già carnevalesco, un altro nome che si riferisce a una ricorrenza. Inoltre, come ha detto Animo Grato, quest’ultimo suffisso si può caricare di una connotazione negativa, che non è disacconcia per definire una festa importata, dai tratti prettamente commerciali.
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Ma la linguistica non deve basarsi su opinioni personali, e lo dico da imparziale in quanto anche a me la festa non piace per niente. Comunque parlando di adattamenti in rete ne ho trovato uno fantastico con tanto di commento attinente.

Immagine presa da[ur=https://www.facebook.com/Commenti-Memor ... 16/lquesta pagina facebook. [/url]

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La cosa mi lascia abbastanza indifferente e trovo che ci siano cose peggiori di Alloguino anche tra le «sane» tradizioni italiche (e certe usanze alloguinesche erano già presenti in Italia, come ho già scritto prima). Ciò nonostante, è noto come l'adattamento sia la forma più dura da far digerire alla platea italiana.
Ah, io sono allergico alla nimesulide (Aulin &c).
Ah, io sono allergico alla nimesulide (Aulin &c).

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E quello è stato infatti il mio primo pensiero. Allovinesco, che rima con carnevalesco.Ferdinand Bardamu ha scritto:Io dire allovinesco (o alloguinesco?), sia perché -iano si unisce a nomi propri di persona o nomi geografici, sia perché, per -esco, abbiamo già carnevalesco, un altro nome che si riferisce a una ricorrenza. Inoltre, come ha detto Animo Grato, quest’ultimo suffisso si può caricare di una connotazione negativa, che non è disacconcia per definire una festa importata, dai tratti prettamente commerciali.
Però! Se allovinesco venisse accettato, annovereremmo un aggettivo dove in inglese non c'è. Di cosa poi nasce cosa. C'è chi vuole a tutti costi festeggiare l'Allovino? Bene! Per me sono allovinisti e il loro movimento è l'allovinismo. Chiaro che io sono l'antiallovinista.

Ultima modifica di sempervirens in data dom, 01 nov 2015 15:29, modificato 1 volta in totale.
Io nella mia lingua ci credo.
- Ferdinand Bardamu
- Moderatore
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- Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
- Località: Legnago (Verona)
Ha ragione su tutta la linea. Infatti l’adattamento che proponiamo, se varcherà le soglie di queste stanze, lo farà come variante scherzosa. Come chiosa — ché, a mio avviso, è bene che una festa d’importazione come questa mantenga la forma straniera, anche perché di corrispettivi veri e propri nella tradizione cattolica latina non ce ne sono —, si può adoprare il semplice vigilia di Ognissanti.Carnby ha scritto:Ciò nonostante, è noto come l'adattamento sia la forma più dura da far digerire alla platea italiana.
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Concordo sul fatto che dall'America ci è arrivato il "pacchetto completo", e come tale deve essere distinto anche nel nome. Quella è la loro versione edulcorata e commercializzata di una ritualità europea antichissima, che hanno completamente stravolto.Ferdinand Bardamu ha scritto:Come chiosa — ché, a mio avviso, è bene che una festa d’importazione come questa mantenga la forma straniera, anche perché di corrispettivi veri e propri nella tradizione cattolica latina non ce ne sono —, si può adoprare il semplice vigilia di Ognissanti.
Quanto alla tradizione cattolica, è assolutamente vero che non è previsto nulla del genere: in questo caso, la strutturazione del Purgatorio, inventato al passaggio tra Alto e Basso Medioevo, ha tolto qualsiasi spazio ai "morti che tornano". Per altre tradizioni precristiane invece si è dovuto gestire la cosa metabolizzandola nel tessuto cristiano, e quindi oggi apparentemente esse sembrano della "tradizione cattolica". Uno per tutti: il Carnevale, altrettanto precattolico (e a-cattolico), ma che è rientrato nei ranghi.
Nella tradizione europea, e italiana, una ritualità relativa alla vigilia di Ognissanti è diffusissima, ed è stata viva da noi sino al secolo scorso.
I morti tornano, in quella notte, checché ne dica la chiesa, e si lasciano offerte sulla soglia, sul davanzale, sul tavolo della cucina; inoltre i bambini - creature di per sé liminali come il morto che ancora non ha interrotto completamente il contato con i vivi - spesso incarnano i morti stessi, mettendo in scena il rito della questua, che rappresenta il "dare al morto ciò che chiede" per essere pacificato e tornare fra le ombre.
Il rito cambia da regione a regione, o anche nelle varie valli, ma comunque l'ossatura è quella.
La differenza col mondo americano è che c'era una sacralità, ovvero, non era un gioco, una cosa da ridere fatta di mascherine colorate e inventiva. Era rito, ovvero ripetizione di atti codificati, tradizionali, uguali nel tempo proprio a garanzia della loro efficacia.
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Con l'accento sulla /a/ e la doppia /n/?Ivan92 ha scritto:Gli anziani, dalle mie parti, dicono proprio Aulin(ne)!
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