«Madonna»
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«Madonna»
Sappiamo dai dizionari (Treccani e Gradit) che il sostantivo madonna è composto dalla riduzione del possessivo m(i)a + donna. Ma come si è arrivati, foneticamente, a tale riduzione? Secondo una trafila analoga quella per cui da Neapolis si ha Napoli? Esistono altre parole in cui si nota lo stesso fenomeno? A me viene in mente solo l'esclamazione maffe (o maffé) ‘mia fede’, che però ha attestazioni tarde (dal XVI secolo in poi), giacché quelle trecentesche sono gnaffe o naffe.
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Re: «Madonna»
Secondo il Rohlfs, che cita il Serra, Comacchio (forse < COMMEATULUS). Riporto l’intero passo…Dario Brancato ha scritto:Sappiamo dai dizionari (Treccani e Gradit) che il sostantivo madonna è composto dalla riduzione del possessivo m(i)a + donna. Ma come si è arrivati, foneticamente, a tale riduzione? Secondo una trafila analoga quella per cui da Neapolis si ha Napoli? Esistono altre parole in cui si nota lo stesso fenomeno?
Inoltre…Rohlfs (1966:169) ha scritto:136. io ed ea protonici. Nei casi in cui nella sillaba protonica risulta io, questo gruppo si riduce in Toscana in certi casi ad i: cfr. Firenze < Fiorenze, Chifenti < Chiofenti < CONFLUENTES, piviale < PLUVIALE, piviere (< franc. plouvier); l'antico italiano firini. Cfr. anche in Calabria Nicastro < NEOCASTRON, e in provincia di Lecce, chisura ‘campo chiuso’ < chiusura e il nome del fiume Fibbio (nel Veneto) < fiobbio < FLUVIUS. Analogamente ea si è ridotto ad a: cfr. NEAPOLIS > Napoli, COMMEATULUS > Comacchio (cfr. Serra, LN 2, 122). Il passaggio di io protonico a e si nota nei cognomi Dietisalvi, Dietiguardi (cfr. anche §88).
…senza dimenticare gli antichi enclitici (anche toscani, per es. in Boccaccio e poi Machiavelli) -mo, -to, -so: mogliema, fratelto etc.Rohlfs (1968:121) ha scritto:Vi son poi le forme accorciate: antico toscano lo mi figlio, ’l me core, lo tu valor, antico umbro mi signore, so nome; cfr. anche le forme atone nei composti madonna (abbreviato a monna o mona) e messere (francesismo). Già in Dante madonna s’è cristallizzato in una forma invariabile, cfr. madonne come appellativo di piú donne («Vita Nuova», 18).
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