L'aggettivo con valore avverbiale
Moderatore: Cruscanti
L'aggettivo con valore avverbiale
Ciao a tutti!
Chiedo il vostro aiuto su un tema molto complicato. Non sono italiana e per me è quasi impossibile sentire la differenza tra queste frase:
1) "i due entrano veloce nel treno"
2) "i due entrano veloci nel treno"
Secondo voi quale delle due frase suona meglio? Sono possibili entrambi?
E un altro esempio simile ad esso:
1) "la donna cammina lento"
2) "la donna cammina lenta"?
o tutte e due versioni sono corrette?
E quindi una questione davvero palpitante per me: quando leggiamo "Stavi fermo tu", possiamo dire con fermezza che si tratta di un uomo o si può riferire anche a una femmina? Se la parola "fermo" qui è l'aggettivo in funzione avverbiale, non sono sicura, ma forse può significare "tu ferma stavi lì..."?
Anche se dire "stavi ferma" parlando di una donna sarebbe più naturale, ditemi per favore, è almeno possibile dire "Maria stava fermo lì" per esempio?
Chiedo il vostro aiuto su un tema molto complicato. Non sono italiana e per me è quasi impossibile sentire la differenza tra queste frase:
1) "i due entrano veloce nel treno"
2) "i due entrano veloci nel treno"
Secondo voi quale delle due frase suona meglio? Sono possibili entrambi?
E un altro esempio simile ad esso:
1) "la donna cammina lento"
2) "la donna cammina lenta"?
o tutte e due versioni sono corrette?
E quindi una questione davvero palpitante per me: quando leggiamo "Stavi fermo tu", possiamo dire con fermezza che si tratta di un uomo o si può riferire anche a una femmina? Se la parola "fermo" qui è l'aggettivo in funzione avverbiale, non sono sicura, ma forse può significare "tu ferma stavi lì..."?
Anche se dire "stavi ferma" parlando di una donna sarebbe più naturale, ditemi per favore, è almeno possibile dire "Maria stava fermo lì" per esempio?
- Ferdinand Bardamu
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Buon giorno a lei.
Le ricopio un passo di Bruno Migliorini riguardante l’accordo nell’uso avverbiale degli aggettivi:
Non meno fortemente [rispetto a costrutti con l’oggetto espresso] s’impone oggi l’accordo in costrutti in cui l’aggettivo possa essere riferito direttamente al s o g g e t t o , specialmente se si tratta di un soggetto personale. La locuzione correr veloce può rientrare fra quelle della nostra serie, in quanto si concepisca come «correre una corsa veloce»; e, fin che il soggetto è al singolare, il parlante non approfondisce in che rapporto esso stia con veloce. Ma, con un soggetto plurale, la riflessione porta a raccostare veloce al soggetto, rompendo la locuzione e facendo che il verbo non sia più organicamente modificato da veloce, ma abbia lessicalmente il suo significato usuale e sintatticamente puro valore copulativo: I cavalli correvano veloci è la sola espressione che si userebbe oggi normalmente. [Bruno Migliorini, «Il tipo sintattico ‹Votate socialista›», in «Lingua nostra», XIII, 1952, pp. 113-118; oggi in La lingua italiana nel Novecento, Firenze, «Le Lettere», pp. 249-260; sottolineatura mia).
Venendo alla sua domanda, le forme corrette sono «I due entrano veloci nel treno» e «La donna cammina lenta». L’avverbio di modo è sempre possibile in entrambi i casi: «I due entrano velocemente nel treno», «La donna cammina lentamente». A maggior ragione, l’accordo di genere è obbligatorio in frasi del tipo «Stai fermo!», in cui compare un verbo copulativo che richiede un predicativo del soggetto, perciò è errato dire o scrivere *«Maria stava fermo lí».

Le ricopio un passo di Bruno Migliorini riguardante l’accordo nell’uso avverbiale degli aggettivi:
Non meno fortemente [rispetto a costrutti con l’oggetto espresso] s’impone oggi l’accordo in costrutti in cui l’aggettivo possa essere riferito direttamente al s o g g e t t o , specialmente se si tratta di un soggetto personale. La locuzione correr veloce può rientrare fra quelle della nostra serie, in quanto si concepisca come «correre una corsa veloce»; e, fin che il soggetto è al singolare, il parlante non approfondisce in che rapporto esso stia con veloce. Ma, con un soggetto plurale, la riflessione porta a raccostare veloce al soggetto, rompendo la locuzione e facendo che il verbo non sia più organicamente modificato da veloce, ma abbia lessicalmente il suo significato usuale e sintatticamente puro valore copulativo: I cavalli correvano veloci è la sola espressione che si userebbe oggi normalmente. [Bruno Migliorini, «Il tipo sintattico ‹Votate socialista›», in «Lingua nostra», XIII, 1952, pp. 113-118; oggi in La lingua italiana nel Novecento, Firenze, «Le Lettere», pp. 249-260; sottolineatura mia).
Venendo alla sua domanda, le forme corrette sono «I due entrano veloci nel treno» e «La donna cammina lenta». L’avverbio di modo è sempre possibile in entrambi i casi: «I due entrano velocemente nel treno», «La donna cammina lentamente». A maggior ragione, l’accordo di genere è obbligatorio in frasi del tipo «Stai fermo!», in cui compare un verbo copulativo che richiede un predicativo del soggetto, perciò è errato dire o scrivere *«Maria stava fermo lí».
Non m'è ben chiaro il motivo per cui non si possa dire i cavalli correvano veloce. Qual è la differenza tra questa frase e i piloti corrono forte? In entrambi i casi gli aggettivi sono usati avverbialmente. Perché allora nel primo caso sarebbe preferibile l'accordo? Non riesco ad afferrare il concetto espresso da Migliorini. 

