Pronomi personali e verbo «pensare»
Moderatore: Cruscanti
Pronomi personali e verbo «pensare»
Perché si dice "lo pensi", per dire pensi lui, col complemento oggetto, ma si dice "mi pensi", pensi a me, col complemento di termine? Ringrazio chi vorrà sciogliere il dubbio.
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- Interventi: 1413
- Iscritto in data: ven, 19 ott 2012 20:40
- Località: Marradi (FI)
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Mi accorgo di aver liquidato la questione in maniera superficiale.
Il verbo può reggere entrambe le forme. Si può pensare qualcosa e pensare a qualcosa, si può pensare qualcuno e pensare a qualcuno.
Con applicazioni e sfumature diverse.
Non è quindi banale tradurre la particella in una forma o nell'altra.
Sicuramente non c'è uniformità tra le persone dei verbi, in particolare quando l'oggetto è una persona. Nel discorso che segue mi limito a questo caso.
La forma forte col complemento di termine (soggetto + verbo + complemento) funziona in tutti i casi:
io penso
-a me
-a te
-a lui / lei
-a noi
-a voi
-a loro
La forma forte col complemento oggetto (soggetto + verbo + oggetto) tende a non funzionare. Non dico che sia errata, ma mi pare marginale:
io penso
-me
-te
-lui / lei
-noi
-voi
-loro
Passiamo alle forme deboli (pronome + verbo), e chiediamoci a cosa corrispondono [1]:
-io mi penso
-io ti penso
-io lo/la penso
-io ci penso
-io vi penso
-io li/le penso
Da un canto, le terze persone ci suggerirebbero un'interpretazione per tutti gli altri casi (ambigui per omografia). Insomma, che anche gli altri casi fossero complementi oggetti.
D'altro canto, però, tutte le forme forti funzionano bene solo col complemento di termine.
Nel complesso la situazione mi pare ambigua.
[1] Lasciamo perdere per un attimo l'ambiguità del "ci" nella prima persona plurale, e l'improbabilità della frase (d'altra parte vale anche per "io penso noi"). Se vogliamo possiamo anche cambiare persona "lui ci pensa", il punto è se quel "ci" vuol dire "noi" o "a noi".
Il verbo può reggere entrambe le forme. Si può pensare qualcosa e pensare a qualcosa, si può pensare qualcuno e pensare a qualcuno.
Con applicazioni e sfumature diverse.
Non è quindi banale tradurre la particella in una forma o nell'altra.
Sicuramente non c'è uniformità tra le persone dei verbi, in particolare quando l'oggetto è una persona. Nel discorso che segue mi limito a questo caso.
La forma forte col complemento di termine (soggetto + verbo + complemento) funziona in tutti i casi:
io penso
-a me
-a te
-a lui / lei
-a noi
-a voi
-a loro
La forma forte col complemento oggetto (soggetto + verbo + oggetto) tende a non funzionare. Non dico che sia errata, ma mi pare marginale:
io penso
-me
-te
-lui / lei
-noi
-voi
-loro
Passiamo alle forme deboli (pronome + verbo), e chiediamoci a cosa corrispondono [1]:
-io mi penso
-io ti penso
-io lo/la penso
-io ci penso
-io vi penso
-io li/le penso
Da un canto, le terze persone ci suggerirebbero un'interpretazione per tutti gli altri casi (ambigui per omografia). Insomma, che anche gli altri casi fossero complementi oggetti.
D'altro canto, però, tutte le forme forti funzionano bene solo col complemento di termine.
Nel complesso la situazione mi pare ambigua.
[1] Lasciamo perdere per un attimo l'ambiguità del "ci" nella prima persona plurale, e l'improbabilità della frase (d'altra parte vale anche per "io penso noi"). Se vogliamo possiamo anche cambiare persona "lui ci pensa", il punto è se quel "ci" vuol dire "noi" o "a noi".
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