Genere di «trave»
Moderatore: Cruscanti
-
- Moderatore «Dialetti»
- Interventi: 726
- Iscritto in data: sab, 14 mag 2005 23:03
Genere di «trave»
Sto leggendo un libro italiano in cui compare qualche volta il termine trave, sempre al genere maschile. Io lo userei al femminile, ma poiché l'autore è italiano, mi è sembrato probabile che avesse ragione lui. Ma non mi sono soddisfatto. Ho consultato Google Libri e mi sono reso conto che trave come maschile non è affatto inconsueto. Ho consultato un paio di vocabolari, che mi hanno confermato che si tratta davvero di un sostantivo femminile, però il Treccani informa che anticamente o regionalmente può essere maschile. Questa nota d'uso mi ha confuso, perché dice che il trave deriva dal genere maschile che trabs aveva in latino. Il latino lo conosco e secondo me, trabs non è maschile, ma femminile, come in portoghese (a trave) e in spagnolo (la trabe), però, siccome a volte la nostra memoria c'inganna, ho voluto controllarlo. Tutti i dizionari di latino che ho trovato mi danno ragione, come questo, questo , questo e questo. Allora avrà sbagliato il portale Sapere.it? Commenti?
- Ferdinand Bardamu
- Moderatore
- Interventi: 5195
- Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
- Località: Legnago (Verona)
Il DOP dice che la forma maschile è antiquata o regionale. In effetti però il trave si trova anche in testi del XXI secolo in Google Libri.
Nel Vocabolario della Crusca, quarta edizione, s.v. «Trave», gli esempi mostrano una netta prevalenza del femminile sul maschile. Anche il Tommaseo-Bellini lo dà come femminile, e annota: «In qualche dial[etto] lo usano in senso masc[hile]».
Per quanto riguarda il latino, conferma il genere femminile di trabs anche il Lewis-Short.
Nel Vocabolario della Crusca, quarta edizione, s.v. «Trave», gli esempi mostrano una netta prevalenza del femminile sul maschile. Anche il Tommaseo-Bellini lo dà come femminile, e annota: «In qualche dial[etto] lo usano in senso masc[hile]».
Per quanto riguarda il latino, conferma il genere femminile di trabs anche il Lewis-Short.
- Millermann
- Interventi: 1720
- Iscritto in data: ven, 26 giu 2015 19:21
- Località: Riviera dei Cedri
Il genere di «trave» nei dialetti
Leggendo questo filone, inizialmente, ho pensato: «toh, il mio dialetto è proprio uno di quelli in cui trave è maschile, curioso!» e cosí ho fatto qualche riflessione: visto che, come i dizionari confermano, trabs, trabis è femminile, mi sarei aspettato in dialetto un esito del tipo «'a travi», mentre invece si dice «'u travu»: non solo maschile, ma con la desinenza tipica di un nome latino della seconda declinazione, e non della terza!
Allora, incuriosito, mi sono chiesto in quali altri dialetti, oltre al mio, si adoperasse trave al maschile, e sono andato a consultare le cartine in linea del NavigAIS, in particolare il foglio 861, dall'eloquente titolo "Il trave; i travi".
Che cosa diceva il Tommaseo-Bellini? «In qualche dialetto lo usano in senso maschile»?
Sarebbe stato molto più giusto dire che in qualche dialetto lo usano al femminile, piuttosto! 
Praticamente questo termine è maschile nella stragrande maggioranza dei dialetti d'Italia, dal Piemonte alla Sicilia. Le pochissime eccezioni sono date dalla Sardegna, da gran parte della Toscana (da cui l'italiano) e da qualche località della Lombardia, più altri casi (isolati) in altre regioni, al nord come al sud.
Oltre al maschile, si nota che prevale un po' ovunque la terminazione in -o/-u al posto di quella in -e/-a! Come è possibile, se la derivazione è da una parola latina femminile?
Al plurale troviamo spesso, oltre al normale "i travi", la versione neutra "i trava". Inoltre, cosa ancora più strana, questa è una delle rare parole in cui in alcuni dialetti meridionali (anche nel mio!) al plurale regolare si affianca una versione più arcaica, del tipo "i tràvura" o "i tràvara".
Si tratta di un plurale che ricorda i plurali in -ora del latino volgare, i quali, stando alla Treccani, sarebbero stati creati sul modello di tempus, temporis, neutro, che al nominativo e accusativo plurale fa "tempora", applicato ad alcuni nomi maschili in -us.
Il fatto è che io non sono un latinista: le mie reminiscenze di latino risalgono ai tempi del liceo, però mi piace formulare ipotesi "di fantasia" (prendendo, talvolta, delle gran cantonate
). Stavolta, ad esempio, ho visto [url=http://www.dizionario%2dlatino.com/dizionario%2dlatino%2dflessione.php?parola=trabs](qui)[/url] che il nominativo singolare di trabs non è univoco: fa anche trabes, trabis e traps; in latino volgare non potrebbe essere diventato "*trabus", con l'inserimento di una u epentetica?
Potrebbe essere una spiegazione: dal femminile trabs si passa a trabus, che sembra un maschile della seconda e in molti dialetti dà luogo a "travu/travo", attraverso l'accusativo "trabum". In altri, questo "trabus" potrebbe aver dato luogo (sul modello di tempus) a un plurale neutro "trabora", da cui le versioni dialettali "tràvura/tràvara".
Dove rimane femminile, invece, attraverso "trabem" produce "trave" (che passa poi in italiano), tuttavia per "contaminazione" da "*travo" in alcuni casi cambia genere.
Come ho già detto, sono solo ipotesi partorite dalla mia immaginazione. So, però, che in questo fòro ci sono ottimi esperti sia di latino, sia di dialetti. Che cosa ne pensate, può essere cosí?
Allora, incuriosito, mi sono chiesto in quali altri dialetti, oltre al mio, si adoperasse trave al maschile, e sono andato a consultare le cartine in linea del NavigAIS, in particolare il foglio 861, dall'eloquente titolo "Il trave; i travi".

