Già, concordo.valerio_vanni ha scritto:Nelle Marche, il pergolese è stato inserito tra i gallo-italici.
Conosco quella zona, e mi sembra un errore marchiano.

Moderatore: Dialettanti
Già, concordo.valerio_vanni ha scritto:Nelle Marche, il pergolese è stato inserito tra i gallo-italici.
Conosco quella zona, e mi sembra un errore marchiano.
In realtà è ancora consultabile grazie alla Wayback machine. È uno strumento che registra con frequenza variabile il contenuto dei siti. La data della più recente registrazione è il 31 maggio, ma ci sono copie anche nelle settimane precedenti. La pagina si presenta come un calendario, evidenziati i giorni nei quali è stata scattata un'"istantanea" del sito. Un clic su uno dei giorni evidenziati conduce al bloggo.Ferdinand Bardamu ha scritto:Il suo bloggo non è piú consultabile, perciò è difficile anche sapere quale metodo abbia seguito e di quali opere si sia servito per disegnare la cartina.
Dovrei ricercare il libro, ma mi pare che anche Carlo Tagliavini Battisti una volta propose un sistema del genere, nel quale si evidenziava un «sistema continuo» che comprendeva le zone italoromanze con l'esclusione dei dialetti settentrionali e meridionali estremi.Ferdinand Bardamu ha scritto:Comunque, nell’istantanea della Wayback Machine si vede che l’autore si è limitato a pubblicare una serie di cartine a suo nome, senza ulteriori spiegazioni. Ho notato poi un’altra cartina che mi lascia perplesso: in «Languages of Italy», egli considera dialetti, o meglio varietà, dell’italiano tutti quelli che vanno dalla Toscana, l’Umbria e le Marche giú fino all’Abruzzo, il Molise, la Puglia, la Basilicata e la Calabria settentrionale!
Anche per mia esperienza mi sembra così.Sixie ha scritto:La lingua, nelle sue variazioni, è comprensibile al 90% o, così affermano gli studiosi. Io ho esperienza diretta della linea che va da occidente a oriente, all'incirca dal veronese al chioggiotto e posso dire che l'unità linguistica non è da intendersi in una assoluta omogeneità, ma in una articolata variazione di tratti tipici, a volte impercettibili, a volte vistosi, senza però che venga mai meno la loro continuità.
Sì, è proprio così: uno sfasamento, malgrado le vicinanze e le affinità.domna charola ha scritto:Nelle discussioni che facciamo qui, ad esempio, capisco benissimo le espressioni dialettali citate dagli utenti veneti, ma sono spesso un po' sfasate rispetto a come lo direi io (o piuttosto, come ho sempre sentito dire in casa da piccola... purtroppo sono cresciuta in altra regione, e quindi non so effettivamente parlare con la giusta cadenza e fluidità).
Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 4 ospiti