«Battezzare il pallone fuori porta»
Moderatore: Cruscanti
«Battezzare il pallone fuori porta»
Buonasera a tutti.
Sto seguendo la radiocronaca di Juventus-Manchester City ed ho notato come il commentatore tecnico (o il radiocronista Repice, non ricordo) abbia detto «battezza il pallone fuori porta» riferendosi al portiere Buffon mentre segue la traiettoria del pallone, assicurandosi che non finisca verso la porta.
Qualcuno ha idee su come sia nata quest'espressione che, sebbene particolare, ha un'ampia diffusione nel gergo calcistico?
Sto seguendo la radiocronaca di Juventus-Manchester City ed ho notato come il commentatore tecnico (o il radiocronista Repice, non ricordo) abbia detto «battezza il pallone fuori porta» riferendosi al portiere Buffon mentre segue la traiettoria del pallone, assicurandosi che non finisca verso la porta.
Qualcuno ha idee su come sia nata quest'espressione che, sebbene particolare, ha un'ampia diffusione nel gergo calcistico?
Ultima modifica di Ortelius in data gio, 26 nov 2015 0:24, modificato 1 volta in totale.
- Animo Grato
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La mia interpretazione è questa: in questo caso battezzare è una variante seriosa di chiamare, nel senso di dare un nome, proclamare e quindi giudicare; perciò battezzare il pallone fuori significa valutare, prevedere che uscirà dal campo (ma è sempre meglio controllare la traiettoria finché non è effettivamente uscito).
Quest'uso di chiamare in ambito sportivo è registrato in inglese (veda qui, al numero 25.a): forse si tratta di un calco.
Quest'uso di chiamare in ambito sportivo è registrato in inglese (veda qui, al numero 25.a): forse si tratta di un calco.
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
Non me ne intendo molto ma, secondo me, battezzare non ha nulla a che vedere col nominare e molto col colpire: "battezza il pallone fuori porta" è come dire "batte" (colpisce, spinge) il pallone fuori porta.
In lingua veneta batisare o batesemare, oltre al significato principale di "somministrare il sacramento del Battesimo", ne ha anche uno traslato di battere, colpire, percuotere, picchiare.
Una mamma, innervosita dai capricci del figlio, lo potrebbe anche minacciare in questo modo: smettila o te batesemo.
Anche cresemare, col medesimo significato.
In lingua veneta batisare o batesemare, oltre al significato principale di "somministrare il sacramento del Battesimo", ne ha anche uno traslato di battere, colpire, percuotere, picchiare.
Una mamma, innervosita dai capricci del figlio, lo potrebbe anche minacciare in questo modo: smettila o te batesemo.
Anche cresemare, col medesimo significato.

We see things not as they are, but as we are. L. Rosten
Vediamo le cose non come sono, ma come siamo.
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- Ferdinand Bardamu
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No, no, nel gergo calcistico chi «battezza il pallone fuori» è sempre il portiere, e non compie alcuna azione: semplicemente, si limita, fermo impalato, a seguire con lo sguardo il pallone ch’egli considera diretto sul fondo. Capita però che il «battesimo» vada in malora: insomma, che l’estremo difensore faccia un calcolo sbagliato, e il pallone s’infili in rete.Sixie ha scritto:Non me ne intendo molto ma, secondo me, battezzare non ha nulla a che vedere col nominare e molto col colpire : "battezza il pallone fuori porta" è come dire "batte" (colpisce, spinge) il pallone fuori porta.
Continuo a non capire come si possa definire battezzare una non-azione, in cui il portiere se ne sta in pècca a seguire con gli occhi il pallone diretto sul fondo... a meno che il riferimento sia a qualche rituale propiziatorio e scaramantico che solo l'estremo difensore conosce.Ferdinand Bardamu ha scritto:No, no, nel gergo calcistico chi «battezza il pallone fuori» è sempre il portiere, e non compie alcuna azione: semplicemente, si limita, fermo impalato, a seguire con lo sguardo il pallone ch’egli considera diretto sul fondo. Capita però che il «battesimo» vada in malora: insomma, che l’estremo difensore faccia un calcolo sbagliato, e il pallone s’infili in rete.

