Sequenza /jɛ/ nel Nord Italia?
Moderatore: Cruscanti
Sequenza /jɛ/ nel Nord Italia?
Più che un quesito, la mia è una curiosità. Gradirei sapere se in qualche angolo recondito del Nord Italia si dice /jɛ/ anziché /je/. Non vorrei sbagliarmi, ma m'è sembrato di aver sentito qualcosa di simile dalla bocca di un trentino.
Ultima modifica di Infarinato in data gio, 18 apr 2019 10:23, modificato 1 volta in totale.
Motivazione: Ripristinato opportuno carattere fonetico nel titolo
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- Millermann
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Un piccolo suggerimento che potrebbe aiutarla a soddisfare la sua curiosità. Se non l'ha già fatto, perché non dà un'occhiata al sito dell'AIS?
Le consiglio, per esempio, il foglio 349 ("ieri"); mi sembra di capire che l'apertura delle vocali sia indicata dai simboli a esse sottoscritti.
Eccoli qua!
Le consiglio, per esempio, il foglio 349 ("ieri"); mi sembra di capire che l'apertura delle vocali sia indicata dai simboli a esse sottoscritti.
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- Ferdinand Bardamu
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L’AIS, però, è un atlante dei dialetti italiani. Ivan chiedeva invece, se interpreto bene il suo quesito, se in qualche varietà regionale dell’italiano che si parla al Norde la sequenza eterofonica /jɛ/ venga mantenuta.
Ho alcuni amici trentini, ma non ho mai sentito pronunce come ièri o piède. Tuttavia, i trentini dicono, correttamente, bène (cosa che mi meraviglia: in altri casi hanno pronunce un tantino bizzarre, come ascen/z/ore o pen/z/ione
).
Ho alcuni amici trentini, ma non ho mai sentito pronunce come ièri o piède. Tuttavia, i trentini dicono, correttamente, bène (cosa che mi meraviglia: in altri casi hanno pronunce un tantino bizzarre, come ascen/z/ore o pen/z/ione

- Millermann
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Certo, è un atlante dei dialetti (e anche ormai datato). Però potrebbe comunque fornire qualche spunto utile: penso che la pronuncia dell'italiano regionale sia molto spesso influenzata da quella dialettale, specie per quelle parole (come "ieri", appunto) che differiscono poco o nulla.
Non lo crede anche lei?
Non lo crede anche lei?

Pronuncia frequente nelle zone nordorientali (specie friulane); /nz/ è comune in gran parte dell’Italia settentrionale per /trans-/ [-nz-] e veniva consigliata come pronuncia «italiana» anche in qualche manuale compilato da autori settentrionali. Per tornare al tema principale, sul MaPI canepariano (p. 476) /jɛ/, per quanto riguarda l’Italia centrale, c’è solo in Toscana, Viterbo, Roma, due piccole parti d’Umbria e una piccolissima zona presso Ancona; altrove prevale /je/; nessun accenno ad altre zone d’Italia.Ferdinand Bardamu ha scritto:in altri casi hanno pronunce un tantino bizzarre, come ascen/z/ore o pen/z/ione.
Il caso di Como, pronunciato Còmm nel dialetto lombardo e Cómo nell’italiano regionale, dovrebbe metterci in guardia.Millermann ha scritto:Certo, è un atlante dei dialetti (e anche ormai datato). Però potrebbe comunque fornire qualche spunto utile: penso che la pronuncia dell'italiano regionale sia molto spesso influenzata da quella dialettale, specie per quelle parole (come "ieri", appunto) che differiscono poco o nulla.
- Ferdinand Bardamu
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Concordo con Carnby: la pronuncia di una stessa parola può esser diversa nel passaggio dal dialetto all’italiano. Per farle un esempio personale, caro Millermann, le posso dire che, in dialetto, dico ièri, in italiano iéri.
I fattori che portano a questa divergenza sono molteplici, a mio parere: ci può essere una reazione (inconscia) a pronunce ritenute troppo «rustiche»; oppure, nel caso della resa dei pronomi me e te da parte di molti parlanti settentrionali, l’applicazione del principio «vocale incerta, vocale aperta». (Quest’ultima, però, è solo una mia congettura.)
I fattori che portano a questa divergenza sono molteplici, a mio parere: ci può essere una reazione (inconscia) a pronunce ritenute troppo «rustiche»; oppure, nel caso della resa dei pronomi me e te da parte di molti parlanti settentrionali, l’applicazione del principio «vocale incerta, vocale aperta». (Quest’ultima, però, è solo una mia congettura.)
In teoria chiedevo proprio codesta cosa. Ma, alla luce di quel che ha detto Carnby, e cioè che nel Norde Italia non ci sarebbero attestazioni di /jE/, credo proprio che siano i dialetti a interessarmi. Nel mio caso, per esempio, non c'è differenza tra il dialetto locale e il mio italiano regionale: il secondo dipende dal primo, eccezion fatta forse per alcune scelte lessicali.Ferdinand Bardamu ha scritto:Ivan chiedeva invece, se interpreto bene il suo quesito, se in qualche varietà regionale dell’italiano che si parla al Norde la sequenza eterofonica /jɛ/ venga mantenuta.
Si tratta proprio della mia zona!Carnby ha scritto:Per tornare al tema principale, sul MaPI canepariano (p. 476) /jɛ/, per quanto riguarda l’Italia centrale, c’è una piccolissima zona presso Ancona

