Marco Treviglio ha scritto:Voi come definireste una situazione ove un oggetto che andava appoggiato è sfuggito all'ultimo momento provocando un rumore che non ci doveva essere, anche se, fortunatamente, non è stato danneggiato? E.g.:
«Ti avevo detto di appoggiarlo lí, non di... !» («far(ce)lo sbattere» a volte mi pare esagerato

).
"Ti avevo detto di appoggiarlo, non di sbatterlo!" potrebbe essere anche una scelta voluta, indipendentemente dal danno subito o non subito dall'oggetto.
Intendo dire: se fossi ad esempio una mamma che redarguisce il pargolo, mi verrebbe spontaneo esagerare, proprio per far capire la differenza (a quel punto sarà però il pargolo a dover cercare il termine giusto... "non l'ho sbattuto, l'ho solo °°°°"... quindi il problema non è risolto...).
Istintivamente, userei "lasciar andare" (giù, sottinteso):
"Ti avevo detto di appoggiarlo, non di lasciarlo andare".
"Non l'ho sbattuto, l'ho solo lasciato andare", oppure in questo caso "mi è solo sfuggito".
Sono due parole anziché una, lo so, però mi fotografa meglio il gesto poco attento di chi abbandona l'oggetto prima di averne scaricato il peso su di una superficie di appoggio.
Urtare mi dà più l'idea che l'oggetto sia ancora tenuto in mano, e quindi volontariamente fatto battere sulla superficie, sia pure in maniera blanda. Potrebbe anche starci, però torniamo al discorso iniziale, che è quello dell'intenzionalità del gesto.
Anziché "appoggiare", posso "sbattere" sulla superficie con una certa violenza quindi con un'intenzione e uno stato d'animo alterati; oppure posso "urtare" la superficie (o l'oggetto?), sempre con uno stato d'animo alterato ma trattenuto dalle regole sociali, oppure semplicemente l'oggetto per distrazione mi sfugge di mano, senza nessuna intenzionalità, e "cade" sulla superficie, perché l'ho inavvertitamente "lasciato andare".
Lo stesso, dall'altro punto di vista: posso accusare la persona di aver voluto "sbattere" l'oggetto, oppure posso rimproverargli la sbadataggine di non averlo seguito sino in fondo, lasciandolo andare.
Questo indipendentemente però da come l'oggetto sia effettivamente arrivato sul tavolo: qui entra in gioco la mia percezione e la mia volontà accusatoria, quindi potrei benissimo aver capito male, o aver caricato l'azione altrui di intenzionalità e significati che all'origine non volevano esserci.