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- Ferdinand Bardamu
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Si tratta di gergo, infatti: di qui la legittima perplessità di Ortelius riguardo all’origine di quello che pare essere un idiomatismo tutto italiano.
A tale riguardo, giacché pare che l’espressione non sia cosí diffusa, riporto un paio d’esempi tratti da quotidiani:
A tale riguardo, giacché pare che l’espressione non sia cosí diffusa, riporto un paio d’esempi tratti da quotidiani:
- Il patatrac al 38’: Moretti è scavalcato dal cross di Vittek, Esposito non salta ed Obraniak di testa si inventa una parabola micidiale. Amelia la battezza fuori, ma la palla sbatte contro il palo interno ed entra in rete. [FONTE]
- Vantaggio di Van Basten al 16’, pareggio di Zannoni al 42’ su punizione che Galli battezza fuori ma è dentro, autorete di Filippo Galli al 59’ su servizio per Osio: nella circostanza, più volte verificatasi in partita, il Parma attaccava in superiorità numerica. [FONTE]
Ultima modifica di Ferdinand Bardamu in data ven, 27 nov 2015 23:31, modificato 1 volta in totale.
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Mi perdoni, Ferdinand Bardamu,
da quando in qua i giornali si prendono ad esempio di "buona lingua"?
da quando in qua i giornali si prendono ad esempio di "buona lingua"?
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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- Ferdinand Bardamu
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Beh, caro Fausto, ho citato due esempi tratti dai giornali soltanto per fornire un’attestazione di quest’espressione calata in un contesto, e per illustrarla a Sixie. Mi guardo bene dall’avallare qualsiasi bruttura giornalistica, ma in fondo parliamo di un gergalismo: per quanto mi riguarda, non sarei cosí severo.
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Mia nonna spiegava che era riferito al rito.Sixie ha scritto:Non me ne intendo molto ma, secondo me, battezzare non ha nulla a che vedere col nominare e molto col colpire: "battezza il pallone fuori porta" è come dire "batte" (colpisce, spinge) il pallone fuori porta.
In lingua veneta batisare o batesemare, oltre al significato principale di "somministrare il sacramento del Battesimo", ne ha anche uno traslato di battere, colpire, percuotere, picchiare.
Una mamma, innervosita dai capricci del figlio, lo potrebbe anche minacciare in questo modo: smettila o te batesemo.
Anche cresemare, col medesimo significato.
Nella Cresima il vescovo dà uno schiaffo simbolico al cresimando, per mettere alla prova la saldezza della sua scelta (o qualcosa del genere... non frequento molto... però la cresima è anche detta confermazione).
Però poi ho sempre sentito dire indifferentemente i due sacramenti: può darsi che nella parlata popolare si sia fatta confusione fra i due rituali.
A memoria, l'ho sempre sentito usare solo nell'accezione da lei riportata, cioè come minaccia bonaria; non so se sia attestato anche come effettivo sinonimo di battere, in qualsiasi caso lo si debba usare.
Eh be', sa, noi qui del contado abbiamo una lingua più 'rustica' della nonna veneziana.domna charola ha scritto:Mia nonna spiegava che era riferito al rito.Sixie ha scritto:Anche cresemare, col medesimo significato.

Créxema: bastonatura; crexemàre: bastonare, schiaffeggiare; danneggiare con colpi o battiture; crexemàda: bastonatura; battitura della grandine sui raccolti.
Pastèche! è il termine usato per accompagnare uno schiaffo sulla guancia (un buffetto dato per scherzo) a un bambino, come fa il vescovo durante la Cresima.
El Vescoo…
Ciamàre el Vescoo: chiamare il padre perché le suoni al bambino che fa i capricci.
Il temutissimo Vescoo col suo pastèco (il pastorale).

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