In realtà, non ho detto proprio questo: ho detto che sulla cartina di Canepari si tratta solo il Centro Italia.Ivan92 ha scritto:Ma, alla luce di quel che ha detto Carnby, e cioè che nel Norde Italia non ci sarebbero attestazioni di /jE/, credo proprio che siano i dialetti a interessarmi.
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Per per /trans-/, concordo. In Romagna ho sentito spesso la sonora in «transato» e «transazione».Carnby ha scritto:Pronuncia frequente nelle zone nordorientali (specie friulane); /nz/ è comune in gran parte dell’Italia settentrionale per /trans-/ [-nz-] e veniva consigliata come pronuncia «italiana» anche in qualche manuale compilato da autori settentrionali.Ferdinand Bardamu ha scritto:in altri casi hanno pronunce un tantino bizzarre, come ascen/z/ore o pen/z/ione.
Solo lì, però: in «insegna» «insieme» «inserire» etc c'è sempre la sorda.
A proposito di /jE/, può darsi che lo dicano a Cesena.
In contro tendenza con altre zone della Romagna, pronunciano il mio nome con l'aperta (e tra l'altro, con un'apertura molto vistosa).
La mia pronuncia (dialettale, regionale, normale) è sempre ˈjɛri.
We see things not as they are, but as we are. L. Rosten
Vediamo le cose non come sono, ma come siamo.
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- Animo Grato
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Che, ad ogni buon conto, non è nemmeno italiano.valerio_vanni ha scritto:In Romagna ho sentito spesso la sonora in «transato»

«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
Sì, mi scusi, mi sono espresso male. Intendevo dire ciò che ha detto lei.Carnby ha scritto: In realtà, non ho detto proprio questo: ho detto che sulla cartina di Canepari si tratta solo il Centro Italia.

Per Sixie: si verifica solo con ieri o anche con altre parole che contengono tale sequenza?
Caro Ivan, ci provo istintivamente, senza controllare nel DiPI:
ierlaltro (chiusa);
iermattina (chiusa);
ierofante (chiusa);
iena (chiusa);
mestière (aperta);
cavalière (aperta);
iettatore (chiusa);
chièdere (aperta)...
altro in
Peculiarità regionali.
ierlaltro (chiusa);
iermattina (chiusa);
ierofante (chiusa);
iena (chiusa);
mestière (aperta);
cavalière (aperta);
iettatore (chiusa);
chièdere (aperta)...
altro in
Peculiarità regionali.
We see things not as they are, but as we are. L. Rosten
Vediamo le cose non come sono, ma come siamo.
Vediamo le cose non come sono, ma come siamo.
Grazie mille, cara Sixie. 
In verità, per alcune parole come ierofante e iettatore mi sembra ovvio che la pronuncia sia chiusa: la sillaba non è accentata. Per ierlaltro e iermattina opterei invece per una vocale di media apertura.
Chiedo a Ferdinand: anche il suo italiano regionale prevede la vocale aperta nelle parole chiedere, cavaliere e mestiere?

In verità, per alcune parole come ierofante e iettatore mi sembra ovvio che la pronuncia sia chiusa: la sillaba non è accentata. Per ierlaltro e iermattina opterei invece per una vocale di media apertura.
Chiedo a Ferdinand: anche il suo italiano regionale prevede la vocale aperta nelle parole chiedere, cavaliere e mestiere?
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