Vocali medio-alte atone in finale di parola
Moderatore: Cruscanti
Vocali medio-alte atone in finale di parola
Parlando con molisani, abruzzesi, pugliesi e lucani, ho notato che l'articolazione delle vocali atone in finale di parola è diversa dalla mia: in luogo di [e] e [o], percepisco con chiarezza una vocale piú bassa. Ora, di certo non si può dire che le vocali atone di pesce e orto siano rispettivamente [ɛ] e [ɔ], ma di sicuro non sono chiuse. Probabilmente è qualcosa d'intermedio. Ho riscontrato lo stesso comportamento in alcuni emiliani e piemontesi. In sostanza, sembra che il solo Centro ne sia escluso. Ammesso che sia vero quel che dico, come mai si verifica questo fenomeno?
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Non mi pronuncio sui parlanti del Settentrione, ché sporadiche sono state le occasioni d'incontro. Per ciò che riguarda le zone del centro-sudde/sudde da me indicate precedentemente, tutte le parole sono coinvolte, escluse le ultimali con accento sulla vocale finale. La mia ragazza, molisana, pronuncia correttamente perché, per esempio, ma in due, pesce, lavoro, stagione, infaticabile, orfanotrofio —insomma, chi piú ne ha piú ne metta—, le vocali finali non sono chiuse, bensí [piú] aperte. E ho notato la stessa cosa parlando con abruzzesi, pugliesi e lucani.Carnby ha scritto:In quali parole ha notato questo fenomeno? In particolare è necessario sapere qual è la vocale accentata.
Io invece l'ho notato parlando [anche] con due parmensi e una modenese.valerio_vanni ha scritto:Io l'ho notato di frequente a San Marino, non ricordo però le parole.
So ch'è pura eresia, ma non potrebbe essere che dietro a queste vocali mal pronunciate si celi lo scevà? Magari nelle varianti dialettali delle regioni di cui sopra è presente la vocale centrale media che però, non appena il contesto esige che il registro linguistico si faccia piú sostenuto, si cerca prontamente di nascondere. 

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