«Il corpo è soggetto ‹di› tensioni»

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Marco1971
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«Il corpo è soggetto ‹di› tensioni»

Intervento di Marco1971 »

Ieri, al ritorno dalle vacanze. Aeroporto d’Ibiza. Dinanzi a me, di spalle, un giovane con un portatile Apple. Scriveva non so che sulle varie energie del corpo – divina scienza indiana, o cose trite e ritrite – con l’aggeggio poggiato sulla gamba destra. Ero lí e leggevo mentre scriveva: «Quando il corpo è soggetto di tensioni...»

Chissà. Sarà pure legittimo, coi tempi che corrono. Ero lí lí per interromperlo e dirgli: «Non sarebbe piuttosto soggetto a tensioni?» Ovviamente tacqui, ma nel cuore profondo, ripensai al mio Maestro...
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

L’italiano pare ormai un edificio pericolante occupato da abusivi. :?

P.S. Bentornato. :D
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marcocurreli
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Intervento di marcocurreli »

Ho il triste presentimento che abbia voluto dire "oggetto di tensioni". Oggi sta purtroppo sta invalendo l'uso di soggetto al posto di oggetto, perché quello che per noi è l'oggetto di una missiva per gli inglesi è "subject" (che non vuol dire oggetto, ma argomento, soggetto).
Ultima modifica di marcocurreli in data ven, 29 lug 2016 0:48, modificato 1 volta in totale.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Ma si può davvero dire il corpo è oggetto di tensioni? :roll:
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
valerio_vanni
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Intervento di valerio_vanni »

Marco1971 ha scritto:Ma si può davvero dire il corpo è oggetto di tensioni? :roll:
Potrebbe significare è vittima di tensioni.
Forse la questione è più filosofica che linguistica: chissà che in quelle scienze indiane la tensione non sia un oggetto più animato e senziente che nel significato comune...
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Certo, si può supporre una quantità di cose. Per me, a ogni modo, non è buon italiano né il corpo è soggetto di tensioniil corpo è oggetto di tensioni.

Qualcuno, piú raramente qualcosa, può essere oggetto di venerazione, desiderio, pietà, amore, invidia, ecc. (esempi tratti dal Treccani), cioè di sentimenti.

L'aggettivo soggetto, nella vigente norma, si costruisce con la preposizione a. Poi naturalmente ognuno è libero di non seguire norma alcuna. ;)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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marcocurreli
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Intervento di marcocurreli »

Marco1971 ha scritto:Ma si può davvero dire il corpo è oggetto di tensioni? :roll:
Credo proprio di no. Ma poiché stiamo parlando di qualcuno che usa l'italiano "a quella maniera" (come si dice da noi), qualsiasi interpretazione è lecita.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Mi trova concorde. :)

Scusate il (non troppo) fuori tema: oggi ho parlato con un amico francese che lavora per la nota compagnia aerea britannica, e quindi deve avere un certo livello di inglese. Gli ho scritto una frase in inglese che cominciava cosí:

There is more to life than just...

E ha cominciato a contestare quel to... Molta gente non capisce che le preposizioni sono una cosa intimamente idiomatica, specifica di ogni lingua.

In apertura del filone ricordavo il mio Maestro, che insisteva appunto su questa cosa: in francese si dice par ce temps, che indica attraversamento; in inglese in this weather, che denota l'esser dentro; in italiano con questo tempo, complemento di accompagnamento...

Fine del fuori tema. :D
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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GFR
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Intervento di GFR »

Trovo condivisibile l’idea di valerio_vanni. Si è soggetti a però uno non può rinunciare a comunicare un’idea per non contraddire la grammatica. Certamente è anche più facile commettere un errore che non avere qualcosa di nuovo o di originale da dire.
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