Che cosa diceva il Tommaseo-Bellini? «In qualche dialetto lo usano in senso maschile»?


Praticamente questo termine è maschile nella stragrande maggioranza dei dialetti d'Italia, dal Piemonte alla Sicilia. Le pochissime eccezioni sono date dalla Sardegna, da gran parte della Toscana (da cui l'italiano) e da qualche località della Lombardia, più altri casi (isolati) in altre regioni, al nord come al sud.
Oltre al maschile, si nota che prevale un po' ovunque la terminazione in -o/-u al posto di quella in -e/-a! Come è possibile, se la derivazione è da una parola latina femminile?
Al plurale troviamo spesso, oltre al normale "i travi", la versione neutra "i trava". Inoltre, cosa ancora più strana, questa è una delle rare parole in cui in alcuni dialetti meridionali (anche nel mio!) al plurale regolare si affianca una versione più arcaica, del tipo "i tràvura" o "i tràvara".
Si tratta di un plurale che ricorda i plurali in -ora del latino volgare, i quali, stando alla Treccani, sarebbero stati creati sul modello di tempus, temporis, neutro, che al nominativo e accusativo plurale fa "tempora", applicato ad alcuni nomi maschili in -us.
Il fatto è che io non sono un latinista: le mie reminiscenze di latino risalgono ai tempi del liceo, però mi piace formulare ipotesi "di fantasia" (prendendo, talvolta, delle gran cantonate


Potrebbe essere una spiegazione: dal femminile trabs si passa a trabus, che sembra un maschile della seconda e in molti dialetti dà luogo a "travu/travo", attraverso l'accusativo "trabum". In altri, questo "trabus" potrebbe aver dato luogo (sul modello di tempus) a un plurale neutro "trabora", da cui le versioni dialettali "tràvura/tràvara".
Dove rimane femminile, invece, attraverso "trabem" produce "trave" (che passa poi in italiano), tuttavia per "contaminazione" da "*travo" in alcuni casi cambia genere.
Come ho già detto, sono solo ipotesi partorite dalla mia immaginazione. So, però, che in questo fòro ci sono ottimi esperti sia di latino, sia di dialetti. Che cosa ne pensate, può essere cosí?

In Italia, dotta, Foro fatto dai latini
- Ferdinand Bardamu
- Moderatore
- Interventi: 5195
- Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
- Località: Legnago (Verona)
Alcune note di passata:
- il Tommaseo-Bellini è un dizionario ottocentesco, mentre l’AIS è stato pubblicato a Novecento inoltrato; siamo indulgenti verso il povero Tommaseo, che morí quando l’Italia era unita da poco piú di un decennio
;
- non sono esperto di questioni etimologiche, ma provo a ipotizzare che il metaplasmo di trave nella sua zona sia avvenuto in epoca latina volgare o protoromanza, per normalizzare il genere di una parola di uso comunissimo. L’esistenza di un plurale con la desinenza del neutro latino potrebbe far pensare a un originario *TRABUM, neutro poi confluito nel maschile. D’altra parte, da me il metaplasmo di genere è avvenuto senza che il sostantivo mutasse di classe: si dice infatti el trave;
- non mi addentrerei piú di tanto nell’analisi dei dialetti: appurato che il maschile prevale sul femminile un po’ in tutta Italia, occorre riconoscere che in Toscana, giusta i dati dell’AIS, si usa per la gran parte la forma femminile, la stessa che poi è passata nell’italiano normale;
- nella BibIt si trova un’occorrenza di «il trave», dieci di «un trave»; diciannove di «la trave», venticinque di «una trave».
-
- Moderatore «Dialetti»
- Interventi: 726
- Iscritto in data: sab, 14 mag 2005 23:03
Per dovere di cronaca faccio notare che da noi si dice la trave, ma lungo la riviera del Conero si trova lo scoglio del trave.
-
- Interventi: 1782
- Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09
Lo so, siamo fuori tema, ma la domanda sorge spontanea: c'è stata?domna charola ha scritto:...luogo spettacolare... è venuto in mente anche a me, leggendo la discussione.

-
- Interventi: 1782
- Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09
Sì, a fare i bagnetti: adoro costa alta e acqua fonda.
Al di là di ciò, dal punto di vista geologico tutto il tratto di costa per arrivare al Trave è interessantissimo per le unità stratigrafiche che pone in luce; la bancata meno erodibile che dà origine al Trave è poi un ottimo esempio delle relazioni fra litologia e morfologia. Il tutto è peraltro ottimamente spiegato nel piccolo museo geologico di Sirolo (visto nel 2011).
Fine dell'intermezzo geo-turistico.
Al di là di ciò, dal punto di vista geologico tutto il tratto di costa per arrivare al Trave è interessantissimo per le unità stratigrafiche che pone in luce; la bancata meno erodibile che dà origine al Trave è poi un ottimo esempio delle relazioni fra litologia e morfologia. Il tutto è peraltro ottimamente spiegato nel piccolo museo geologico di Sirolo (visto nel 2011).
Fine dell'intermezzo geo-turistico.
Chi c’è in linea
Utenti presenti in questa sezione: Bing [Bot] e 5 ospiti