- Ferdinand Bardamu
- Moderatore
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Ma secondo Lei c'è una differenza di stile o significato tra i cavalli correvano veloce e i cavalli correvano veloci?
Ho anche notato che con lento non valgono le stesse considerazioni fatte per veloce. Non mi sognerei mai di dire *i cavalli correvano lento, ma soltanto lenti. Come mai questo diverso trattamento? Eppure anche lento può essere usato avverbialmente.
Ho anche notato che con lento non valgono le stesse considerazioni fatte per veloce. Non mi sognerei mai di dire *i cavalli correvano lento, ma soltanto lenti. Come mai questo diverso trattamento? Eppure anche lento può essere usato avverbialmente.

- Ferdinand Bardamu
- Moderatore
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- Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
- Località: Legnago (Verona)
Tutto si riduce a ciò che l’uso ha decretato nel corso dei secoli. Non si può dare una regola certa. Piano e forte sono aggettivi usati come avverbi che non possono essere usati anche come semplici predicativi del soggetto: si dice I cavalli andavano forte/piano non *I cavalli andavano forti/piani.
Se però usiamo dei sinonimi di questi due avverbi, le cose si complicano. Possiamo dire I cavalli andavano veloce/veloci, ma dobbiamo dire I cavalli andavano lenti non *I cavalli andavano lento.
Insomma, per esser piú rigorosi potremmo dire che gli aggettivi usati in funzione avverbiale sono «costruzioni per la gran parte idiomatiche, ma con una certa possibilità di espansioni analogiche» (Grande Grammatica Italiana di Consultazione, vol. II I sintagmi verbale, aggettivale, avverbiale. La subordinazione, Bologna: «Il Mulino», 2001, p. 207). L’analogia che ha dato vita all’uso avverbiale di veloce non è stata (finora) mai applicata a lento, che non può divenire avverbio in frasi come *I cavalli andavano lento.
Se però usiamo dei sinonimi di questi due avverbi, le cose si complicano. Possiamo dire I cavalli andavano veloce/veloci, ma dobbiamo dire I cavalli andavano lenti non *I cavalli andavano lento.
Insomma, per esser piú rigorosi potremmo dire che gli aggettivi usati in funzione avverbiale sono «costruzioni per la gran parte idiomatiche, ma con una certa possibilità di espansioni analogiche» (Grande Grammatica Italiana di Consultazione, vol. II I sintagmi verbale, aggettivale, avverbiale. La subordinazione, Bologna: «Il Mulino», 2001, p. 207). L’analogia che ha dato vita all’uso avverbiale di veloce non è stata (finora) mai applicata a lento, che non può divenire avverbio in frasi come *I cavalli andavano lento.
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Ma vogliono dire cose assai diverse! Nel significato «piú ovvio/normale», in buon italiano, si può dire solo è partita fortissimo.Ivan92 ha scritto:Non capisco però il diverso trattamento che subiscono i superlativi di forte e piano. Nel primo caso, come s'è visto, si può dire in entrambi i modi…
Per forza! Partire forte nel senso di «partire avvantaggiata, allenata, favorita» ha senso, ancorché sia meno comune che nel senso di «partire velocemente» (e per questo i parlanti possono confondere le due accezioni [nel superlativo]… sbagliando!), ma mi dice Lei cosa vorrebbe mai dire *partire piana?Ivan92 ha scritto:…nel secondo, mai mi sognerei di dire è partita pianissima.

- Millermann
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Infatti! Allora diciamo che, giustamente, il contrario di «è partita fortissimo» sarà «è partita pianissimo», mentre quello di «è partita fortissima [perché s'era allenata tanto, eppure al termine della gara quasi non si reggeva in piedi]» dovrebbe essere «è partita debolissima[, essendo reduce dall'influenza, e ciò nonostante è riuscita a offrire una prestazione accettabile]». 

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